La televisione svizzera per l’Italia
Il passaporto svizzero.

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori.

se venite in Svizzera e atterrate all’aeroporto di Zurigo-Kloten, sappiate che sopra il check-in 1 dello scalo zurighese è stato aperto il più grande hotel a capsule d’Europa. Si chiama 'Alpine Garden'. Una notte in una di queste cabine – pare siano ben isolate e dotate di aria condizionata – costa dai 65 franchi in su.

Sebbene le cabine siano delle piccole capsule con lo spazio solo per un letto, l’hotel dispone anche di una piccola spa, spazi di lavoro e un bar dove far colazione. Incuriositi? Sappiate che il 5 marzo prossimo è prevista una giornata delle porte aperte. 

Intanto io vi auguro una buona lettura, magari seduti comodi sul divano di casa.

Il podio durante la premiazione.
© Keystone / Peter Klaunzer

Altra doppietta elvetica alle Olimpiadi di Pechino, questa volta nello skicross con Ryan Regez e Alex Fiva.

E siamo a 14 medaglie, di cui ben 7 d’oro. L’obiettivo fissato dal capo delegazione elvetico Ralph Stöckli prima dei Giochi olimpici di 15 medaglie è ormai a un passo. A contribuire a migliorare il medagliere elvetico ci hanno pensato questa mattina Ryan Regez e Alex Fiva che hanno piazzato una splendida doppietta nello skicross.

La gara baciata dal sole, ha ridato il sorriso alla delegazione rossocrociata di questa specialità, entrata nei Giochi nel 2010 a Vancouver (dove vinse l’elvetico Michael Schmid), ieri privata per tutti ingiustamente del bronzo di Fanny Smith. L’elvetica già bronzo a PyeongChang quattro anni fa, è stata squalificata per una presunta irregolarità vista pare solo dai giudici…

Tornando alla doppietta olimpica, il 29enne bernese Ryan Regez è cresciuto turno dopo turno dominando le varie “run” (prove) fino ad arrivare all’oro. Più difficoltosa la strada del grigionese Alex Fiva (36enne): vinta la qualificazione, ha avuto qualche difficoltà a raggiungere la finale. Piazzatosi nella scia di Regez, Fiva si è infine messo l’argento al collo. Terzo il russo Sergey Ridzik.

Una protesta a Minsk contro Lukaschenko
Keystone / Str

È stata liberata in Bielorussia la cittadina svizzera Natallia Hersche dopo 17 mesi di detenzione.

Natallia Hersche, che ha la doppia nazionalità svizzera e bielorussa, era finita in manette dopo aver partecipato a una manifestazione contro la rielezione del presidente Lukashenko il 19 settembre 2020 a Minsk.

Secondo alcune organizzazioni elvetiche per i diritti umani, Hersche è stata condannata a due anni e mezzo di prigione nel dicembre 2020 “dopo un processo iniquo”. Fin da allora le autorità elvetiche sono state in stretto contatto con Hersche, con la sua famiglia e con le autorità della Bielorussia per garantire il suo rilascio.

Dopo intensi sforzi del Dipartimento federale degli affari esteri, durati quasi un anno e mezzo, precisa lo stesso DFAE in una nota, Natallia Hersche è stata infine scarcerata. Ora tornerà nella Confederazione. “Sono lieto che gli sforzi diplomatici della Svizzera abbiano dato i loro frutti“, ha commentato il ministro degli esteri elvetico Ignazio Cassis in un suo tweet.

Il passaporto svizzero.
© Keystone / Christian Beutler

La naturalizzazione agevolata degli stranieri di terza generazione è troppo complicata e scoraggia gli interessati.

È la conclusione cui è giunto uno studio voluto dalla Commissione federale della migrazione. Infatti, dal 15 febbraio 2018 gli stranieri nati in Svizzera di terza generazione possono fare domanda di naturalizzazione agevolata. Delle 25’000 persone interessate, fa sapere la Commissione, solo 1’847 hanno ottenuto il passaporto rossocrociato.

Sebbene nel febbraio 2017 il Popolo e i Cantoni a grandissima maggioranza abbiano accettato la naturalizzazione agevolata per la terza generazione, a tre anni dall’entrata in vigore dell’articolo costituzionale, dallo studio emerge che la promessa di snellire le pratiche non è stata mantenuta

Secondo lo studio, basterebbero alcune semplici misure per aumentare il numero di persone naturalizzate: tra le altre cose, gli autori dello studio raccomandano di eliminare sia il limite d’età di 25 anni stabilito per legge sia le inutili complicazioni amministrative che si frappongono all’accesso alla procedura agevolata, nonché di informare meglio chi vuole farsi naturalizzare.

L applicazione social cinese Weibo.
Keystone / Adrian Bradshaw

La Cina censura un post dell’Ambasciata svizzera a Pechino. Una cosa mai successa né alla Svizzera né ad altri Paesi.

Sul social media Weibo, la versione cinese di Twitter, l’Ambasciata svizzera a Pechino ha denunciato la scomparsa di Tang Jitian, un avvocato cinese attivo nella difesa dei diritti umani. Nel giro di 24 ore, il post è stato rimosso dalle autorità cinesi.

La rappresentanza elvetica ha immediatamente denunciato l’episodio via Twitter. Berna, ricorda l’ambasciatore a Pechino Bernardino Regazzoni, vuole dare sempre più importanza al rispetto dei diritti fondamentali: “La Svizzera ha fra le sue priorità di politica estera la promozione dei diritti dell’uomo nel mondo intero. Quindi anche in Cina“.

Tang Jitian è stato arrestato diverse volte in patria. Stando ad Amnesty International, insieme ad altri colleghi stava indagando su presunte confessioni strappate con la forza. Non è l’unico attivista per i diritti umani di cui si sono perse le tracce o che è finito in manette in Cina prima delle Olimpiadi invernali, attualmente in corso di svolgimento a Pechino.


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