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Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

nei "giorni della merla" che ci attendono nel fine settimana, durante i quali tradizione vuole che il freddo sia particolarmente intenso, la Svizzera si presenta divisa in due: inverno rigido sull'Altipiano e temperature più miti sui versanti meridionali.

Ma non è delle previsioni meteorologiche che vogliamo parlarvi, anche perché si possono senz'altro trovare altrove informazioni più dettagliate e autorevoli in merito. Quello su cui vorremmo porre l'attenzione è la serie di incidenti che si sono verificati nella notte sulle strade della Svizzera tedesca a causa del gelo e della pioggia.

L'acqua si è immediatamente ghiacciata quando è venuta a contatto con le superfici fredde, creando non pochi disagi al traffico, ci ha spiegato MeteoSvizzera. Vi risparmiamo il bollettino dettagliato degli incidenti che si sono verificati soprattutto nei cantoni Argovia, Soletta e Basilea Campagna.

Per il resto non possiamo esimerci dal raccontarvi ancora qualcosa sulla pandemia, ma oggi c'è anche dell'altro,

buona lettura.

Omicron
Keystone / Franck Robichon

Difficilmente la temuta variante Omicron metterà in crisi il sistema ospedaliero svizzero. A dirlo sono i ricercatori dell’istituto federale Empa.

Nei tre scenari presi in considerazione nello studio condotto dal Laboratorio federale per la scienza e la tecnologia dei materiali (Empa) – tutti con un tasso di riproduzione del virus Re inferiore a 2 (l’attuale 1,3 e le ipotesi peggiori di indice 1,5 e 1,8) – appare improbabile che i reparti di terapia intensiva della Confederazione possano raggiungere livelli critici.

Naturalmente sullo sfondo permangono alcune situazioni di rischio, rappresentate dal potenziale incrocio delle varianti Omicron e Delta e dalla riduzione del personale sanitario al fronte a causa della crescente diffusione dell’infezione.

Sempre su questo tema ci sono da registrare due novità: le affermazioni del ministro della sanità Alain Berset sull’imminente revoca in Svizzera di alcune misure restrittive contro la pandemia – in particolare della quarantena – e la  riuscita dell’iniziativa popolare contro l’obbligo vaccinale in tema di Covid-19, su cui saremo quindi chiamati alle urne.

ospedale
© Keystone / Peter Klaunzer

Ancora di ospedali vi vogliamo parlare ma in un’ottica un po’ diversa, quella rappresentata dalle aggressioni cui è confrontato il personale sanitario che, secondo quanto riferisce “20 Minuten”, sono in costante aumento.

Senza fornire numeri dettagliati e rappresentativi di tutta la Confederazione l’articolo del sito informativo multilingue riporta l’evoluzione delle violenze verbali e fisiche subite dai dipendenti e dalle dipendenti dell’inselspital di Berna, passate da 600 nel 2016 a oltre 1’600 lo scorso anno, una quarantina in più rispetto al 2020.

Un andamento analogo, sottolinea sempre 20 Minuten, si registra anche nei nosocomi di diversi cantoni: a Friburgo, ad esempio, si è assistito a un incremento del 25% delle aggressioni in un solo anno e situazioni di questo tipo sono segnalate anche a Ginevra, Losanna e San Gallo.

A detta dei rappresentanti dell’Associazione svizzera infermiere e infermieri (ASI) questo fenomeno è osservabile da diversi anni ma con la crisi sanitaria indotta dal Covid-19 il problema si è ingigantito.

tech
© Keystone / Gaetan Bally

Nuove nubi all’orizzonte nei rapporti tra Berna e Bruxelles, la Commissione Europea richiama la Germania all’ordine sulle aperture fatte alla Svizzera riguardo ai dispositivi medici prodotti nella Confederazione.

Bruxelles ha infatti chiesto chiarimenti alle autorità tedesche in merito alle importazioni di apparecchi sanitari certificati nella Confederazione. Contrariamente alle affermazioni fatte martedì scorso dall’associazione elvetica del settore Swiss Medtech, la prassi adottata transitoriamente da Berlino, che non richiede formalità particolari alla commercializzazione di questi prodotti, non sarebbe conforme alle regole comunitarie.

Il mancato aggiornamento dell’accordo sull’abolizione degli ostacoli tecnici al commercio (MRA), legato all’interruzione unilaterale delle trattative sull’accordo istituzionale quadro da parte di Berna, ha comportato l’obbligo di certificazione in un paese europeo dei dispositivi medici realizzati in Svizzera, non essendo più sufficiente – dallo scorso 26 maggio – quella rilasciata dalle autorità elvetiche.

In proposito l’UE,fanno sapere fonti della Commissione presieduta da Ursula Von der Leyen,  preme affinché prevalga un’interpretazione uniforme delle norme europee in questa materia.

finanza
© Keystone / Christian Beutler

Le società elvetiche di intermediazione finanziaria digitale stanno conoscendo un notevole successo, tanto da attirare interesse e clienti anche al di fuori dei confini nazionali.

È quanto riporta un servizio pubblicato da letemps.ch che evidenzia come le start-up attive nelle nuove tecnologie in ambito finanziario hanno gestito 850 milioni di franchi l’anno scorso, vale a dire quattro volte di più rispetto al 2020.

A livello geografico i due terzi delle nuove società Fintech risiedono nei cantoni di Zurigo e Zugo, Nel primo cantone hanno attirato 732 milioni su un totale di 1,28 miliardi gestiti dalle start-up zurighesi contro i 42 milioni su un totale di 150 milioni gestiti nel secondo.

Performance che non sono passate inosservate, come testimonia l’interesse suscitato sui grandi gruppi finanziari specializzati negli investimenti a rischio che stanno diversificando le loro attività al di fuori del mondo anglosassone, come indica sempre l’articolo di letemps.ch.

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