
Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
siete anche voi come la maggior parte degli svizzeri, ovvero troppo pigri per cambiare l’abbonamento del vostro telefonino? Io sì, e questo lo sanno soprattutto gli operatori stessi che un po’ ne approfittano.
Come viene spiegato oggi dal servizio di confronto Moneyland, sebbene da anni vi siano offerte economicamente molto vantaggiose, la gente tende a non cambiare il proprio abbonamento. È vero anche, spiegano gli esperti, che gli operatori deliberatamente non pubblicizzano le loro offerte puntando sulla nostra pigrizia. Con il nuovo anno siate più consapevoli!
Certo, il mio è solo un invito che io stesso non seguirò. Bene, vi lascio all’attualità.

O vaccinati o guariti. In Svizzera si passa al regime ‘2G’ e torna nuovamente obbligatorio il telelavoro.
Come atteso, da lunedì 20 dicembre in Svizzera si passerà al regime “2G” (dal tedesco “geimpft”, vaccinato e “genesen”, guarito). Questo significa che agli spazi interni dei ristoranti e delle strutture culturali, sportive e per il tempo libero e alle manifestazioni al chiuso avranno accesso soltanto persone vaccinate o guarite.
Le nuove misure sono valide fino al 24 gennaio 2022. Allo scopo di limitare i contatti sociali nella popolazione, il governo ha anche decretato l’obbligo del telelavoro. Se questo non fosse possibile, scatta l’obbligo di indossare la mascherina nei locali in cui è presente più di una persona.
La decisione presa dal Consiglio federale è stata dettata dalla situazione epidemiologica preoccupante. Il 13 dicembre è stata superata per la prima volta la soglia critica di 300 pazienti covid in cure intense. A partire da questa soglia, ricorda il governo, non è più possibile garantire un’assistenza ottimale ai pazienti ricoverati.
- Quelle descritte sopra sono solo alcune delle misure prese dal Consiglio federale. Ecco tutte le restrizioni valide fino al 24 gennaio.
- La situazione odierna in Svizzera su swissinfo.ch e sul Corriere del TicinoCollegamento esterno che ripercorre a ritroso tutte le tappe della pandemia.

Conclusa la sessione invernale del Parlamento che ha portato a termine la revisione della pensione.
Tutti a casa per Natale dopo un intenso lavoro terminato oggi. Tra i dossier importanti affrontati durante questa sessione invernale, ricordiamo la riforma delle pensioni, il preventivo 2022 della Confederazione, la revisione della legge Covid-19 e l’armonizzazione delle pene. La prossima sessione si terrà dal 28 febbraio al 18 marzo 2022.
Come durante ogni sessione invernale il Parlamento ha proceduto all’elezione del nuovo presidente della Confederazione, che per il 2022 sarà Ignazio Cassis e dei presidenti delle due camere: la verde argoviese Irene Kälin al Consiglio nazionale e il liberale glaronese Thomas Hefti al Consiglio degli Stati.
Inutile dire che il dossier più importante era sicuramente la riforma della pensione. Tra le misure prese, le più significative sono l’aumento a 65 anni dell’età pensionabile per le donne e l’incremento dell’IVA. Accettato anche il preventivo 2022 che prevedeva entrate per 78,642 miliardi e spese per 80,725 miliardi, per un deficit quindi di circa 2,1 miliardi di franchi.
- Tutto sull’attività parlamentare in Svizzera sul sito parlament.chCollegamento esterno.
- Le informazioniCollegamento esterno sulla revisione della pensione.
- Ecco il preventivo Collegamento esternodella Confederazione per il 2022. Lo sapete a quanto ammonta il debito pubblico della Confederazione? Ecco i datiCollegamento esterno.

“Per la libertà e integrità fisica”, riuscita l’iniziativa che intende, tra l’altro, vietare l’obbligo vaccinale.
Sono state depositate in Cancelleria federale le 125’000 firme a supporto dell’iniziativa popolare “Per la libertà e l’integrità fisica”, promossa da un comitato denominato Movimento svizzero per la libertà. (Per la riuscita di un’iniziativa occorrono 100’000 firme).
Cosa chiede l’iniziativa lanciata in piena pandemia il 20 dicembre 2020? Una modifica della Costituzione federale: “Gli interventi nell’integrità fisica o psichica di una persona necessitano del suo consenso. La persona interessata non può essere punita né subire pregiudizi sociali o professionali per aver rifiutato di dare il suo consenso.”
Quando è stata lanciata l’iniziativa, non c’era ancora il vaccino e la possibilità di un obbligo vaccinale non era neppure ipotizzabile. Con il diritto attuale, però, il Consiglio federale può dichiarare obbligatoria una vaccinazione. Dovesse essere accettata l’iniziativa, questa possibilità svanirebbe.
- La notizia la potete trovare sulla RegioneCollegamento esterno.
- Ignazio Cassis, presidente nel 2022, non esclude la possibilità dell’obbligo vaccinale, come si legge su tvsvizzera.it.
- Il quadro giuridico sulle vaccinazioni, tra obbligo e libertà su infovac.chCollegamento esterno.

Lanciata dal presidente della Confederazione la Giornata nazionale della solidarietà a favore dell’infanzia che soffre.
La giornata, lanciata in occasione del 75esimo anniversario della Catena della solidarietà, è dedicata ai bambini e ai giovani in difficoltà in Svizzera e nel mondo: proprio come la prima colletta organizzata nel 1946 per aiutare l’infanzia che pativa le conseguenze della Seconda Guerra mondiale.
È dunque stato il presidente della Confederazione Guy Parmelin a lanciare questa mattina sulle onde della radio della Svizzera tedesca la Giornata nazionale di solidarietà: “La Svizzera – ha ricordato – è da sempre un paese solidale. Ora la solidarietà è più importante che mai per garantire un futuro sicuro alle bambine e ai bambini nel nostro paese e nel mondo “.
La Catena della Solidarietà raccoglie donazioni telefoniche già dalle 7 di questa mattina e continuerà fino alle 23. Come ricordano gli organizzatori, anche in Svizzera ci sono bambini bisognosi di aiuto. Gli aiuti si focalizza sui minori vittime di violenza familiare e sui giovani che hanno difficoltà di inserimento socio-professionale.
- Potete contribuire anche collegandovi al sito della Catena della SolidarietàCollegamento esterno.
- I 75 anni della Catena della solidarietà ricordati in questo articolo della collega Pauline Turuban su swissinfo.ch.

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