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Consiglio degli Stati

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

ci sono svizzeri più svizzeri degli altri? No, non parliamo del recente obbligo di rendere nota l'eventuale seconda cittadinanza da parte di alcuni personaggi che ricoprono determinati ruoli nella Confederazione. Ma del fatto che per i parlamentari, anche dal 2 ottobre, non sarà necessario esibire il certificato Covid per entrare a Palazzo federale.

Siamo consapevoli che il tema si presta a strumentalizzazioni e facili demagogie e che in un sistema democratico va tutelata al massimo livello l'attività svolta dai nostri rappresentanti a Berna.

Io però, che non sono stato eletto, stasera - e lo consiglio caldamente anche a voi - il green pass me lo porto al ristorante…

Per le altre notizie di giornata vi invito a proseguire nella lettura.      

Consiglio degli Stati
Keystone / Anthony Anex

Berna cerca di riannodare il dialogo con l’UE, dopo la rottura dei negoziati sull’Accordo istituzionale, che passa inevitabilmente dal cosiddetto miliardo di coesione versato dalla Confederazione a Bruxelles. In mattinata la Camera alta ha dato il suo via libera e, visto l’esito della votazione – 30 sì e 9 no – non dovrebbero esserci sorprese neanche al Consiglio Nazionale.   

Il parlamento aveva già approvato il contributo elvetico di 1,3 miliardi di franchi in dieci anni in favore dell’integrazione dei paesi dell’Est ma lo aveva condizionato alla revoca delle misure discriminatorie dell’UE nei confronti della Svizzera (in particolare in ambito borsistico, formativo e nella ricerca).

Il governo federale però, che nel frattempo ha interrotto le trattative con la Commissione UE, ha promesso di sbloccare l’importo come segno di buona volontà nei confronti di Bruxelles.

Diverse le voci critiche che si sono levate nel dibattito agli Stati ma alla fine solo l’Udc ha votato contro. Per il suo presidente Marco Chiesa bisogna evitare “fughe in avanti per la nostra credibilità e indipendenza”. Sull’altro fronte è stata sottolineata l’importanza dell’accesso al Mercato unico dal quale dipendono il 69% delle nostre importazioni e il 51% delle esportazioni.  

green pass
Keystone / Alessandro Della Valle

Dal 2 ottobre tutti coloro che entreranno a Palazzo federale, ad eccezione dei parlamentari, dovranno presentare il certificato Covid, così come previsto anche per ristoranti, palestre o cinema.

Dopo ieri gli Stati, oggi anche il Nazionale – con 143 voti contro 35 e 6 astenuti – ha approvato la clausola d’urgenza alla modifica della Legge sull’Assemblea parlamentare che potrà così entrare in vigore già sabato prossimo, fino al 31 dicembre 2022.

I soggetti non vaccinati e quelli non guariti potranno ottenere il lasciapassare eseguendo un test salivare due volte a settimana. Gli eletti alle Camere, privi di Green pass, potranno comunque entrare a condizione che portino la mascherina sanitaria.

Questa clausola è stata inserita all’ultimo per consentire loro di partecipare a dibattiti e sedute commissionali, dopo che la destra (Udc) aveva criticato le limitazioni all’esercizio del loro mandato imposte dal certificato obbligatorio.

schede firmate
© Keystone / Anthony Anex

Giudici federali estratti a sorte invece che designati dal parlamento. In campo i fautori della depoliticizzazione totale della magistratura che hanno lanciato l’iniziativa in votazione il 28 novembre.

Il testo sottoposto alle urne chiede in particolare che i giudici delle corti federali vengano estratti a sorte da una commissione peritale indipendente da autorità e partiti (oggi vengono proposti al voto dell’Assemblea federale dalla commissione parlamentare di giustizia che valuta i profili dei candidati).

Per gli iniziativisti l’attuale sistema di nomina non rispetta in pieno il principio della separazione dei poteri e, secondo loro, le carriere dei magistrati dipendono dai partiti cui appartengono piuttosto che dalle competenze degli stessi.

A giudizio di governo e camere federali, che invitano a respingere l’iniziativa, l’attuale sistema di selezione della classe giudicante funziona però bene in Svizzera e non sono necessari cambiamenti in merito.

padrfe con carrozzina
© Keystone / Gaetan Bally

Se volete diventare padri in Svizzera sappiate che per i congedi le differenze sono alquanto rilevanti tra i vari ambiti professionali. Lo rileva un’indagine condotta da Travailsuisse a un anno dall’approvazione della relativa legge.

I meno generosi, sottolinea l’organizzazione sindacale, sono i settori del commercio e della sanità dove i datori di lavoro si attengono ai canonici 10 giorni di congedo previsti dalla norma. Un po’ a sorpresa fanno parte di questa categoria i dipendenti pubblici delle amministrazioni cantonali.

Sono molto più munifiche invece le aziende attive nell’informatica, nella comunicazione e nella farmaceutica che lasciano a casa i neo papà per 30-31 giorni in media.

Sulla questione si erano espressi positivamente, con il 60,3% dei voti, gli svizzeri alle urne il 27 settembre 2020 e il congedo minimo di 10 giorni è divenuto realtà dall’inizio di quest’anno.

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