Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
sul fronte dei contagi, la situazione nella Confederazione sta fortunatamente migliorando (come potrete leggere sotto). La necessità di possedere un certificato Covid si fa tuttavia più pressante, con l’obbligo di presentare il documento sanitario in sempre più contesti: dai ristoranti ai teatri, dalle università (anche se non tutte) alle frontiere. Eppure, i deputati a Berna, per ora, non devono sottostare a questa misura perché manca la base legale che li obblighi.
Ne sono nate molte critiche alle autorità, accusate di non dover sottostare alle stesse regole della popolazione. Ebbene, a partire dal 2 ottobre, per accedere a Palazzo federale si dovrà esibire un certificato valido. La Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio degli Stati ha infatti annunciato oggi che le basi legali sono pronte. In attesa che le cose cambino, vi lascio ora alle altre notizie odierne.
Buona lettura!
Le infezioni da Covid-19 sono in calo e la situazione si è ulteriormente calmata negli scorsi giorni, ha indicato oggi il responsabile del settore crisi dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), Patrick Mathys.
Durante il consueto incontro coi media per fare il punto sulla situazione in Svizzera, è però anche stato detto che, malgrado le ospedalizzazioni siano sempre meno, l’occupazione dei posti di terapia intensiva è ancora “a un livello molto elevato”. Tre quarti dei letti sono occupati, il 30% dei quali da malati di Covid-19.
L’incidenza più alta del contagio si osserva tra la popolazione giovane e mobile: sono soprattutto i ragazzi dai 10 ai 19 anni ad essere infettati. Alla luce di questa situazione, è da prevedere a breve un ulteriore calo dei ricoveri.
Intanto, nuove evidenze scientifiche mostrano che i guariti mantengono gli anticorpi per una durata maggiore di quanto si pensasse. Berna valuterà quindi di estendere la validità del certificato Covid di chi ha avuto la malattia e che oggi ha una validità di sei mesi.
- I contenuti della conferenza stampa di oggiCollegamento esterno sul sito de LaRegione.
- La pandemia in Svizzera, giorno per giorno su swissinfo.ch.
- La situazione dei guariti nel servizio del TG ripreso da tvsvizzera.it.
In Svizzera vivono circa 146’500 persone affette da demenza. Oggi, 21 settembre, ricorre la Giornata mondiale dedicata ad una malattia subdola che fa parte dello spettro della demenza, ossia l’Alzheimer, di cui soffre la maggior parte di queste 146’500 persone.
Le associazioni che si occupano della problematica – Alzheimer Svizzera, Swiss Memory Clinics e la Fondazione Synapsis – colgono l’occasione della ricorrenza per rendere attenti al fatto che questo numero raddoppierà nei prossimi trent’anni.
L’attuale sistema di assistenza e trattamento non sarà in grado di far fronte a un tale aumento perché le cure sono molto costose e gravano pesantemente sulle finanze di parenti malati, avvertono le associazioni.
Ciò di cui c’è impellente bisogno, spiegano le tre organizzazioni, è: maggiori sforzi nella ricerca, nella prevenzione e nella cura; più investimenti per determinare le cause ancora sconosciute; una prevenzione rapida e programmi di diagnosi precoce; costi dell’assistenza riconosciuti dalla legge e finanziati di conseguenza.
- Le spiegazioni delle tre associazioni nell’articolo di ticinonews.chCollegamento esterno.
- La testimonianza in prima persona pubblicata oggi dal Corriere del TicinoCollegamento esterno.
- Un nuovo farmaco recentemente scoperto che potrebbe dare speranza ai malati.
- Un’altra testimonianza raccolta lo scorso anno da swissinfo.ch.
- L’opinione di Maria Teresa Ferretti, cofondatrice del Women’s Brain Project.
Il raccolto delle patate bio si annuncia disastroso quest’anno in Svizzera. Con rese che nel Canton Vaud, ad esempio, risultano inferiori addirittura del 50% rispetto allo scorso anno, le scorte potrebbero finire molto presto.
“Non è ancora possibile dire quando finiremo le riserve, ma succederà”, afferma Jocelyn Bussy, direttore di Bio Pack Swiss, un’azienda di imballaggio di patate, frutta e verdura con sede a Molondin.
Freddo in maggio, poi grandine e infine forti piogge in giugno e luglio hanno causato allagamenti e acqua stagnante. Tutto ciò ha creato le condizioni ideali per la diffusione di malattie. “Le patate hanno impiegato molto tempo a germogliare e abbiamo dovuto diserbare più spesso, tutto meccanicamente, naturalmente”, testimonia un altro agricoltore.
Se gli agricoltori convenzionali possono usare fungicidi contro la peronospora, nell’agricoltura biologica è infatti autorizzato solo il rame. Non abbastanza per un anno del genere, soprattutto perché le dosi applicate sono state spesso lavate via dalla pioggia nel periodo successivo.
- L’indagine svolta da quotidiano romando 24heuresCollegamento esterno.
- Un approfondimento sull’uso di pesticidi in Svizzera su swissinfo.ch.
Anche per salire sul caratteristico Glacier Express sarà necessario il certificato Covid: da più di una settimana, sul treno che collega St. Moritz e Zermatt valgono le stesse misure applicate ai ristoranti.
Mentre si viaggia non è però più obbligatorio indossare la mascherina. La decisione è stata presa poiché il collegamento ferroviario dispone di un servizio gastronomico ed è dunque considerato come un ristorante, al quale si applicano i piani di protezione della ristorazione.
Dall’inizio della pandemia, le direttive per viaggiare a bordo del Glacier Express – che attraversa tre Cantoni (Grigioni, Uri e Vallese) – sono cambiate una dozzina di volte.
Tuttavia, dall’introduzione del certificato, la direttrice della società parla di un ambiente più disteso e le cancellazioni rimangono a una quota più bassa solo del 5%, una percentuale simile a quanto registrato in estate.
- La notizia di agenzia su tvsvizzera.it.
- Il bilancio dello scorso anno su swissinfo.ch.
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