La televisione svizzera per l’Italia
Studenti in protesta.

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

con un paio di giorni di anticipo sulla tabella di marcia, qui a Lugano le temperature sono già diventate autunnali e, nel fine settimana appena trascorso, il limite delle nevicate in Svizzera è anche passato da 2.800 ai 2.200 metri.

Servono ulteriori scuse per rifilarci tutti, appena possibile, sotto a una copertina, sul divano, a leggerci un bel libro o guardare una serie tv? Se siete a corto di spunti, date un’occhiata alle produzioni incoronate come le migliori agli Emmy: le statuette più ambite sono state conquistate da “The Crown” e “Ted Lasso”, premiata anche la serie “Regina degli Scacchi”.

Ma torniamo ora alle notizie di oggi, buona lettura!

Studenti in protesta.
Keystone / Ennio Leanza

A partire da oggi, il certificato Covid si fa sempre più indispensabile in Svizzera.

Già necessario per gli interni dei ristoranti e dei bar, così come per gli eventi sportivi o culturali al chiuso, ora il documento sanitario che certifica l’effettuata vaccinazione, la guarigione o il test negativo al coronavirus diventa sempre più indispensabile.

Fatto salvo per chi lavora in Svizzera arrivando da oltre frontiera e per poche altre categorie esenti, il certificato è infatti diventato imprescindibile per varcare i confini elvetici. Un obbligo che è entrato in vigore anche nelle università e che desta la protesta degli studenti.

In centinaia si sono radunati oggi a Lucerna e Zurigo per contestare questa misura che, secondo i manifestanti, limita il libero accesso all’istruzione.

Cartello contro gli abusi sui bambini.
Keystone / Jake May

La Svizzera ha ammesso all’ONU di poter “fare di più” riguardo alle violenze contro i bambini e al loro diritto di partecipare alla società.

A dirlo al Comitato ONU sui diritti dell’infanzia è stato il capo della delegazione svizzera, l’ambasciatore Stefan Cueni, responsabile degli affari internazionali dell’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS), precisando che in Svizzera, un bambino su cinque è confrontato a violenza fisica o morale grave, ha precisato.

Il comitato in questione si occupa di valutare il rispetto degli obblighi derivanti dalla Convenzione sui diritti del fanciullo. Cueni ha tuttavia precisato che, tutto sommato, nella Confederazione “la situazione dei bambini può essere qualificata come relativamente buona”.

Durante la pandemia, i cantoni svizzeri hanno dimostrato di essere “capaci di reagire in modo efficace e concertato” sui diritti dei bambini, ha rilevato la presidente della Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali degli affari sociali (CDAS), Nathalie Barthoulot. Ma c’è ancora del lavoro da fare.

Mouse Logitech.
© Keystone / Gaetan Bally

La Svizzera è il primo Paese al mondo in materia di innovazione, stando a una graduatoria pubblicata dall’Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (OMPI).

La Confederazione resta così alla guida della classifica per l’undicesimo anno consecutivo, davanti alla Svezia, agli Stati Uniti e al Regno Unito. Un significativo balzo in avanti è stato fatto in questo ambito dalla Corea del Nord, passata dal decimo al quinto posto della scala dell’OMPI.

Tra i Paesi confinanti, Germania e Francia si sono piazzate decima e undicesima, mentre Austria e Italia sono rispettivamente al 18esimo e al 29esimo posto dell’indice.

Il primo posto elvetico si giustifica in particolare per l’uso delle tecnologie dell’informazione, i brevetti depositati a livello internazionale e il numero di invenzioni pro capite. La Svizzera è anche all’avanguardia nella produzione di prodotti ad alta tecnologia.

proteste climatiche.
Keystone / Yoan Valat

Cosa succede quando chi si fa una fama per la propria riservatezza, viene costretto a spifferare informazioni?

Il servizio svizzero di posta elettronica criptato ProtonMail è entrato nell’occhio del ciclone da quando un rapporto della polizia ha rivelato che l’azienda aveva condiviso l’indirizzo IP di un suo utilizzatore nell’ambito di un’inchiesta francese che ha portato all’arresto di alcuni attivisti per il clima.

L’azienda ginevrina, che è fornitrice di indirizzi elettronici sicuri e anonimi in nome della “riservatezza svizzera”, deve ora confrontarsi con le critiche del Web.

L’attivista dietro all’indirizzo e-mail Proton di cui sono state rivelate informazioni era perseguito per violazione di domicilio, furto e danni alla proprietà. Reati, questi ultimi due, che permettono la sorveglianza. La società ha quindi avuto l’obbligo di collaborare con le autorità.


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