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L affresco nell aula del Consiglio degli Stati

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

cosa è legale e cosa non lo è? Spesso dobbiamo attendere la sentenza di un tribunale per saperlo. Nicolas Rimoldi, co-presidente del movimento di protesta contro le restrizioni dovute alla pandemia “Mass-voll”, per contro è convinto che non ci sia una base legale per infliggere sanzioni a chi non è in regola con il certificato Covid.

Per questo motivo da diversi giorni cerca di introdursi in ristoranti e bar senza certificato per beccarsi una bella multa da contestare poi davanti a un tribunale. Per ora non ce l’ha fatta ma immaginiamo che sia solo una questione di tempo.

Noi il tempo ce lo siamo presi per il nostro bollettino quotidiano. Buona lettura.

L aula del Consiglio degli Stati durante il lavori parlamentari.
Keystone / Peter Schneider

I ‘senatori’ elvetici non hanno fretta, il secondo miliardo all’Ue come fondo di coesione può anche aspettare.

Il socialista ginevrino Carlo Sommaruga, con una mozione d’ordine in entrata di sessione, ha chiesto di anticipare l’esame del dossier europeo. I suoi colleghi non lo hanno seguito bocciando nettamente la richiesta (30-14). Ora non è sicuro che il Parlamento riesca a prendere una decisione ancora durante questa sessione.

Da un lato la sinistra ritiene che la questione sia urgente e il tempo stringe. I rappresentanti borghesi ritengono invece che non sia opportuno adottare una procedura insolita nel processo parlamentare. Ricordiamo che il Parlamento aveva condizionato il versamento della somma all’abolizione delle misure discriminatorie adottate dall’Ue nei confronti della Confederazione.

Il Consiglio degli Stati tratterà dunque il tema il giovedì mattina del penultimo giorno di sessione, il 30 settembre. Il Consiglio Nazionale lo abborderà il pomeriggio dello stesso giorno. In breve, si potrà giungere a un’intesa ancora nel corso della sessione autunnale solo se non ci saranno divergenze fra le due Camere. Altrimenti il dossier slitterà a dicembre.

Una mamma e un papà con un bambino
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Anche i genitori adottivi potranno godere di un breve congedo parentale.

Ora è definitivo. I genitori che esercitano un’attività lucrativa e adottano un bambino hanno diritto a un congedo pagato di due settimane. Questa operazione sarà finanziata dalle indennità per perdita di guadagno. I costi si aggireranno attorno ai 110’000 franchi all’anno.

La soluzione trovata oggi è semplicemente un compromesso (come capita sempre in Svizzera per trovare una soluzione accettabile per tutti): l’iniziativa parlamentare del ticinese Marco Romano chiedeva un congedo di 12 settimane. Su proposta della Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Nazionale, si è trovata la soluzione delle due settimane.

Questa possibilità è accordata se al momento dell’adozione il bambino o la bambina ha meno di 4 anni. Il congedo può essere preso entro un anno dall’adozione e i genitori, se entrambi lavorano, possono anche decidere chi dei due beneficerà del congedo o se preferiscono suddividerselo

Un modello di cuore su una scrivania di un medico.
© Keystone / Gaetan Bally

Reparti di cure intensive affollati, per chi soffre di malattie cardiovascolari la situazione si fa tesa.

Ogni anno in Svizzera vengono realizzate oltre 7’000 operazioni cardiache maggiori. Con l’attuale alta occupazione dei reparti di cure intensive a causa della pandemia, non tutte le operazioni al cuore necessarie possono essere eseguite in tempo

L’allarme è stato lanciato dal presidente della Società svizzera di chirurgia del cuore e dei vasi toracici (SSCC) Peter Matt. Vista la situazione e l’evoluzione della pandemia, l’associazione si dice “preoccupata per l’elevata occupazione delle cure intense negli ospedali svizzeri“. Le liste di attesa si allungano sempre di più e aumenta il rischio per i pazienti non trattati.

Per evitare di entrare in una situazione drammatica, il presidente Peter Matt ha lanciato un appello: “è più importante che mai fermare l’aumento dei contagi“. Dunque le misure igieniche e protettive dovrebbero continuare ad essere seguite e le persone che possono dovrebbero essere vaccinate il prima possibile. 

Il logo di NEXPO
Keystone / Peter Schneider

Si chiama NEXPO. La manifestazione, promossa dalle dieci maggiori città elvetiche, culminerà nel 2028.

Dimenticate Expo.02. La nuova Expo, infatti assumerà una forma totalmente diversa: sarà ovviamente sostenibile, orientata al futuro, soprattutto decen­tra­lizzata e diffusa su tutto il territorio svizzero. Si rivolge a persone di tutte le età che si preoccupano dell’identità e del futuro della Svizzera.

Tutti gli abitanti della Confederazione potranno infatti sviluppare su una piattaforma digitale NEXPO nuove idee e nuovi progetti di convivenza nell’era della globa­liz­zazione, della digita­liz­zazione, del cambiamento climatico e della migrazione. Nel 2028, l’anno culmine, i progetti NEXPO potranno essere vissuti e sperimentati in tutta la Svizzera.

I migliori progetti saranno decretati nuovi punti di riferimento della Svizzera del XXI secolo e saranno destinati a durare nel tempo. Insomma, come avrete intuito, NEXPO intende essere un’es­po­sizione nazionale che invita tutti a parte­cipare e a contribuire per plasmare il futuro del Paese.

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