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sbandieratore svizzero.

Oggi in Svizzera

Cari lettori

ieri la deputazione ticinese alle camere federali ha pubblicamente chiesto al Consiglio federale di nominare uno svizzero italiano e non un altro svizzero tedesco nel Consiglio di amministrazione della Posta. Oggi la notizia che il governo ha nominato Dirk Reich nel Cda della Posta: non uno svizzero tedesco, bensì un tedesco anche svizzero.

Le parole sono importanti. Chissà, se la deputazione avesse chiesto di non nominare un tedesco svizzero, forse il Consiglio federale li avrebbe ascoltati!

Scherzi a parte, buona lettura e felice fine settimana.

Un uomo con vestiti tradizionali elvetici davanti al cartello stradale di Bruxelles.
Keystone Martin Ruetschi

Se avessimo votato domenica scorsa, metà degli svizzeri avrebbe rifiutato l’accordo quadro con l’Unione europea.

Un sondaggio pubblicato oggi sui giornali dell’editore Tamedia indica che il 51% degli svizzeri, con un margine di errore di 4 punti percentuali, se avesse votato domenica scorsa, avrebbe rifiutato l’accordo quadro istituzionale con l’Unione europea.

Come ricordate, il Consiglio federale il 26 maggio ha messo fine a negoziati durati sette anni con l’Ue giustificando la sua scelta con la difficoltà di trovare una maggioranza tra la popolazione, poiché non è stata raggiunta una soluzione soddisfacente su punti controversi. Il sondaggio sembra confermare questi timori.

Non solo. La popolazione ritiene assolutamente giustificata la rottura dei negoziati. Infatti il 55% degli intervistati ha condiviso la decisione del Consiglio federale. Anche se la maggioranza dei simpatizzanti dei partiti di sinistra avrebbe voluto che le discussioni tra Berna e Bruxelles proseguissero.

Due poliziotti scortano un uomo con le manette
© Keystone / Olivier Maire

Arrestate due persone in Svizzera nell’ambito di un’operazione della procura antimafia di Catanzaro.

L’operazione in Calabria è scattata quasi un anno fa. Le due persone arrestate erano destinatarie di una misura cautelare che, però, le autorità italiane non avevano potuto finalizzare per via della residenza in Svizzera.

La collaborazione con la polizia federale ha permesso ora di far scattare gli arresti e avviare le procedure per l’estradizione. Si tratta di un uomo sessantenne residente a Grancia, nel Luganese, indagato per associazione mafiosa, referente della cosca Anello-Fruci.

L’altra persona arrestata vive a Spreitenbach (Canton Argovia) ed è indagata per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Nella maxi operazione “Imponimento” è stato chiesto il rinvio a giudizio per 147 persone.

L interno vuoto di un vagone di prima classe delle ferrovie federali.
© Keystone / Adrien Perritaz

Un treno è stato evacuato ieri sera per un allarme bomba risultato poi falso. Arrestata una persona.

In una calda serata di quasi estate ieri a Däniken, nel canton Soletta, la polizia ha fermato un treno proveniente da Berna e diretto a Zurigo. Tutti i passeggeri sono stati invitati a scendere dal convoglio. Il motivo? Un allarme bomba.

Il treno è stato passato al setaccio dalla polizia cantonale solettese, con l’aiuto anche dei cani, ma non è stato trovato alcun esplosivo. Nella vasta operazione, terminata verso mezzanotte, nessuno è rimasto ferito.

Il tutto era iniziato qualche ora prima, verso le 20.50 quando un uomo aveva avvertito gli altri passeggeri di aver sentito un’esplosione. L’individuo è stato arrestato, interrogato e sottoposto a un esame medico. Si tratta di un cittadino italiano di 49 anni con nessuna residenza in Svizzera.

Le guardie svizzere con il Papa
Keystone / Vatican Media Handout

Per il nostro tradizionale incontro del venerdì con gli svizzeri espatriati, questa volta vi portiamo in Vaticano.

Nicola Crivelli ha 23 anni ed è di Pregassona. Ha realizzato uno dei suoi sogni di bambino: diventare guardia svizzera. ‘Albachiara’ lo ha incontrato a Città del Vaticano dove da ormai tre anni presta servizio in quel ruolo consolidatosi come vera e propria istituzione del papato dopo la strenua resistenza offerta degli svizzeri per salvare il Papa durante il Sacco di Roma del 1527.

Oltre a parlar sul suo lavoro, di sicurezza, di turni, di divise michelangiolesche, Nicola ha parlato anche di calcio. Mercoledì sera era, in borghese, allo stadio Olimpico di Roma ad assistere al “sacco di Berna”, quel 3 a 0 che brucia nel cuore dei tifosi elvetici.

Ma vi raccontiamo anche altre storie di altri espatriati:


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