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Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

è senza dubbio un motivo d'orgoglio, immagino soprattutto per voi che risiedete per un qualche motivo all'estero, vedere nelle prossime ore i media di tutto il mondo puntati sulla Svizzera, dove domani si consumerà l'atteso vertice Biden-Putin.

Una riprova dei "buoni uffici" internazionali in cui la Confederazione ha saputo distinguersi nei decenni passati e che vengono a cadere in un momento delicato nei rapporti con i nostri vicini.

Ne ha discusso proprio oggi il parlamento a Berna, come potrete costatare nelle notizie che abbiamo preparato per voi qui di seguito.


La residenza dove si svolge il vertice Putin-Biden
Keystone / Peter Klaunzer

Gli occhi della diplomazia mondiale sono tutti puntati su Ginevra dove domani si terrà l’atteso vertice Biden-Putin. Ingente il dispositivo di sicurezza: la città pare in stato d’assedio.

In agenda è previsto un colloquio del presidente americano alle 17.30 con i rappresentanti del Consiglio federale Guy Parmelin e Ignazio Cassis. Un incontro analogo si dovrebbe svolgere mercoledì tra i due consiglieri federali e Valdimir Putin.

Lo scenario del vertice russo-americano è costituito dalla sontuosa residenza settecentesca Villa La Grange nel quartiere des Eaux-Vives. I quattro piani a pianta simmetrica della storica dimora della famiglia Lullin, attorniata da un grande parco che degrada verso la riva del Lago Lemano in prossimità del “Jet d’eau”, saranno occupati dalle due delegazioni che disporranno di un’identica metratura all’interno.

Ingente anche il dispositivo di sicurezza che è stato implementato. Il parco è completamente isolato e presidiato da esercito e polizia e l’intera città è in queste ore in una sorta di stato d’assedio. Dal punto di vista prettamente politico il summit si tiene in un clima di grande tensione tra le due potenze. Al momento non sono previsti un “faccia a faccia” tra Biden e Putin, né una conferenza stampa congiunta al termine del vertice.

Settori economici in ripresa
Keystone / Martial Trezzini

Con il deciso allentamento delle restrizioni migliorano sensibilmente le prospettive per l’economia svizzera: la Segreteria di Stato dell’economia corregge al rialzo le sue stime.

Il prodotto interno lordo, secondo quanto hanno indicato oggi gli esperti federali, si apprezzerà quest’anno del 3,6%, vale a dire 0,6 punti percentuali in più rispetto ai pronostici di marzo e nella seconda parte dell’anno supererà i livelli pre-crisi. Per il 2022 la stima rimane invariata al +3,3%.

Le esportazioni di beni e servizi, trainate soprattutto dalla forte domanda di prodotti dell’industria, sono destinate a crescere rispettivamente del 6% e del 7,6% ma si attendono cifre positive anche riguardo ai consumi privati (+3,9%) e disoccupazione che scenderà al 3,1%.

Restano comunque alcune incertezze, avverte la Seco, in merito ai possibili effetti di più lungo periodo della pandemia (licenziamenti e fallimenti) che si rifletterebbero sui consumi. E sullo sfondo c’è sempre in agguato l’incognita varianti che potrebbe condizionare la ripresa congiunturale.

Il Consiglio Nazionale a Berna
Keystone / Peter Schneider

I complicati rapporti con l’Unione Europea sono al centro anche del dibattito odierno alle Camere federale dove non sono state risparmiate critiche all’operato del governo in seguito all’interruzione dei negoziati.

Il ministro degli Esteri Ignazio Cassis ha ribadito in Consiglio Nazionale l’intenzione del Consiglio federale di procedere all’adattamento unilaterale del diritto svizzero, in particolare nei settori dell’accesso settoriale al mercato unico e di versare entro l’autunno il promesso miliardo di coesione a Bruxelles. Ma visti gli ostacoli insormontabili su salari e libera circolazione è stato meglio riavvolgere il nastro e ora “bisogna cercare una nuova strada”.

Come era scontato a sinistra, Verdi e socialisti hanno sollecitato il governo a intensificare gli sforzi di cooperazione con l’UE mentre sul fronte opposto i democentristi hanno festeggiato la data del 26 maggio in cui l’esecutivo ha annunciato l’interruzione delle trattative sull’Accordo quadro.

In mezzo liberali e Alleanza di centro hanno sottolineato l’importanza della via bilaterale, alla luce anche dei potenziali rischi futuri nell’approvvigionamento elettrico, nella partecipazione ai programmi di ricerca europei e nel commercio dei dispositivi medici.

Soccorritori
© Keystone / Gaetan Bally

Ogni anno in Svizzera muoiono più di 2’000 persone a casa o comunque durante il tempo libero, secondo quanto ha reso noto l’Ufficio prevenzioni infortuni (Upi).

Benché vengano solitamente sottostimati dalla percezione comune gli incidenti non professionali sono rilevanti: ogni dodici mesi sono infatti 570’000 le persone che si feriscono e 2030 quelle che periscono a causa di infortuni non professionali che fanno più vittime della circolazione stradale e dello sport messi assieme, costando tra l’altro la non trascurabile cifra di 4,8 miliardi alla collettività.

Ad essere fatali sono in particolare le cadute, soprattutto per gli ultra 64enni, all’origine di 1’700 decessi. Seguono gli annegamenti e i soffocamenti – in questo caso a rischio sono i più piccoli – mentre al terzo posto figurano gli incidenti di veicoli al di fuori dell’ambito stradale (velivoli, mezzi agricoli, natanti).

Il gruppo più esposto – sottolinea il rapporto dell’Upi – è quello delle persone che passano molto tempo in casa e non svolgono un’attività lucrativa, come i neonati, i bambini di meno di 4 anni e gli anziani oltre i 64 anni.

  • La notizia viene riportata dal sito cdt.chCollegamento esterno
  • Ma quali sono le situazioni più pericolose a casa e in giardino? Ce lo dice la Suva (Cassa nazionale svizzera di assicurazione contro gli infortuni).
  • Il rapportoCollegamento esterno pubblicato dall’Upi sugli infortuni non professionali.

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