Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
non vorrei tediarvi con i soliti argomenti ma oggi non posso proprio esimermi dall'essere ripetitivo: per la prima volta, da molto tempo a questa parte, nella Confederazione non viene segnalato nessun decesso causato dal Covid-19.
Bene, l'ho detto! E ora vi parlo di lavoro, votazioni e parlamentari che hanno segnato la cronaca odierna svizzera.
Buona lettura in nostra compagnia!
Sono sostanzialmente stabili le cifre fornite oggi dalla Segreteria di Stato dell’economia (Seco) in merito all’attività di controllo delle irregolarità salariali e del lavoro nero sulla manodopera proveniente dall’UE nel 2020.
In un anno caratterizzato dalla pandemia, che ha inevitabilmente ostacolato l’effettuazione degli accertamenti, sono state eseguite verifiche mirate sul 30% dei lavoratori distaccati, sul 30% degli indipendenti e sul 6% dei datori di lavoro elvetici.
Tra i primi sono state riscontrate il 21% (=) di violazioni nei settori coperti da contratti collettivi e il 13% (-2%) in quelli privi di disposizioni concordate, mentre l’8% (=) degli autonomi sono sospettati di essere in realtà dipendenti. Il 12% (+2%) degli imprenditori ispezionati avrebbe invece offerto stipendi inadeguati.
Riguardo al lavoro nero gli organi di controllo hanno registrato 10’716 casi sospetti che sono sfociati in 3’316 sanzioni da parte dalle autorità specializzate, facendo così segnare un calo, rispettivamente del 15% e dell’1,2% rispetto al 2019. In proposito però la Seco rileva che questi dati, per le modalità con cui vengono raccolti, sono solo parzialmente indicativi dell’evoluzione del fenomeno.
- La notizia multimedialeCollegamento esterno riportata dal sito della Radiotelevisione RSI
- Sulle problematiche che possono istaurarsi a livello locale in seguito all’adesione elvetica alla libera circolazione un approfondimento di tvsvizzera.it
- Le spiegazioni della Segreteria di Stato dell’economiaCollegamento esterno sul suo sito online
Gli svizzeri si apprestano a bocciare alle urne il prossimo 13 giugno le due iniziative sui pesticidi mentre è in bilico la legge sul CO2, secondo l’ultimo sondaggio dell’istituto gfs.bern per la Radiotelevisione svizzera SSR.
I contrari alle proposte “Acqua potabile pulita e cibi sani” (53% contro 44% e 3% di indecisi) e “Per una Svizzera senza pesticidi sintetici” (51% contro 47% e 2% non sanno) sono in costante aumento e ben radicati nelle regioni periferiche: un trend che non lascia quindi dubbi sull’esito finale del voto.
Nonostante l’ampio sostegno partitico (contraria solo l’Udc) è ora in discussione anche la riforma delle norme sul contenimento dei gas a effetto serra approvate dalle Camere. I favorevoli sono ancora il 54% ma in forte calo da un mese a questa parte (-6%). Secondo gli esperti gli indecisi – soprattutto tra il ceto medio preoccupato dall’aumento degli oneri finanziari su carburanti, biglietti aerei, riscaldamento – si stanno orientando verso il no.
Non sembrano invece incontrare ostacoli la legge Covid-19 e quella che rafforza le disposizioni sulla lotta contro il terrorismo, sostenute rispettivamente dal 64% e dal 62% degli elettori confederati.
- Nell’articolo di swissinfo.ch la disamina dettagliata sul sondaggio SSR
- Il servizio multimediale di rsi.chCollegamento esterno sul sondaggio condotto da gfs.bern per la SSR
- Sui cinque oggetti in votazione il prossimo 13 giugno le spiegazioniCollegamento esterno del sito della Confederazione
Dopo il Consiglio degli Stati anche la Camera bassa ha votato contro l’iniziativa popolare “Più trasparenza nel finanziamento della politica” ma la questione delle sovvenzioni a partiti e campagne referendarie resta aperta.
Il testo della proposta costituzionale è stato bocciato dalla maggioranza dei consiglieri nazionali (110 a 73 e 5 astenuti) ma sta prendendo quota il compromesso avanzato nel controprogetto indiretto, cui al momento si oppongono solo i rappresentanti della destra (Udc).
L’opinione pubblica, è stato sottolineato durante il dibattito a Berna, sembra oggi favorevole a rendere pubblici i contributi privati dietro i quali si possono celare poteri occulti, economici e politici, interessati a influenzare l’esito delle ricorrenti votazioni nel paese, unico in Europa a non aver regolamentato la materia.
Il testo dell’iniziativa prevede che debbano essere indicati i nomi dei finanziatori per donazioni ai partiti dai 10’000 franchi e alle campagne di votazione dai 100’000 franchi (nel controprogetto le soglie sono rispettivamente di 15’000 e 50’000 franchi).
- Un servizio di swissinfo.ch illustra la problematica del finanziamento dei partiti e delle campagne referendarie
- Il dibattito odiernoCollegamento esterno al Consiglio Nazionale su questa iniziativa (in lingua originale) sul sito del parlamento
- I particolari della propostaCollegamento esterno illustrati nel sito della Confederazione
La rottura delle trattative tra Svizzera e Unione Europea sull’Accordo istituzionale preoccupa l’industria farmaceutica che chiede relazioni fondate su una base giuridica stabile e sicura con Bruxelles.
In una lettera al governo federale, pubblicata oggi sulla Neue Zuercher Zeitung, l’associazione di categoria Interpharma ricorda che il ramo, che genera il 9,2% del Pil svizzero, esporta il 46% dei suoi prodotti nell’UE per un volume di 125 milioni di franchi al giorno.
Per questo motivo il settore invita Berna a consolidare i rapporti con i vicini e a impedire l’erosione della via bilaterale che nuocerebbe pesantemente a un settore di punta dell’economia elvetica.
In particolare, le società farmaceutiche reclamano “rapide garanzie” in tre ambiti: partecipazione paritaria al mercato unico, accesso a forza lavoro altamente qualificata e stretta cooperazione nella ricerca. La Svizzera, scrive Interpharma, non deve essere declassata allo status di paese terzo nei prestigiosi e ben finanziati programmi di ricerca europei.
- Anche il mondo delle università è preoccupato per il fallimento delle trattative con l’UE, secondo quanto riferisce un servizio di rsi.chCollegamento esterno
- Ne parla anche il sito blueNewsCollegamento esterno
- La notizia della presa di posizione dell’industria farmaceutica svizzera riportata da swissinfo.ch
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