La televisione svizzera per l’Italia
Veduta di tavolini esterni di un bar-ristorante lungo un fiume; vecchio ponte in legno in lontananza

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

bentrovate/i. Nel 2020, l'Istituto federale della proprietà intellettuale (IPI) è dovuto intervenire 280 volte per uso improprio della croce svizzera o di designazioni quali Swiss made. Che tali violazioni della legislazione, volte perlopiù a vendere prodotti o servizi, siano in aumento è una cattiva notizia. Ma è anche segno di una buona reputazione e di interesse verso il nostro Paese. Che ne dite, allora, di proporre il nostro bollettino a nuovi lettori? Basta condividere il link all'app SWI Plus [AndroidiOS] o alla sezione 'La Svizzera oggi' [ITDEFR].

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A venerdì,

Camerieie con un vassoio porta tre piatti in sala interna di un ristorante; due persone al tavolo
Keystone / Jean-christophe Bott

Dal 31 maggio, se la situazione epidemiologica lo consentirà, in Svizzera riapriranno anche gli spazi interni di bar e ristoranti.

Gli allentamenti proposti mercoledì dal Consiglio federale per i settori della cultura, dello sport e del tempo libero prevedono inoltre eventi al chiuso con 100 persone al 50% della capienza della sala (non più 50 persone) e all’aperto con 300 spettatori (non più 100).

Una decisione sarà presa il 26 maggio, dopo due settimane di consultazione con i Cantoni. Potrebbe includere la dispensa dalle quarantene per chi è stato vaccinato o è guarito dal Covid-19 e la fine dell’obbligo di telelavoro per le aziende che svolgono test regolari (misure analoghe sono previste per le lezioni universitarie).

Nei ristoranti restano i piani di protezione conosciuti (massimo 4 commensali seduti, distanze, tracciamento) ma l’obbligo di mascherina varrà solo all’interno. Quanto agli eventi privati, il governo propone che resti il limite di 10/15 persone. Saranno invece più numerose le visite guidate e altre attività di gruppo. Riapriranno, con le distanze, i bagni termali e i centri wellness.

  • Più informazioni sui cambiamenti previsti e sul modello in 3 fasi (protezione, stabilizzazione, normalizzazione) nella notizia così come riportata da tvsvizzera.it
  • Coronavirus: la situazione in Svizzera seguita giorno per giorno da SWI swissinfo.ch
  • Svizzera, Paese da mille e più musei: qualche ideaCollegamento esterno per una visita (guidata o meno) in occasione del vostro prossimo viaggio nella Confederazione [da Cooperazione]
Illustrazione stilizzata di un certificato cartaceo e uno su smartphone (si vedono bene codici QR)
Ufficio federale dell’informatica e della telecomunicazione UFIT

Presto avremo in Svizzera un certificato di immunità Covid semplice e sicuro. Resta da decidere come sarà utilizzato.

In Danimarca, si accede con il corona-pass a ristoranti, musei, teatri e saloni di bellezza. In Estonia, Paese leader nella sanità elettronica, si può ottenere in pochi secondi un codice QR per viaggiare all’estero (non necessario all’interno dei confini). La soluzione svizzera, sviluppata dall’Ufficio federale dell’informatica e della telecomunicazione (UFIT), arriverà per fine giugno e sarà compatibile con il ‘Certificato verde’ UE.

Servirà per accedere a beni e servizi anche essenziali? Per quanto? È una soluzione ragionevole o una forma di discriminazione? È scientificamente sensata?   

SWI swissinfo.ch lo ha chiesto a Samia Hurst-Majno, esperta di bioetica e membro della task force Covid-19 della Confederazione, Kalle Killar, co-responsabile dello sviluppo dei servizi elettronici al ministero estone degli affari sociali, e Christopher Dye, professore di epidemiologia all’Università di Oxford.

  • Le loro considerazioni, e alcune soluzioni alternative al pass dell’UFIT sviluppate da gruppi di interesse privati, nell’articolo della mia collega Sara Ibrahim
  • Certificato Covid svizzero: gli interrogativi etici e giuridici nel dibattitoCollegamento esterno proposto dalla trasmissione di RSI – Rete Uno ‘Modem’
  • FMH e Pharmasuisse temono ritardi nel progetto federale e lanciano il loro pass: il progetto in questo articoloCollegamento esterno del Corriere del Ticino e nell’intervistaCollegamento esterno di Ticinonews
Primo piano di Gaudin; alle sue spalle illustrazione di un planisfero (sala del centro media di Palazzo federale)
© Keystone / Peter Klaunzer

Il capo dei servizi segreti svizzeri Jean-Philippe Gaudin lascia il suo posto, sulla scia dello scandalo Crypto.

La separazione di Gaudin dal Servizio delle attività informative della Confederazione, che dirigeva dal 1° luglio 2018, è stata confermata mercoledì dal Consiglio federale. Una nota parla di decisione presa “di comune accordo” effettiva il 31 agosto; le sue funzioni saranno assunte ad interim dal direttore supplente Jürg Bühler in attesa di un concorso.

La notizia era stata anticipata dal Tages-Anzeiger, secondo cui tra il capo del SIC e la consigliera federale Viola Amherd vi era una crisi di fiducia innescata dal caso delle macchine di crittografia manipolate dell’azienda svizzera Crypto AG. Gaudin non avrebbe informato la ministra della difesa del suo coinvolgimento nella vicenda e dell’ampiezza dello scandalo.

L’accordo di separazione include una clausola di silenzio. Entrato nel Corpo degli istruttori militari il 1° gennaio 1987, Gaudin ha assunto negli anni vari comandi sia in Svizzera sia all’estero con l’OSCE.

  • Il punto sull’intricata vicenda Crypto AG nel più recente approfondimento di Dominik Landwehr su SWI swissinfo.ch
  • Riflessioni sulla neutralità svizzera, alla luce dello scandalo, raccolte dal mio collega Frédéric Burnand
  • Il caso Crypto: reportage della televisione svizzera realizzato con un pool internazionale di giornalisti, che ha riportato alla luce quel che negli anni ’90 erano solo sospetti
Momento del giuramento di una guardia svizzera
Keystone / Riccardo Antimiani

Prestare servizio nella Guardia svizzera pontificia non può esonerare dall’obbligo di pagare la tassa militare.

È quanto sostiene il Consiglio federale in una presa di posizione, secondo cui un’eventuale deroga sarebbe discriminatoria per i non cattolici -non ammessi ad arruolarsi nell’esercito del papa- e violerebbe la parità di trattamento. Inoltre, osserva il governo, le loro mansioni a Roma non sono a beneficio della popolazione elvetica, ciò che giustificherebbe un’esenzione.

La proposta di esonerare dalla tassa le guardie svizzere per il periodo in cui sono a Roma è contenuta in un disegno di legge approvato alla Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale e scaturisce da un’iniziativa parlamentare del deputato vallesano Jean-Luc Addor (UDC).

L’esecutivo riconosce che si tratta di “un impiego particolare e prezioso per la reputazione della Svizzera“, tuttavia “all’estero queste persone non prestano un servizio militare, bensì un servizio di polizia per uno Stato estero”.

  • Le Guardie svizzere paghino come gli altri: il dispaccioCollegamento esterno Keystone-ATS riportato da La Regione Ticino
  • Come ci si arruola nel più piccolo esercito del mondo, in un approfondimento di SWI swissinfo.ch di due anni fa
  • L’ultimo giuramento di 34 guardie, nonché l’incontro tra il presidente della Confederazione e papa Francesco, nella notiziaCollegamento esterno con foto e video di RSI News

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