Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
Buon inizio di settimana! Sembra che la scelta di Svizzera Turismo di designare Roger Federer come testimonial ufficiale del Paese stia dando i suoi frutti.
Dopo lo spot di cui vi abbiamo recentemente parlato (in cui oltre al tennista recita anche un sorprendente Robert De Niro) lo scorso fine settimana Federer è stato intervistato sul tema dal New York Times. Un'intervista, a dirla tutta, un po' artificiosa e che sembra più che altro un messaggio promozionale della Confederazione.
Il campione non è da biasimare. In fondo, è questo che comporta il ruolo di testimonial (e soprattutto, come molti miei connazionali, sono fisicamente impossibilitato a criticare Roger).
Ma eccovi ora l'attualità di giornata. Buona lettura!
Una nuova fornitura di vaccini di Moderna sta per arrivare in Svizzera. In Ticino la campagna vaccinale è stata estesa anche a fasce più giovani della popolazione.
Sono 750’000 le dosi del preparato immunizzante della ditta statunitense in arrivo nella Confederazione, 30’000 delle quali sono destinate al cantone Ticino, dove da oggi anche alla fascia di popolazione di un’età compresa tra i 45 e i 55 anni può prenotarsi per la somministrazione.
Attualmente, le iscrizioni per essere vaccinati sono aperte in quasi tutti i cantoni ai maggiori di 16 anni. Ma i tempi di attesa, non essendoci ancora abbastanza dosi disponibili, sono lunghi.
Nel cantone italofono la strategia non è mai cambiata: la possibilità di iscriversi è estesa a categorie più giovani solo quando le forniture sono considerate sufficienti.
- La notizia e i dettagli dell’andamento della campagna vaccinale in questo articolo di tvsvizzera.it.
- Gli aggiornamenti sulla situazione epidemiologica su swissinfo.ch.
- La vaccinazione contro il coronavirus in Svizzera, le spiegazioniCollegamento esterno dell’Ufficio federale della sanità pubblica.
Un’ampia alleanza di associazioni economiche ha lanciato oggi la campagna “SÌ alla Legge COVID-19”, che invita ad approvare il testo in occasione delle prossime votazioni federali.
Secondo il Comitato economico – di cui fanno parte oltre dieci organizzazioni tra cui l’Unione svizzera delle arti e mestieri, la Federazione svizzera del Turismo e GastroSuisse – un “no” alle urne metterebbe in pericolo gli aiuti destinati alle piccole e medie imprese, con conseguenze funeste anche per i lavoratori.
La cosiddetta legge “Covid-19”, su cui il popolo si esprimerà il prossimo 13 giugno, è stata approvata dal Parlamento in settembre con lo scopo di dare una base legale alle decisioni prese dal governo a partire dal marzo dello scorso anno nell’ambito della gestione della crisi legata al coronavirus.
Secondo i promotori del referendum, si tratta di una legge superflua e rappresenta un pericoloso precedente che potrebbe permettere in futuro all’esecutivo di imporre un regime autoritario.
- La notiziaCollegamento esterno sul Corriere del Ticino.
- La presentazione della votazione, su swissinfo.ch.
- I contenuti della Legge Covid-19Collegamento esterno sul sito dell’amministrazione federale.
La revisione del diritto penale in materia sessuale non si spinge abbastanza lontano nel definire il concetto di violenza carnale, secondo una parte della politica.
Sul testo, attualmente in consultazione, hanno fatto sentire la propria voce in particolare le donne socialiste le quali chiedono che nella legge venga introdotto il principio del “solo sì vuol dire sì”. Questo porterebbe a considerare qualsiasi atto sessuale senza consenso una violenza.
Ad oggi, la violenza carnale è solo la penetrazione non voluta e commessa con violenza o minacce. La revisione punisce anche gli atti senza violenza, ma in presenza di un esplicito “no” della vittima.
Una posizione simile è stata espressa da esponenti dei Verdi e dei Verdi liberali, che sottolineano l’importanza di un facile accesso a polizia e autorità giudiziarie da parte delle vittime, le quali spesso temono di non essere prese sul serio.
- I dettagli Collegamento esterno sul sito de La Regione.
- Le problematiche della definizione attuale di stupro nell’articolo di swissinfo.ch.
- Il tema della violenza sessualeCollegamento esterno sul sito dell’organizzazione Salute sessuale Svizzera.
Gli agenti di polizia elvetici hanno usato in meno occasioni le armi da fuoco nel 2020 rispetto al 2019. In aumento l’uso dei taser.
Lo scorso anno, in 12 occasioni gli agenti elvetici hanno estratto l’arma e hanno sparato. Nel 2019 è successo 15 volte. Tuttavia, nel 2020 sono rimaste uccise tre persone, mentre l’anno precedente una.
Lo ha comunicato oggi la Conferenza dei comandanti delle polizie cantonali. La maggior parte dei casi in cui i poliziotti sono ricorsi alla pistola sono avvenuti “nell’ambito di operazioni di sicurezza contro animali o veicoli”, è stato precisato.
Gli agenti hanno utilizzato più spesso armi a impulsi elettrici, come i taser, 96 volte, contro le 73 del 2019. Se si contano anche le situazioni in cui l’arma è stata estratta senza essere stata effettivamente utilizzata, si arriva a un totale di 186 casi, un aumento del 7,6%.
- Il dispaccioCollegamento esterno di agenzia ripreso dal sito Ticinonline.
- Uno degli ultimi casi di uso letale di armi di servizio risale a novembre. La notiziaCollegamento esterno sul Corriere del Ticino.
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