La televisione svizzera per l’Italia
Su un piatto di una bilancia lo stipendio mensile mediano maschile (6 830 franchi), sull altro quello femminile (6 011)

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

bentrovate/i.

Cambio di stagione, per molti, vuol dire anche cambio di guardaroba. Un'operazione che quest'anno coinvolgerà pure l'Esercito svizzero, ma per ragioni più epocali che stagionali. Nel corso del mese di aprile, alcune soldatesse testeranno nuovi modelli di tenuta più adatte alle esigenze specifiche delle donne. Del resto, l'ultimo acquisto di uniformi risale a metà anni Ottanta. Da allora sono cambiate molte cose!

Che stiate mettendovi comodi, o al contrario scegliendo cosa indossare per la giornata che vi aspetta, vi auguro una buona lettura.
A domani,

Banco di mercato visto da vicino, con verdure, legumi e bandierina con marchio Bio Suisse
© Keystone / Martial Trezzini

Il consumo di prodotti alimentari dall’agricoltura biologica in Svizzera è aumentato di quasi un quinto nel 2020.

Le frequenti chiusure di ristoranti, mense e frontiere -che hanno spinto i consumatori a preparare più pasti in casa e fare sempre la spesa in Svizzera– hanno permesso al commercio al dettaglio di crescere in un anno difficile.

Il bio, al contempo, ha guadagnato posizioni: nel 2020 ha conquistato una quota di mercato del 10,8% (era del 10,3% nel 2019) per un fatturato totale di 3,8 miliardi di franchi (3,2). Il consumo di alimentari biologici è aumentato del 19,1% e decine di nuove aziende si sono riconvertite in bio.

La quota più alta di imprese agricole che coltivano secondo le direttive di Bio Suisse -principale organizzazione del settore, che ha diffuso mercoledì questi dati- è nei Grigioni: 63,2% del totale. A livello svizzero, le fattorie bio costituiscono il 16,1%.

  • Quali sono i prodotti bio più gettonati? Le prossime sfide del settore? E come si pone Bio Suisse di fronte alle iniziative in votazione il 13 giugno? La notizia di tvsvizzera.it
  • Il bio in cifre: pagina webCollegamento esterno con le statistiche annuali del settore
  • Vestirsi di fungo? Si può: una curiositàCollegamento esterno “bio” dal Correre del Ticino di ieri
Carro armato e soldati in scenario di guerra aperta
Keystone / Mykola Lazarenko

Nel campo dei cosiddetti buoni uffici, la Svizzera ha un vantaggio su Svezia, Austria e altri Paesi neutrali che le fanno “concorrenza”.

Per chi si offre come mediatore imparziale tra parti in conflitto o fa da ponte tra Paesi che hanno interrotto le relazioni diplomatiche, infatti, applicare delle sanzioni internazionali vuol dire scalfire la propria immagine di interlocutore neutrale.

Per questo la Svizzera allo scoppio della crisi ucraina -nel 2014, quando presiedeva l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa– pur condannando l’annessione della Crimea non si associò alle sanzioni decretate contro la Russia. Lo fece anche per interesse? Certo, ma questo è un altro tema.

Sta di fatto che altri Paesi non possono dissociarsi altrettanto facilmente, specie se legati a un’unione sovranazionale. Il dibattito sulle sanzioni, peraltro, non interessa più i soli Stati neutrali: ci si interroga sulla loro utilità e su quanto nuocciano alla popolazione civile.

  • La neutralità è incompatibile con le sanzioni? La Svizzera è proprio indipendente da ONU, OCSE e UE? L’atteggiamento di Berna giova davvero alla sua immagine? L’analisi della mia collega Sibilla Bondolfi.
  • Quanto è davvero neutrale la Svizzera? Il nuovo focus di SWI swissinfo.ch
  • Cosa sono, concretamente, i buoni uffici: uno specchietto di tvsvizzera.it riassumeva così qualche anno fa l’impegno della Confederazione nel mondo
Su un piatto di una bilancia lo stipendio mensile mediano maschile (6 830 franchi), sull altro quello femminile (6 011)
Quella salariale è solo una delle numerose disparità che sussistono tra i sessi in Svizzera. Kai Reusser / swissinfo.ch

La pandemia, con il duro colpo che ha inferto all’occupazione femminile, allontana di ulteriori 36 anni la parità di genere.

È quanto rileva l’indice sull’uguaglianza di genere del World Economic Forum (WEF), pubblicato mercoledì. L’edizione precedente dello studio stimava che ci sarebbero voluti 99,5 anni prima che le donne, a livello mondiale, non fossero più penalizzate. Ma le conseguenze del coronavirus hanno esteso i tempi di oltre una generazione (a 135,6 anni).

Dalla classifica globale della parità di genere emerge intanto un balzo della Svizzera dal diciottesimo al decimo posto, dovuto principalmente ai progressi a livello politico. La Confederazione è invece peggiorata sul piano della partecipazione professionale e delle opportunità economiche ed è addirittura oltre il centesimo posto nella salute.

In testa alla graduatoria per il dodicesimo anno vi è l’Islanda, mentre nel resto della top dieci figurano alcuni Paesi europei più la Nuova Zelanda (4), la Namibia (6) e il Ruanda (7).

  • Perché pandemia ha colpito maggiormente le donne e quali sono gli ulteriori punti deboli della Svizzera nel dispaccio Keystone-ATS ripreso da SWI swissinfo.ch
  • L’ecosistema delle start-up fatica ad accogliere le donne: il recente articolo delle mie colleghe Katy Romy e Pauline Turuban
  • Il Covid mette in pericolo i progressi nella parità: lo aveva anticipatoCollegamento esterno anche Alain Berset [da LaRegioneTicino]
  • Il Global gender gap reportCollegamento esterno 2021 [in inglese, francese o spagnolo dal sito del WEF]
Costruzione moderna con bandiere dei cantoni svizzeri esposte sulla facciata, in ambiente verde, limousine parcheggiata
Keystone / Martin Ruetschi

Grosso spavento ma nessuna conseguenza grave all’ambasciata svizzera di Washinghton, meta lunedì di un’intrusione.


Un uomo ha scavalcato una recinzione del complesso diplomatico e ha cercato, senza riuscirci, di entrare nella residenza dell’ambasciatore Jacques Pitteloud. È stato poi arrestato dagli agenti dei servizi segreti e della polizia locale, i quali hanno stabilito che non vi è stato alcun pericolo immediato per la sicurezza dell’ambasciata e del personale; nessuno è rimasto ferito. Questo quanto riferito oggi dal DFAE.

Dal corrispondente RSI da Washington, che è riuscito a mettersi in contatto con la famiglia dell’intruso, si apprende inoltre che l’uomo è un 30enne con problemi di disagio mentale. Il suo scopo era recarsi in Svizzera, Paese per il quale ha una sorta di infatuazione.

Prima del fermo vi sarebbe stata una breve colluttazione con l’ambasciatore. Una guardia di sicurezza sarebbe rimasta leggermente ferita durante l’arresto.

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