La televisione svizzera per l’Italia
Donna al lavoro in casa

Oggi in Svizzera

Cari lettori,

ieri, dantedì, si è celebrato uno dei più grandi poeti di tutti i tempi, e lo si è fatto come ormai ci siamo abituati a fare: attraverso uno schermo. Distanti. Un'ulteriore conferma del fatto che la pandemia ha colpito pesantemente gli operatori del mondo culturale.

Domani, 27 marzo, ricorre la Giornata mondiale del teatro in un mondo in cui i teatri sono ancora desolatamente vuoti.

Approfitto di questo bollettino per invitare tutti a tornarci, a teatro, non appena sarà possibile farlo in sicurezza. Sarà un toccasana per la mente. Come diceva Vittorio Gassman: "Il teatro è una zona franca della vita, lì si è immortali."

Passiamo ora all'attualità elvetica di giornata. Buona lettura!

Donna al lavoro in casa
© Keystone / Christian Beutler

Gli impiegati svizzeri sono fan del telelavoro. Secondo uno studio, la maggior parte dei dipendenti, finita l’emergenza sanitaria, vorrebbe tornare meno spesso di prima in ufficio.

In febbraio, il 52% degli elvetici ha lavorato almeno in parte da casa. Secondo uno studio della società di consulenza Deloitte, tra gli impiegati l’88% vorrebbe non dover tornare tutti i giorni in ditta.

Il 62% vedrebbe di buon occhio la presenza a casa in giorni precisi della settimana, il 26% sarebbe per contro favorevole a lavorare tutto il tempo tra le mura domestiche, mentre solo il 12% opterebbe sempre per l’ufficio.

Infermiere vaccina un paziente
Keystone / Urs Flueeler

Uno studio di Swissmedic conferma la sicurezza dei vaccini attualmente somministrati in Svizzera. La valutazione del rapporto costo-benefici resta immutata.

L’Istituto svizzero per gli agenti terapeutici ha analizzato 862 notifiche di sospette reazioni avverse in relazione alle vaccinazioni con i prodotti di Pfizer-Biontech e Moderna.

La maggior parte delle notifiche, ossia 599 (69,5%), è stata classificata come non grave, mentre 263 (30,5%) sono state le dichiarazioni di casi gravi. Si tratta di persone che sono state trattate in ospedale o di reazioni che sono state considerate clinicamente significative per altri motivi. Nella maggior parte dei casi le persone colpite non hanno però corso alcun pericolo.

Manifesti
Keystone / Jean-christophe Bott

Domenica la città di Moutier è chiamata alle urne per decidere, per la nona volta in 71 anni, se vuole unirsi al Giura o rimanere parte del canton Berna. swissinfo.ch fa il punto sulla “Questione giurassiana”.

Domenica potrebbe finalmente arrivare al suo epilogo la lunghissima epopea della Questione giurassiana, una vicenda di secessione molto pacifica, se confrontata con casi di simili rivendicazioni nel resto del mondo. Non pensiate però che questa particolare storia elvetica non sia in grado di infiammare gli animi.

A due giorni dalla cruciale votazione, su swissinfo.ch lo storico Andreas Gross analizza e mette la Questione giurassiana nella sua prospettiva storica.

Folla e musicisti
Keystone / Juergen Staiger

Altre due grandi manifestazioni dell’estate elvetica sono state annullate a causa dell’incertezza provocata dalla pandemia.

Si tratta dell’Open Air Lumnezia, nel cantone Grigioni, che avrebbe dovuto tenersi dal 21 al 23 luglio, e dell’Albanifest, la grande festa del centro storico di Winterthur, nel cantone Zurigo, in programma a fine giugno.

“Un Lumnezia spensierato come la amiamo noi, quest’anno non sarà possibile. Ci dispiace di aver preso questa decisione ma, come molti altri organizzatori, abbiamo le mani legate”, scrivono i responsabili dell’Open Air.


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