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Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

venticinque anni fa -il 10 marzo 1996, in votazione popolare- gli svizzeri accordavano al romancio lo status di "lingua ufficiale nei rapporti con le persone di lingua romancia", dando alla quarta lingua nazionale -definita tale dal 1938- un ulteriore riconoscimento.

Ma voi ne conoscete almeno qualche parola? Semmai, grazie a un divertente crash course proposto di recente dal Consolato generale di Svizzera a New York, potete apprenderne i primi rudimenti. Lo trovate sui canali Youtube e Fb del consolato.

Prima di mettervi a studiare, però, date un'occhiata alle notizie del giorno! Buona lettura e a domani,

L’iniziativa popolare ‘Sì al divieto degli esperimenti sugli animali e sugli esseri umani‘ va bocciata senza proporre alcun controprogetto.

È l’opinione del Consiglio nazionale, che mercoledì ha ritenuto il testo eccessivo, in termini di conseguenze che potrebbe avere per la ricerca e l’economia svizzere.

Nel dibattito è emerso anche come la salute pubblica potrebbe risentirne in tempi di crisi sanitaria -con l’iniziativa già applicata, l’uso di vaccini anti-Covid sarebbe vietato dalla Costituzione- e che in Svizzera esiste un centro di competenza per promuovere i metodi sostitutivi alla sperimentazione animale, nonché una severa legislazione in materia. Inoltre, a livello internazionale si assisterebbe già a un cambiamento, non per sensibilità verso gli animali ma per la scarsa trasferibilità dei risultati.

L’iniziativa vuole vietare sia i test, sia l’importazione di prodotti per i quali si sia sperimentato su animali o umani.

  • Il resocontoCollegamento esterno del dibattito alla camera bassa, con gli interventi più dettagliati di relatori e deputati, da La Regione Ticino
  • Un minuscolo verme, per ridurre il sacrificio di topi e altri vertebrati: l’idea di due ricercatori del Politecnico di Losanna nell’articolo del mio collega Armando Mombelli su SWI swissinfo.ch
  • Svizzera, uno dei Paesi con le più elevate esigenze in materia di protezione degli animali benché non lo sia sempre stato per i pulcini [approfondimento della mia collega Marie Vuilleumier]

Ad approfittare del forte incremento del commercio elettronico nel 2020 in Svizzera sono stati soprattutto negozianti e aziende indigeni.

È quanto emerge da uno studio effettuato dalla società di ricerche di mercato GfK con l’Associazione di commercio .swiss e la Posta.

Complessivamente, i consumatori elvetici hanno speso online 13,1 miliardi di franchi, il 27,2% in più rispetto al 2019. Le vendite dei commercianti elvetici sono cresciute molto di più di quelle dei concorrenti esteri: +32% a 11 miliardi, contro un +5% a 2,1 miliardi. Gli operatori indigeni raggiungono così una quota di oltre l’80% del totale.

Complice la temporanea chiusura dei negozi imposta dalla pandemia, i maggiori incrementi si sono osservati nei settori arredamento, sport e fai-da-te. I maggiori fatturati nell’elettronica e nell’abbigliamento. Secondo gli autori dello studio, la tendenza a spostarsi verso i negozi online resterà anche dopo il Covid.

La Svizzera è tra i Paesi col maggior consumo di cemento pro capite. Ma anche tra i più impegnati a rendere il settore delle costruzioni più ecologico.

Se fosse una nazione, l’industria mondiale del cemento sarebbe la terza più inquinante dopo Cina e USA. È all’origine di circa l’8% delle emissioni globali di CO2: più di aerei e navi. Il settore è dunque chiamato a ridurre il suo impatto, ma il boom edilizio nei Paesi emergenti non aiuta. Che fare?

Sostituendo i combustibili fossili che alimentano i forni con rifiuti domestici, biomasse o fanghi, i sei cementifici della Svizzera hanno già ridotto le emissioni. Ma questo era solo l’inizio. Ora, per raggiungere la neutralità climatica servono tecnologie di cattura e stoccaggio del CO2, rivedere la composizione del cemento e studiare materie prime alternative.

Quali sono i progetti di ricerca in corso? E perché continuare a usare il calcestruzzo (in Svizzera, 584 kg pro capite l’anno) quando ci sono legno, paglia e terra?

In futuro, il mantenimento di figli ed ex coniugi dopo una separazione sarà calcolato con gli stessi criteri da tutti i tribunali svizzeri.

Lo ha deciso il Tribunale federale (TF) con cinque sentenze di fondo, accompagnate martedì da una nota che sottolinea la fine delle differenze tra Cantoni.

Il computo sarà effettuato prendendo in considerazione prima i guadagni dei genitori (o della coppia), poi i bisogni di tutte le parti coinvolte. La priorità andrà sempre al benessere dei bambini. Le regole per valutare la possibilità che un adulto ritrovi lavoro -in base a età, salute ed esperienza- saranno uniformate.

Modificato anche il principio grazie al quale dopo dieci anni di matrimonio e un figlio in comune si aveva automaticamente diritto al mantenimento degli standard di vita. Ora lo si avrà se l’unione ha portato uno dei coniugi, da diversi anni, ad abbandonare la propria indipendenza economica per potersi occupare dei figli.

  • Maggiori dettagli sui metodi di calcolo e sulle conseguenze delle sentenze pronunciate dal TF nell’articolo di tvsvizzera.it
  • Il comunicatoCollegamento esterno dello stesso Tribunale federale
  • Ma è vero che in Svizzera, per quanto le leggi evolvano, i padri divorziati restano dei “portafogli”? Le riflessioni dell’associazione che li rappresenta, nell’approfondimento della mia collega Sibilla Bondolfi [da SWI swissinfo.ch]

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