
Oggi in Svizzera
Cari lettori,
il semi confinamento spinge molte persone a cercare svago all'aria aperta o ancora meglio in montagna. Ma la prudenza non è mai troppa. È infatti notizia di oggi che uno scialpinista, travolto da una valanga mercoledì scorso sul Piz Alv vicino a Pontresina nei Grigioni, è deceduto in ospedale ieri sera a seguito delle gravi ferite riportate.
Quest'inverno, 20 persone sono già morte a causa di valanghe nelle Alpi svizzere.
Ma su con il morale. Vi auguro una buona lettura e vi do appuntamento a domani.

Se Postfinance dovesse essere privatizzata, il servizio postale universale potrebbe risentirne fortemente.
Un mese fa il Consiglio federale ha annunciato la volontà di privatizzare completamente Postfinance. Questa decisione, fa notare il direttore generale della Posta, Roberto Cirillo, avrebbe un impatto negativo sul numero di uffici postali.
Postfinance, infatti, delega parte dei suoi servizi di pagamento agli sportelli della Posta. “Se questi 300 milioni di franchi dovessero venire a mancare, sottolinea Cirillo, ciò avrebbe un impatto enorme sulla rete degli uffici postali”.
In caso di privatizzazione, ricorda ancora Roberto Cirillo, spetterebbe ai politici definire come dovrebbe essere il servizio postale in futuro.
- Le preoccupazioni del direttore della Posta, Cirillo, nel servizio della RSICollegamento esterno.
- Il comunicato del Consiglio federaleCollegamento esterno sulla privatizzazione.
- La presa di posizione del sindacato SyndicomCollegamento esterno.
- Quando Postfinance non è potuta diventare la banca degli svizzeri all’estero.
Come restituire il denaro sporco in modo pulito ai paesi ed evitare che finiscano in mani corrotte?
La Svizzera ha trovato una soluzione per restituire il denaro sequestrato: invece di trasferire semplicemente il denaro nelle casse statali, i fondi vengono restituiti mediante il finanziamento di programmi di interesse pubblico.
Questo “aiuto creativo” non è però accolto solo con entusiasmo dai Paesi interessati. Ma la Confederazione ritiene che se lo Stato in questione è intenzionato a combattere la corruzione, è nel suo interesse che l’utilizzo dei fondi sia strettamente monitorato.
L’Ong Public Eye ha accolto favorevolmente la restituzione mediante progetti specifici: “è un approccio un po’ paternalistico, ma è il modo migliore per garantire che la popolazione nel suo insieme benefici della restituzione”.
- Sul tema leggete l’articolo di Sibilla Bondolfi su swissinfo.ch.
- Il caso dei fondi Duvalier.
- Sbloccati parte dei fondi di Ben Ali, sul Corriere del TicinoCollegamento esterno.
- 130 milioni restituiti all’Uzbekistan su tio.chCollegamento esterno.

Resta il metodo contraccettivo più utilizzato ma le donne usano sempre meno la pillola anticoncezionale.
I dati ce li fornisce l’indagine sulla salute in Svizzera 2017. La pillola non gode più del favore delle donne. Il cambiamento è dovuto anche ai rischi di embolia legati all’assunzione della pillola. 25 anni fa sceglieva la pillola il 52% delle donne che ricorrevano alla contraccezione, nel 2017 solo il 33%.
Rispetto all’estero, in Svizzera è più elevata la percentuale di donne che ricorre alla contraccezione. Tra il 1992 e il 2017 la percentuale di donne che utilizza metodi contraccettivi è salita dal 54 al 72%.
Va sottolineato che vi è un metodo contraccettivo proprio a ogni periodo della vita: la scelta è legata all’età, alla situazione di coppia e all’eventuale esistenza di altri figli.
- La notizia su tvsvizzera.it.
- Su rischi e benefici della pillola, l’approfondimento di AzioneCollegamento esterno.
- L’indagine sulla salute dell’Ufficio federale di statisticaCollegamento esterno.

Exit, l’associazione per il suicidio assistito, ha pubblicato i dati dello scorso anno. Costanti gli aiuti, aumentano i membri.
Nel 2020 in Svizzera tedesca e in Ticino 913 persone hanno chiesto aiuto a Exit per l’accompagnamento al suicidio, 51 casi in più rispetto al 2019. In Romandia sono stati 369, ossia 17 in più. Quasi tutti malati terminali di cancro o vittime di gravi dolori cronici.
Secondo quanto comunicato da Exit, le cifre complessive rispettano la tendenza degli ultimi anni. La ripartizione fra i sessi è rimasta immutata nel tempo, con il 59% donne e il 41% uomini. L’età media delle persone decedute era di 78,7 anni.
Exit Svizzera tedesca ha registrato oltre 11’000 nuove adesioni, per un totale di 135’000 affiliati. L’aumento dei membri continua da dodici anni. Questo perché, secondo l’associazione, l’aiuto al suicidio rimane un importante bisogno nella società.
- Così ne parla il Corriere del TicinoCollegamento esterno.
- Le statistiche dell’anno prima su swissinfo.ch.
- Complicato l’accompagnamento al suicidio per gli svizzeri che vivono all’esteroCollegamento esterno.
- Il portale dell’associazione ExitCollegamento esterno.

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