La televisione svizzera per l’Italia
certificato covid su telefonino

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori, 

la vittoria di ieri sera della Nazionale italiana di calcio è stata festeggiata come si deve anche in molte città svizzere. A Zurigo, la Langstrasse - uno dei principali luoghi della 'movida' nella città sulla Limmat - era un tripudio di bandiere tricolori dopo l'ultimo rigore segnato da Jorginho che ha sancito il passaggio in finale per gli azzurri.

Peccato che qualche giorno fa i tiri dal dischetto abbiano premiato gli spagnoli invece della squadra rossocrociata. Sarebbe stato un bel derby, anche se i tre gol incassati contro l'Italia nella fase a gironi bruciano ancora.

Ma non è di calcio che vi parlerò oggi nel nostro bollettino. Buona lettura.

persona con mascherina
Keystone / Alessandro Crinari

Voltare pagina dopo essersi ammalati di Covid può durare molto a lungo. Quattro pazienti su dieci hanno ancora sintomi sette mesi dopo l’infezione.

Affaticamento, perdita di gusto e odorato, difficoltà respiratorie ed emicrania: sono questi i sintomi a lungo termine causati dal Covid-19. Sintomi che colpiscono un numero assai importante di persone, stando a uno studio dell’Ospedale universitario e dell’Università di Ginevra.

Per la ricerca, sono stati analizzati i casi di 410 persone colpite dalla malattia, che però non hanno dovuto essere ricoverate in ospedale. Quattro pazienti su dieci avevano ancora dei sintomi sette mesi dopo essere state infettate.

Il risultato è in linea con quanto già emerso in altre ricerche simili. È stata però la prima volta che uno studio prendeva in considerazione un numero così elevato di persone.

certificato covid su telefonino
Keystone / Peter Klaunzer

Manca ancora l’ufficialità, ma il Certificato Covid svizzero dovrebbe presto essere riconosciuto dall’Unione Europea.

Il comitato che vigila sul Green pass europeo, composto da rappresentanti di tutti gli Stati membri, ha dato un preavviso positivo al riconoscimento del documento elvetico e il via libera definitivo di Bruxelles dovrebbe arrivare venerdì o lunedì prossimo al più tardi, stando alle informazioni raccolte dalla Radiotelevisione svizzera di lingua francese.

Il certificato svizzero sarà così equiparato al prezioso passaporto europeo, indispensabile per viaggiare nel Vecchio Continente senza troppi intoppi.

Il Green pass europeo – ricordiamo – è entrato in vigore il primo luglio. Oltre agli Stati membri dell’UE, fanno parte del sistema anche Norvegia, Islanda e Liechtenstein. La Svizzera, San Marino e Il Vaticano aspettano invece ancora il nulla osta di Bruxelles.

auto e gas di scarico
© Keystone / Gaetan Bally

L’obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 non è stato raggiunto. Di conseguenza la tassa sull’anidride carbonica aumenterà dal 2022.

Stando all’ordinanza sul CO2, le emissioni di diossido di carbonio sarebbero dovute diminuire del 33% entro il 2020 rispetto ai valori del 1990. L’Ufficio federale dell’ambiente ha però comunicato mercoledì che la riduzione è stata solo del 31%.

Per questa ragione, la tassa percepita su ogni tonnellata di CO2 emessa salirà da 96 a 120 franchi a partire dal 2022.

Malgrado l’inverno mite, l’anno scorso le emissioni causate da olio da riscaldamento e gas naturale sono diminuite solo leggermente. Per contro, le restrizioni decise per arginare la pandemia hanno avuto un effetto più significativo sulle emissioni di CO2 da carburanti, calate dell’8% rispetto all’anno precedente.

persona dietro a un computer
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Mentre a Bruxelles si discute sul se e sul come proibire il riconoscimento facciale negli spazi pubblici, nella Confederazione è appena stata approvata una legge antiterrorismo che potrebbe indirettamente incrementare l’uso di questi sistemi di identificazione.

In alcuni Paesi, come negli Stati Uniti e in Cina, il riconoscimento facciale è sistematicamente utilizzato per scopi di ordine pubblico e, nel caso della Cina, persino per classificare il comportamento sociale.

In Europa si è ancora lontani da questa situazione e per evitare derive la Commissione Europea ha proposto una legge che ammette l’impiego di queste tecnologie di identificazione solo nel caso di crimini gravi.

In Svizzera, invece, la nuova legge antiterrorismo approvata recentemente dal popolo potrebbe aprire le porte a un uso più ampio del riconoscimento facciale. È in ogni caso il timore espresso da diversi esperti.

L’approfondimento della mia collega Sara Ibrahim.

Intervista ad Alexander Ilic, direttore del centro di ricerca sull’intelligenza artificiale del Politecnico di Zurigo.


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