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Brexit, raggiunto un accordo provvisorio

L'Ue e Londra hanno trovato un accordo su una "grande parte" del trattato per l'uscita del Regno Unito dall'Unione e, in particolare, sono stati definiti i termini del periodo di transizione post-Brexit, che dovrebbe realizzarsi il 31 dicembre 2020. 

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Questa nuova tappa delle trattative ha potuto essere superata grazie a un compromesso provvisorio (in assenza di una vera e propria soluzione) sulla spinosa questione della frontiera irlandese, sulla quale non è stata ancora trovata un’intesa. Per raggiungerla è previsto un calendario di negoziati specifici dal 26 marzo al 18 aprile per assicurare una frontiera ‘morbida’ tra Irlanda e Irlanda del Nord quando scatterà la Brexit.

Michel Barnier e David Davis
Il capo negoziatore dell’Ue per la Brexit Michel Barnier (sinistra) e il segretario di Stato britannico per l’uscita dall’Ue Daviv Davis. Keystone

Londra ha però accettato, come aveva chiesto l’Ue a dicembre, di inserire una sorta di ‘paracadute’ (“backstop”) – fortemente contestato dal Partito Unionista Democratico (Dup) – in caso di mancato accordo tra le due parti che garantisca in sostanza l’applicazione delle norme Ue in Irlanda del Nord per evitare una frontiera dura. 

“Non c’è ancora accordo sul giusto approccio operativo” sulla questione irlandese, su cui “c’è da fare di più”, ha sottolineato il capo negoziatore britannico David Davis, sottolineando di essere anche “d’accordo sulla necessità di includere” nell’accordo di addio un “testo che dettagli la soluzione ‘paracadute’ per la frontiera” irlandese. 

Ma, ha avvertito Davis, “resta nostra intenzione raggiungere una partnership che sia così stretta che non richieda misure specifiche in relazione all’Irlanda del Nord”.

Accordo sulla transizione

C’è intesa, invece, “su una grande parte” del resto dell’accordo di separazione, ha detto il negoziatore capo dell’Ue per la Brexit Michel Barnier, in paticolar “sul periodo di transizione”. Quest’ultimo era un aspetto fortemente voluto da Londra per evitare i rischi legati a una rottura “brutale” nel marzo del 2019.

Durante il periodo di transizione che durerà fino al 31 dicembre del 2020, il Regno Unito non parteciperà più alle decisioni in seno all’Ue pur dovendo applicarne le regole. Londra conserverà però “tutti i benefici del mercato unico e dell’unione doganale”, ha spiegato Barnier.  

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