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Migranti, avviato lo sgombero di Idomeni

Nel campo profughi in Grecia sono bloccate oltre 11 mila persone a ridosso del confine con la Macedonia, saranno accompagnate in altri centri

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La polizia ha avviato le operazioni di sgombero del campo profughi di Idomeni, in Grecia, dove oltre 11 mila persone sono bloccate da giorni a ridosso del confine con la Macedonia.

I profughi saranno accompagnati in altri centri della regione, ma molti – che sperano ancora nella riapertura della rotta balcanica – protestano per restare.

Unione Europea, vergognati. È questo uno degli slogan scanditi al porto di Mitilene, sull’isola di Lesbos, uno dei punti da cui i migranti, a seconda del loro status, vengono prelevati per essere smistati nei centri d’accoglienza o nei centri di registrazione.

“La nostra è una protesta contro le deportazioni”, spiega l’attivista Petros Konstantinou. “È inaccettabile che i rifugiati di Lesbos vengano trattati in questo modo.”

Altri 5 mila profughi sono bloccati al porto del Pireo, ma la situazione più difficile è a Idomeni, al confine con la Macedonia. L’incertezza sul perché sia necessario spostarsi e verso quale destinazione, causa resistenze.

“All’inizio ho pensato di farmi trasferire”, dice uno di loro, “perché un altro campo potrebbe essere meglio attrezzato. Poi ho pensato che anche lì ci saranno solo le tende, quindi resto qui, che sono più vicina al confine. Forse lo riapriranno.”

“Non ha senso restare: il confine è chiuso”, riferisce un altro. “Non c’è speranza di andare oltre, quindi spero che nel nuovo campo si starà meglio.”

Questo per chi è arrivato prima del 20 marzo. Tutti gli altri, secondo l’accordo sui respingimenti sottoscritto tra l’Unione Europea e Ankara, saranno rimandati in Turchia. Ma da sempre l’intesa suscita perplessità.

“Siamo qui per osservare e parlare alle autorità greche dell’assistenza legale ai richiedenti asilo che si trovano nel centro di detenzione dietro di me”, ci dice Flip Schueller, rappresentante del Consiglio degli Ordini forensi EU. “Stiamo cercando di capire, insieme alla Grecia e all’Unione Europea, come è possibile garantire che i diritti di chi chiede rifugio siano rispettati.”

Nel frattempo, dalla firma del trattato tra Turchia e Unione Europea, gli arrivi sulle coste greche sono drasticamente calati. Se prima erano in migliaia ad approdare in Grecia ogni giorno, sabato sono stati ad esempio solo 78.

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