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Legge sulla sicurezza, caos a Parigi

Teppisti vestiti di nero in azione a Parigi durante la manifestazione.
Gravi i danni provocati dai black block, nettamente più numerosi rispetto a una settimana fa, almeno 400-500. Copyright 2020 The Associated Press. All Rights Reserved.

Stavolta non hanno aspettato la fine del corteo per dare vita all'abituale battaglia contro la polizia: i black-bloc - diverse centinaia - hanno preso fin dall'inizio la testa del corteo contro la legge sulla sicurezza scatenando subito la guerriglia.

Un quartiere è stato devastato, quello di Gambetta, a pochi metri dallo storico cimitero del Pere Lachaise con decine e decine di vetrine spaccate, locali saccheggiati, supermercati svuotati, auto e motorini in fiamme. Violenza e incidenti ovunque, particolarmente gravi anche a Nantes e Lione.

Dopo gli incidenti di sabato scorso, la protesta contro l’articolo 24 – che vieta di filmare e pubblicare foto di poliziotti in azione – e contro l’insieme della legge sulla ‘sicurezza globale’ si è trasformata in una rivolta violenta. Oggi, la manifestazione convergeva con quella contro la “precarietà”.

E a differenza del passato, oggi non erano pochi i violenti, né marginali: almeno 500 le persone tutte coperte di nero, pronte allo scontro fisico con la polizia, che hanno impedito di fatto a circa 5.000 manifestanti di raggiungere la place de la République.

A inizio serata, il numero dei fermati era ancora piuttosto esiguo rispetto al caos generato dagli incidenti, ai danni inferti per l’ennesimo sabato pomeriggio ad un settore – quello del commercio – reduce da due mesi di lockdown. Si parla di 60 fermi, a testimonianza delle difficoltà cui va incontro ormai la polizia nel venire a capo di una situazione che a tratti sembra fuori controllo.

In serata la situazione era ancora molto tesa sulla place de la République, dove sono arrivati i più violenti. La polizia ha blindato gli accessi al centro di Parigi e in particolare al Marais, dove le piccole stradine piene di negozi e boutique avrebbero rappresentato un campo di battaglia ideale per i casseur. Il lancio di oggetti, petardi, molotov contro le barriere di celerini è stato fittissimo, così come la risposta con i lacrimogeni da parte degli agenti.

La legge della controversia

Le manifestazioni, che si susseguono ormai da una settimana sono dovute alla proposta di legge in discussione in Parlamento sulla “sicurezza globale”. Il progetto di legge limita, in particolare, la diffusione di immagini di poliziotti in servizio, una disposizione che la maggioranza dei media ritiene un possibile ostacolo al diritto di informazione. 

La nuova legge sulla cosiddetta “sicurezza globale” prevede misure destinate a rispondere alle proteste dei sindacati di polizia, che lamentano minacce e aggressioni in aumento. Oggetto di disputa particolarmente accesa, la disposizione che prevede una pena di un anno di carcere e 45’000 euro di ammenda per la diffusione di “immagini del volto o altro elemento di identificazione” di un poliziotto o di un gendarme durante un intervento, quando ciò punta a “mettere in pericolo la sua integrità fisica o psicologica”.

Le associazioni di giornalisti denunciano una misura che verrà applicata non soltanto ai media ma anche a qualsiasi cittadino che riprenderà un’operazione di polizia.

Il servizio del telegiornale:

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tvsvizzera.it/fra con RSI


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