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La ferrovia della discordia

Reciproche accuse, appelli alla chiarezza e alla calma. Le misure intraprese mercoledì da Regione Lombardia e cantone Ticino riguardo alla linea ferroviaria Lugano-Malpensa hanno suscitato vive reazioni del mondo politico da una parte e dall’altra del confine. 

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La decisione della di realizzare il collegamento con l’aeroporto di Malpensa tramite la linea Como-Varese invece che attraverso la Lugano-Varese, come previsto dall’intesa sottoscritta nel 2011, ha spinto il governo cantonale ticinese a sospendere il previsto finanziamento di 2 milioni di franchi per il tratto italiano della linea ferroviaria Mendrisio-Varese.

E mentre da parte Svizzera ci si rammarica di una decisione unilaterale da parte italiana, la Lombardia, delusa dalla “contromisura” elvetica, sostiene che le modifiche sarebbero state concordate tra gennaio e giugno.

Non la pensa così Martino Colombo, caposezione della mobilità del Dipartimento del territorio ticinese, che ai microfoni della Radiotelevisione svizzera (RSI) ha dichiarato: “Anche i tecnici della regione Lombardia hanno capito che lo scenario era quello e se si cambiavano le carte in tavola bisognava ridiscutere parecchie cose. Non è stato il caso, per cui abbiamo incaricato TILO e Ferrovie federali di preparare l’orario così com’era stato concordato. Tuttavia, tramite le FFS, siamo venuti a conoscenza che la Regione italiana ha ordinato degli orari diversi dall’intesa”. 

Citato da RSI NewsCollegamento esterno, il segretario regionale lombardo del partito democratico (PD) e consigliere regionale, Alessandro Alfieri, invita alla calma e dice “no alle scelte unilaterali. Va cercata condivisione su questo tema a cavallo della regione di frontiera”. 

Gli ha fatto eco Gunnar Vincenzi, presidente della Provincia di Varese e sindaco di Cantello: “Con i patti istituzionali è sempre meglio sedersi ad un tavolo e provvedere a trovare soluzioni condivise, soprattutto se riguardano opere strategiche per il trasporto internazionale”.

La consigliera della Regione Lombardia Paola Macchi (Movimento 5 Stelle), ha auspicato chiarezza: “Vogliamo capire esattamente, ha detto, quali sono i motivi che hanno portato la Regione a prendere una decisione ritenuta unilaterale e che ha avuto come effetto la perdita di due milioni sui costi delle future prestazioni, oltre ad averci messo ulteriormente in imbarazzo per i ritardi, con gli amici svizzeri”.

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