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Il salario mediano svizzero supera i 7’000 franchi lordi al mese

Una busta piena di banconote svizzere.
La busta paga lorda elvetica mediana è di 7'024 franchi al mese. Keystone / Gaetan Bally

Nel 2024, il salario mediano in Svizzera ha superato per la prima volta i 7'000 franchi lordi mensili per un impiego a tempo pieno. Dietro questa cifra si cela una realtà complessa con profonde disparità settoriali e regionali, e un divario di genere che, seppur in lenta diminuzione, persiste soprattutto nelle posizioni di vertice.

Se da un lato la Svizzera si conferma un’isola di prosperità con retribuzioni tra le più alte d’Europa, dall’altro il costo della vita, anch’esso da record, ridimensiona il benessere percepito, specialmente per le fasce di popolazione a basso reddito e per chi vive in cantoni come il Ticino, fanalino di coda nella classifica salariale nazionale.

I dati sui salari mediani lordi mensili, pubblicati dall’Ufficio federale di statistica (USTCollegamento esterno) il 25 novembre 2025, offrono uno spaccato dettagliato del mercato del lavoro elvetico.

Il salario mediano è una misura statistica. Si prende l’insieme di tutti i salari ordinati dal più basso al più alto. Il salario mediano è quello che si trova esattamente a metà: il 50% dei lavoratori guadagna meno di questa cifra e il 50% guadagna di più. La differenza rispetto alla media (salario medio) sta nel fatto che la media si calcola sommando tutti i salari e dividendo per il numero di lavoratori.

La mediana non è influenzata dai valori estremi (molto alti o molto bassi), quindi è considerata più rappresentativa in presenza di grandi disparità.

Considerando i settori pubblico e privato nel loro insieme, nel 2024 il salario mediano per un posto a tempo pieno ammontava a 7’024 franchi lordi al mese (nel 2022 era di 6’788 franchi). Mentre il 10% dei lavoratori più pagati ha percepito un salario superiore a 12’526 franchi, il 10% meno remunerato ha dovuto accontentarsi di meno di 4’635 franchi al mese. Una forbice che, sebbene stabile nel lungo periodo, nasconde dinamiche divergenti.

I divari settoriali

Le differenze salariali tra i vari rami economici rimangono marcate. I settori a più alto valore aggiunto continuano a offrire le retribuzioni più elevate. L’industria del tabacco si conferma in cima alla classifica con un salario mediano a livello svizzero di 14’304 franchi, seguita dal settore bancario (10’723 franchi) e dall’industria farmaceutica (10’159 franchi).

All’estremo opposto, troviamo i servizi personali (4’496 franchi), i servizi di alloggio (4’715 franchi) e la ristorazione (4’744 franchi), settori caratterizzati anche da un’alta incidenza di salari bassi. Nel 2024, era considerato basso un salario inferiore a 4’683 franchi lordi mensili, una soglia che riguarda il 10,8% dei posti di lavoro in Svizzera.

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Il divario di genere si riduce, ma non sparisce

Secondo i dati presentati dall’UST si nota una progressiva ma leggera riduzione del divario salariale tra uomini e donne. Nel 2024, la differenza mediana si è attestata all’8,4%, in calo rispetto al 9,5% del 2022 e all’11,5% del 2018. Questa tendenza è confermata dall’aumento delle retribuzioni nominali nel 2024: +2,6% per le donne contro il +1,2% per gli uomini.

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Nonostante ciò, le disuguaglianze persistono e si accentuano con l’aumentare del livello gerarchico. Nelle posizioni ad alta responsabilità, le donne guadagnano ancora il 14% in meno dei loro colleghi maschi. La distribuzione di genere nelle diverse classi salariali rimane diseguale: le donne sono sovrarappresentate nella fascia bassa (62% dei salari inferiori a 4’500 franchi), mentre gli uomini dominano quella alta (74,9% dei salari superiori a 16’000 franchi).

Come il grafico seguente mostra chiaramente, la forbice salariale tra uomini e donne si allarga soprattutto dopo i 40 anni, mentre nelle fasce più giovani i salari mediani femminili restano solo leggermente inferiori a quelli maschili.

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Formazione e posizione gerarchica, il doppio binario della retribuzione

La formazione, come rileva l’UST, continua a essere un fattore determinante nella struttura salariale svizzera. Chi possiede un titolo universitario guadagna in media 10’533 franchi al mese, contro i 9’288 franchi di chi ha un diploma di una scuola universitaria professionale e i 6’390 franchi di chi è titolare di un attestato federale di capacità (AFC). A parità di formazione, è la posizione gerarchica a fare la vera differenza.

Un laureato che occupa un posto ad alto livello di responsabilità guadagna 14’409 franchi, mentre un collega con lo stesso titolo ma senza responsabilità gerarchiche si ferma a 8’645 franchi. La stessa dinamica si osserva per chi ha un AFC: 8’252 franchi per le posizioni di responsabilità contro 6’162 franchi per quelle senza funzioni di quadro. Questo schema evidenzia come le competenze acquisite con la formazione siano solo il punto di partenza, mentre il vero salto retributivo avviene con l’assunzione di responsabilità manageriali.

Il paradosso dei permessi di soggiorno

Un dato che potrebbe sorprendere riguarda le differenze salariali in base al permesso di soggiorno. Nelle posizioni ad alta responsabilità, i lavoratori stranieri guadagnano mediamente di più dei cittadini svizzeri. I titolari di permesso B (dimora) percepiscono 13’090 franchi, quelli con permesso C (domicilio) 11’966 franchi e i frontalieri con permesso G 11’207 franchi, mentre i cittadini svizzeri si fermano a 10’989 franchi.

La situazione si capovolge completamente per le posizioni senza responsabilità gerarchiche. In questo caso, i lavoratori svizzeri guadagnano 6’765 franchi, mentre i titolari di permesso B si fermano a 5’421 franchi, quelli con permesso C a 6’034 franchi e i frontalieri a 5’950 franchi. Questa dinamica riflette probabilmente la composizione del mercato del lavoro: molti lavoratori stranieri altamente qualificati vengono reclutati per posizioni specialistiche e manageriali, mentre nelle fasce più basse si concentrano lavoratori con minori qualifiche o in settori a bassa retribuzione.

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I benefit che fanno la differenza

Oltre allo stipendio base, un elemento importante della retribuzione complessiva è rappresentato dai bonus e dalla tredicesima mensilità. Nel 2024, quasi un dipendente su tre (32,6%) ha ricevuto bonus, con un valore medio annuo di 11’967 franchi. Tuttavia, l’importo varia enormemente a seconda del settore e della posizione.

I quadri superiori nel settore dei servizi finanziari e assicurativi hanno percepito bonus medi di 151’819 franchi all’anno, seguiti da quelli del settore bancario (147’796 franchi) e del commercio all’ingrosso (92’544 franchi). All’estremo opposto, i quadri dell’amministrazione pubblica hanno ricevuto bonus medi di soli 4’364 franchi. Anche i dipendenti senza funzioni di quadro hanno beneficiato di bonus, seppur più contenuti, con una media di 4’601 franchi.

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La tredicesima mensilità rimane una prassi consolidata: più di tre dipendenti su quattro (75,9%) l’hanno percepita nel 2024, e il 46,4% delle imprese la versa a quasi tutto il personale. Solo il 27,9% delle aziende non corrisponde alcuna tredicesima, confermando questa forma di retribuzione come uno standard del mercato del lavoro elvetico.

Il Ticino fanalino di coda

Il “Röstigraben” salariale è e resta una realtà consolidata. La regione di Zurigo si conferma la più ricca, con un salario mediano di 7’502 franchi, mentre il Ticino chiude la classifica con 5’708 franchi, quasi 1’800 franchi in meno. Questa disparità si spiega in gran parte con la diversa struttura economica dei cantoni e la concentrazione di settori ad alto valore aggiunto nelle aree metropolitane tedesche e romande.

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Una Paese a due velocità

La fotografia scattata dall’Ufficio federale di statistica conferma una Svizzera a due velocità: da un lato, professionisti altamente qualificati nei settori bancario, farmaceutico e tecnologico che beneficiano di retribuzioni tra le più alte al mondo; dall’altro, una fascia consistente di lavoratori nei servizi, nella ristorazione e nel commercio al dettaglio che fatica a far quadrare i conti nonostante gli stipendi nominalmente elevati.

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