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La Svizzera attrae nuove imprese ma una su tre non sopravvive

Inaugurazione del Polo AI a Ginevra.
In Svizzera si assiste a un profondo cambiamento strutturale nel panorama delle nuove imprese, guidato dall’intelligenza artificiale. Keystone / Pierre Albouy

Un’analisi del panorama imprenditoriale svizzero del 2025 rivela un quadro a due facce: da un lato, un numero record di nuove imprese, spinte da imprenditori stranieri, dall’intelligenza artificiale e da un settore artigianale in piena salute; dall’altro, un’ondata di fallimenti in crescita, che solleva interrogativi sulla sostenibilità di questa espansione. 

Il 2025 si preannuncia come un anno eccezionale per l’imprenditorialità in Svizzera. Secondo le proiezioni della piattaforma online Startups.chCollegamento esterno, entro la fine dell’anno saranno state iscritte al Registro di commercio ben 55’279 nuove aziende, con un incremento di quasi il 4,3% rispetto all’anno precedente. Un dato che, a prima vista, dipinge un quadro di grande dinamismo e fiducia nel futuro.

Da un’analisi più approfondita, però, emerge una realtà più complessa, caratterizzata da un aumento costante dei fallimenti aziendali. Un dualismo che merita di essere esplorato per comprendere appieno le trasformazioni in atto nel tessuto economico elvetico. 

Svizzera un porto sicuro per gli imprenditori stranieri

Un fattore chiave di questo boom è il crescente afflusso di imprenditori stranieri, in particolare dal Regno Unito e dalla Norvegia. Questa tendenza è una diretta conseguenza dei cambiamenti nella politica fiscale di questi Paesi. 

In Norvegia, l’aumento dell’imposta sulle società e sulla sostanza, unito all’ampliamento della base imponibile, ha spinto molti a cercare lidi più favorevoli. Nel Regno Unito, è stato il forte incremento dell’aliquota dell’imposta sulle società a innescare la fuga. In questo contesto, la Svizzera, con la sua stabilità politica ed economica e un sistema fiscale competitivo, viene sempre più percepita come un “safe haven”, un porto sicuro dove mettere a frutto le proprie idee imprenditoriali. 

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Questo interesse internazionale si riflette anche a livello regionale. La Svizzera centrale ha registrato la crescita più marcata, con un +14,2%. Il Canton Zugo, in particolare, si conferma uno dei luoghi più attrattivi, con un aumento del 19,9%, grazie a un regime fiscale e regolatorio particolarmente favorevole agli imprenditori internazionali.

Anche il Canton Zurigo mostra un andamento positivo, con un +7,1% e quasi 10’300 nuove imprese previste entro la fine dell’anno. La Svizzera romanda cresce in modo solido (+2,9%), con Ginevra che, grazie al suo forte orientamento internazionale, registra un +7,2%. 

L’inarrestabile ascesa dell’artigianato e la rivoluzione dell’IA

Un altro motore fondamentale della creazione d’impresa è il settore delle costruzioni e dell’artigianato. La domanda di specialisti dell’edilizia, dell’elettricità e del sanitario, dall’allestimento interno fino ai servizi artigianali specializzati, resta elevata. 

“Molti artigiani beneficiano del fatto che il loro lavoro non può essere sostituito dall’IA”, osserva Michele Blasucci, CEO di Startups.ch. Una constatazione che sottolinea la resilienza di un settore che, nonostante l’avanzata tecnologica, continua a basarsi su competenze e abilità umane insostituibili. 

Parallelamente, si assiste a un profondo cambiamento strutturale nel panorama delle nuove imprese, guidato dall’intelligenza artificiale. Se da un lato le costituzioni nei settori dei beni di consumo e del commercio sono diminuite, dall’altro sono nate numerose aziende nei campi dell’IT, della consulenza e, in particolare, dei servizi legati all’IA. 

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“Prima che l’IA produca dei perdenti, crea innanzitutto molti vincitori”, afferma Blasucci. L’introduzione dell’IA, infatti, richiede inizialmente risorse aggiuntive: consulenti, specialisti e partner che supportino l’implementazione. È proprio in questo ambito che stanno emergendo molti nuovi modelli di business.

Tuttavia, le imprese sono ancora in una fase di apprendimento e devono capire dove e come l’IA possa generare un reale valore aggiunto. Non a caso, spiega Startups.ch, la grande maggioranza dei progetti di IA, al momento, fallisce. 

Commercio, consulenza e immobiliare trainano le nuove imprese

L’analisi settoriale delle nuove imprese create nei primi undici mesi del 2025 rivela una distribuzione interessante. Il commercio al dettaglio si conferma il settore più dinamico con 3’924 nuove imprese, seguito a breve distanza dall’amministrazione e consulenza aziendale con 3’902 nuove realtà e dal ramo immobiliare con 3’650 costituzioni. Questi tre settori da soli rappresentano quasi un quarto del totale delle nuove imprese create nel periodo. 

Un dato significativo emerge dal confronto con i fallimenti: il commercio al dettaglio, pur registrando 774 procedure fallimentari, mantiene un rapporto creazioni-fallimenti di 5 a 1, a dimostrazione di una vitalità che supera ampiamente le difficoltà. Il settore della consulenza aziendale, in particolare, beneficia della crescente domanda di supporto per l’implementazione dell’intelligenza artificiale, confermando quanto osservato da Startups.ch sulla trasformazione in atto nel tessuto imprenditoriale elvetico.

Al contrario, il settore delle costruzioni presenta un quadro più complesso: se da un lato registra una forte crescita di nuove imprese grazie alla domanda sostenuta di servizi artigianali specializzati, dall’altro è il settore più colpito dai fallimenti con 1’576 procedure, seguito dalla ristorazione con 1’090 casi. 

Il rovescio della medaglia, fallimenti in crescita

Nonostante il fermento imprenditoriale, il quadro economico svizzero presenta anche delle ombre. I dati ufficiali dell’Ufficio federale di statistica (USTCollegamento esterno) indicano un aumento costante delle procedure di fallimento. Nel 2024, sono state aperte 17’036 procedure, con un incremento del +10,3% rispetto all’anno precedente. Questa tendenza, sebbene meno drammatica di quanto riportato da alcune fonti private, conferma una pressione crescente sul tessuto imprenditoriale. 

Contenuto esterno

Un fattore che ha certamente contribuito all’aumento dei fallimenti è la modifica legislativa entrata in vigore il 1° gennaio 2025. La nuova normativa prevede che anche i debiti fiscali delle aziende iscritte nel Registro di commercio possano essere fatti valere mediante procedura fallimentare, mentre prima le autorità potevano riscuotere le imposte non pagate solo mediante pignoramento. 

Uno sguardo al futuro, tra ottimismo e cautela

Il quadro che emerge dall’analisi del 2025 è complesso e ricco di contrasti. Da un lato, un’economia che dimostra una notevole capacità di generare nuove imprese, attrarre talenti e investimenti dall’estero e cavalcare l’onda dell’innovazione tecnologica. Dall’altro, un sistema che deve fare i conti con un numero crescente di aziende che non riescono a sopravvivere, schiacciate dalla concorrenza, da un contesto economico incerto e, in parte, da un quadro normativo più stringente. 

Nonostante le difficoltà, Michele Blasucci si dice cautamente ottimista per il 2026. La sfida per la Svizzera sarà quella di continuare a promuovere un ambiente favorevole all’imprenditorialità, sostenendo le startup innovative e aiutando le aziende a navigare in un mercato sempre più competitivo e in rapida evoluzione. Solo così il boom di nuove imprese potrà tradursi in una crescita solida e duratura, capace di assorbire l’urto dei fallimenti e di generare valore per l’intera economia. 

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