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Italia, Germania e Francia sostengono un’adesione dell’Ucraina all’UE

Olaf Scholz, Emmanuel Macron, Volodomyr Zelensky, Mario Draghi e Klaus Iohannis.
"L'Ucraina fa parte della famiglia europea": è il segnale che Scholz, Macron, Draghi e Iohannis hanno voluto dare con la loro visita in Ucraina. Keystone / Ludovic Marin / Pool

In visita a Kiev per dimostrare il sostegno dell'Europa, Draghi, Macron, Scholz e Iohannis si sono detti favorevoli a concedere "immediatamente" all'Ucraina lo status di candidato ufficiale all'adesione all'Unione Europea.

Lo status di candidato è solo il primo passo di un processo che può essere molto lungo e l’Ucraina ha bisogno dell’appoggio di tutti i 27 capi di Stato e di Governo dell’Unione Europea. Il messaggio lanciato giovedì a Kiev dal presidente francese Emmanuel Macron, dal suo omologo rumeno Klaus Iohannis, dal presidente del Consiglio italiano Mario Draghi (tutti e tre giunti nella capitale in treno) e dal cancelliere tedesco Olaf Scholz è però chiaro: “L’Ucraina fa parte della famiglia europea”, ha riassunto quest’ultimo.

“La visita di oggi, insieme a quelle di tanti altri leader europei venuti a Kiev nelle scorse settimane – gli ha fatto eco Mario Draghi – conferma inequivocabilmente il nostro sostegno, quello dell’Europa e dei nostri alleati”.

“L’Italia vuole l’Ucraina nell’Ue – ha poi sottolineato il presidente del Consiglio italiano. Vuole che abbia lo status di candidato e sosterrà questa posizione nel prossimo Consiglio europeo. [Il presidente ucraino Volodymyr] Zelensky sa che è una strada da percorrere, non solo un passo”.

Il servizio da Kiev e le corrispondenze da Roma, Parigi e Berlino:

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La Commissione europea dovrà formulare venerdì la sua raccomandazione sulla richiesta di adesione dell’Ucraina, raccomandazione presentata nel febbraio scorso, pochi giorni dopo l’inizio della guerra. Il parere della Commissione sarà poi discusso in occasione del Consiglio europeo del 23 e 24 giugno.

Lo status di candidato, però, “sarà accompagnato da una tabella di marcia e comporterà anche la presa in considerazione della situazione nei Balcani e nei Paesi vicini, in particolare in Moldavia”, ha precisato Emmanuel Macron. In altre parole, un’eventuale adesione dell’Ucraina non dovrebbe avere la precedenza sulle candidature già ufficiali dei quattro Stati balcanici (Albania, Montenegro, Macedonia del Nord e Serbia) e di quella verosimilmente a venire della Moldavia.

“È l’Ucraina a dover scegliere la pace che vuole”

Durante la conferenza stampa che ha seguito l’incontro con Zelensky, Mario Draghi ha inoltre ribadito che tutti vogliono la pace, ma che “l’Ucraina deve difendersi ed è l’Ucraina a dover scegliere la pace che vuole, quella che ritiene accettabile per il suo popolo; solo così può essere una pace duratura”.

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Il presidente ucraino Volodymyr] Zelensky ha da parte sua dichiarato che “gli ucraini oggi sono in prima linea nella lotta contro gli attacchi russi. Ma [la visita di oggi ha dimostrato che] non sono soli”.

“Gli ucraini si sono già guadagnati il diritto (…) allo status di candidato” e sono “pronti a lavorare” affinché l’Ucraina diventi “membro a pieno titolo dell’UE”, ha sottolineato il presidente ucraino.

Sostegno militare proseguirà

I dirigenti francesi e tedeschi, arrivati a Kiev in mattinata assieme a Draghi con un treno speciale notturno, si sono inoltre impegnati a continuare a sostenere militarmente Kiev.

“Stiamo aiutando l’Ucraina con le forniture di armi e continueremo a farlo finché l’Ucraina ne avrà bisogno”, ha dichiarato Scholz, che è stato criticato per aver ritardato la consegna di armi.

Emmanuel Macron ha annunciato che la Francia avrebbe consegnato all’Ucraina “altri sei Caesar”, cannoni semoventi noti per la loro precisione, di cui 12 sono già consegnati.

“È necessario che l’Ucraina possa resistere e vincere […] La Francia è stata al fianco dell’Ucraina fin dal primo giorno e continuiamo ad essere al fianco degli ucraini senza ambiguità”, ha dichiarato il presidente francese nel corso della breve visita effettuata assieme ai suoi omologhi a Irpin, sobborgo di Kiev devastato dalla guerra.

Negli ultimi giorni il presidente francese era stato pesantemente criticato in Ucraina, ma non solo, per aver detto che la Russia non deve essere “umiliata” e per aver mantenuto un dialogo regolare con Vladimir Putin.

“La decisione spetta al presidente Macron, ma non sono sicuro che il presidente russo sia pronto ad ascoltare”, ha detto Zelensky in risposta alla domanda di un giornalista. “Non si tratta solo di Emmanuel Macron, credo che nessun leader al mondo oggi possa da solo convincere la Russia a fermare la guerra”.

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