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Donazione di organi, si passa al consenso presunto

Un uomo con una valigia contenente organi umani pronti al trapianto
I donatori in Svizzera sono decisamente pochi rispetto a Francia, Austria e Italia, paesi dove vige il modello del "consenso presunto". Keystone / Frank May

In Svizzera mancano organi per salvare vite umane. Il Consiglio federale, per trovare una soluzione a questo annoso problema ha optato per una soluzione tipicamente svizzera: nella nuova legge si prevede il "consenso presunto" che coinvolge però anche i famigliari che possono rifiutare una donazione di organi se ciò corrisponde alla volontà del defunto.

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Nel marzo 2019 è stata presentata un’iniziativa popolare, munita di 112’633 firme valide, che chiede che gli organi di una persona deceduta possano essere donati, a meno che quest’ultima non si fosse opposta al prelievo quando era ancora in vita. Il testo domanda in sostanza l’introduzione di un modello del consenso presunto..

Il Governo federale è favorevole alla richiesta degli iniziativisti, ma – come ha sottolineato il consigliere federale Alain Berset in una conferenza stampa a Berna – intende tutelare maggiormente i diritti dei famigliari, che dovranno continuare ad avere la possibilità di farsi latori della volontà del defunto, ovvero sostiene un modello del consenso presunto “in senso lato”.

Questo significa che il governo, trovando estrema la soluzione del consenso presunto chiesto dall’iniziativa popolare, ha preferito presentare un controprogetto indiretto all’iniziativa. Spetterà alla fine al popolo esprimersi a favore o contro l’iniziativa o se preferire la soluzione di compromesso proposta dal governo (controprogetto).

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Mancano organi per salvare vite

Sia l’iniziativa che il controprogetto partono da una constatazione: in Svizzera mancano organi per salvare vite umane, ha sottolineato il ministro della sanità. Alla fine dell’anno scorso, le persone in lista d’attesa di un trapianto erano 1412. In media, occorre attendere più di un anno prima di trovare un organo donato che sia adeguato. L’anno scorso 68 persone in lista d’attesa sono decedute.

La Svizzera conta 14,2 donatori per milione di abitanti all’anno (media 2012-2016), una cifra notevolmente più bassa rispetto a Francia, Austria e Italia, Paesi dove vige il modello del “consenso presunto”.

Cambiando sistema si saranno più donatori

Il Consiglio federale è quindi convinto che, cambiando il sistema, il potenziale di donatori possa essere sfruttato meglio anche in Svizzera. Tuttavia, non intende introdurre il modello sostenuto dall’iniziativa, che non prevede il coinvolgimento dei famigliari, ma vede semmai con favore un sistema in cui i parenti possano avere la possibilità di rifiutare una donazione di organi se ciò corrisponde alla volontà del defunto.

Il nuovo disciplinamento, il cosiddetto “modello del consenso presunto in senso lato”, si applicherà alle persone a partire dai 16 anni residenti in Svizzera. Attualmente la donazione di organi è possibile soltanto se una persona deceduta vi ha consentito quando era ancora in vita. Altrimenti la decisione spetta ai parenti. Confrontato con questa difficile situazione, il 60% di loro rifiuta la donazione, mentre sondaggi indicano che una netta maggioranza della popolazione è favorevole al dono d’organi.

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