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Mario Draghi, tra emergenza Covid e riforme strutturali

Mario Draghi
Mario Draghi al momento della presentazione della lista dei minsitri. Keystone / Alessandro Di Meo / Pool

La lotta alla pandemia resta la priorità del governo. Una battaglia che va combattuta tutti insieme contro un nemico comune. Ma Draghi vuole anche affrontare obiettivi strategici e una serie di riforme necessarie per rilanciare il paese dopo la pandemia.

Mario Draghi ha iniziato il suo discorso programmatico al Senato, che è chiamato a votare la fiducia, richiamando i senatori alla “responsabilità nazionale” e allo “spirito repubblicano”.

“Oggi, l’unità non è un’opzione, l’unità è un dovere”. Mario Draghi

“Questo è il terzo governo della legislatura”, ha ricordato Mario Draghi, nel suo discorso. “Non c’è nulla che faccia pensare che possa far bene – ha continuato Draghi – senza il sostegno convinto di questo Parlamento. Oggi, l’unità non è un’opzione, l’unità è un dovere. Ma è un dovere guidato da ciò che son certo ci unisce tutti: l’amore per l’Italia”.

Naturalmente la lotta alla pandemia è una priorità assoluta, ma Draghi ha subito chiarito che il governo farà le riforme necessarie affrontando anche le emergenze. “Siamo consci dell’insegnamento di Cavour: le riforme compiute a tempo, invece di indebolire l’autorità, la rafforzano”.

Conscio del fatto che la maggioranza trovata in parlamento può sembrare quantomeno atipica, Draghi ha ricordato che “un esecutivo, specialmente in una situazione drammatica come quella che stiamo vivendo, è semplicemente il governo del Paese. Non ha bisogno di alcun aggettivo che lo definisca”. Come dire che nessuno fa un passo in dietro rispetto alla propria identità politica, semmai in un nuovo inconsueto perimetro ne fa uno in avanti nel rispondere alle necessità del paese. Ecco il commento del nostro corrispondente da Roma:

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Scelta europeista

Prima di elencare le priorità del governo, Draghi, ex presidente della Banca centrale europea, ha confermato quanto già si poteva intuire: “Sostenere questo governo – ha richiamato – è condividere l’euro, sostenere l’Ue che è sempre più integrata e che approderà a un bilancio pubblico comune capace di sostenere i paese più deboli in periodi di recessione”. Draghi ha poi aggiunto che “senza l’Italia non c’è l’Europa ma fuori Europa c’è meno Italia. Non c’è sovranità della solitudine”.

Riforma della sanità

Draghi è pronto ad aprire un confronto a tutto campo sulla riforma della nostra sanità. “Il punto centrale – sempre per Draghi – è rafforzare e ridisegnare la sanità territoriale, realizzando una forte rete di servizi di base. È questa la strada per rendere realmente esigibili i “livelli essenziali di assistenza” e affidare agli ospedali le esigenze sanitarie acute, post acute e riabilitative.

“La didattica a distanza, pur garantendo la continuità del servizio, ha creato disagi ed evidenziato le diseguaglianze”. Mario Draghi

Scuola al passo con i tempi

Dopo aver ricordato come la diffusione del Covid abbia provocato ferite profonde anche sul piano culturale ed educativo, Draghi non ha nascosto il fatto la didattica a distanza, pur garantendo la continuità del servizio, ha creato disagi ed evidenziato le diseguaglianze.

Importante però è investire nella formazione del personale docente per allineare l’offerta educativa alla domanda delle nuove generazioni. In questa prospettiva particolare attenzione va riservata agli istituti tecnici. “È stato stimato in circa 3 milioni, nel quinquennio 2019-23, il fabbisogno di diplomati di istituti tecnici nell’area digitale e ambientale. Senza innovare l’attuale organizzazione di queste scuole, rischiamo che quelle risorse vengano sprecate”, ha chiarito Draghi.

Lavoro e rilancio economico

Draghi ha poi posto una domanda fondamentale al Senato: “Quando usciremo, e usciremo, dalla pandemia, che mondo troveremo?” Alcuni pensano che il periodo della pandemia sia simile ad una lunga interruzione di corrente. Prima o poi la luce ritorna, e tutto ricomincia come prima. Non è così: “La scienza, ma semplicemente il buon senso – ha aggiunto Draghi – suggeriscono che potrebbe non essere così”. Il governo dovrà proteggere i lavoratori, tutti i lavoratori, ma sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche. Alcune dovranno cambiare, anche radicalmente. “E la scelta di quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento – ha chiarito ancora Draghi – è il difficile compito che la politica economica dovrà affrontare nei prossimi mesi”.

“Non è una buona idea cambiare le tasse una alla volta”. Mario Draghi

Riforma fiscale

Il sistema tributario è un meccanismo complesso, le cui parti si legano una all’altra. Per questo motivo “non è una buona idea cambiare le tasse una alla volta” sottolinea Draghi. Un intervento complessivo rende anche più difficile che specifici gruppi di pressione riescano a spingere il governo ad adottare misure scritte per avvantaggiarli. Le esperienze di altri paesi insegnano che le riforme della tassazione dovrebbero essere affidate a esperti, che conoscono bene cosa può accadere se si cambia un’imposta. “Una riforma fiscale – secondo Draghi – segna in ogni Paese un passaggio decisivo. Indica priorità, dà certezze, offre opportunità, è l’architrave della politica di bilancio”.

Riforma della pubblica amministrazione

Un riforma che non si può più procrastinare è quella della pubblica amministrazione. La riforma dovrà muoversi su due direttive: investimenti in connettività con anche la realizzazione di piattaforme efficienti e di facile utilizzo da parte dei cittadini. Poi è necessario soprattutto l’aggiornamento continuo delle competenze dei dipendenti pubblici, anche selezionando nelle assunzioni le migliori competenze e attitudini in modo rapido, efficiente e sicuro, senza costringere a lunghissime attese decine di migliaia di candidati.

“Il precedente Governo ha già svolto una grande mole di lavoro sul Programma di ripresa e resilienza”. Mario Draghi

Obiettivi strategici

Draghi ha ammesso poi che il precedente Governo ha già svolto una grande mole di lavoro sul Programma di ripresa e resilienza. “Dobbiamo approfondire e completare quel lavoro che, includendo le necessarie interlocuzioni con la Commissione Europea, avrebbe una scadenza molto ravvicinata, la fine di aprile”, ha ricordato Draghi.

Dunque, nelle prossime settimane il nuovo governo rafforzerà la dimensione strategica del Programma, in particolare con riguardo agli obiettivi riguardanti la produzione di energia da fonti rinnovabili, l’inquinamento dell’aria e delle acque, la rete ferroviaria veloce, le reti di distribuzione dell’energia per i veicoli a propulsione elettrica, la produzione e distribuzione di idrogeno, la digitalizzazione, la banda larga e le reti di comunicazione 5G.

Tempistica

Dalle 12.30 hanno iniziato a prendere la parola i vari gruppi. Le dichiarazioni di voto – come ha precisato la presidente del Senato – inizieranno non prima delle 20.40, poi alle 23 circa comincerà la chiama. L’esito del voto di fiducia non è previsto prima delle 24. Giovedì alle 11.30 si replica alla Camera dei deputati.


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