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Zermatt, il grattacielo più alto della Svizzera nel cuore delle Alpi

Il progetto della torre.
Lina Peak

Una torre di 260 metri ai piedi del Cervino. Un grattacielo (sarebbe il più alto della Svizzera) che spunta dalla stretta valle di Zermatt come un ago d'acciaio puntato verso il cielo alpino. Sembra l'ennesimo sogno visionario destinato a rimanere sulla carta. Eppure, questa volta potrebbe essere diverso.

Ai piedi dell’iconico Cervino, nel cuore di una delle località alpine più famose al mondo, potrebbe presto sorgere una struttura che sfida le convenzioni architettoniche montane. Il progetto Lina PeakCollegamento esterno, una torre residenziale di 260 metri, è la visione dell’imprenditore locale Heinz Julen per rispondere a una delle sfide più pressanti di Zermatt: la cronica carenza di alloggi. Il progetto sarà presentato ufficialmente alla popolazione venerdì 14 novembre 2025, con l’avvio di una raccolta firme per sostenerlo. 

Questo grattacielo alpino non è solo una proposta edilizia, ma un manifesto che mira a “ripensare Zermatt”, offrendo un modello di sviluppo verticale per preservare il suolo e garantire un futuro sostenibile alla comunità locale. 

Zermatt in una foto notturna.
Il villaggio di Zermatt in Vallese. KEYSTONE/Martin Ruetschi

Il visionario Heinz Julen

Per comprendere la portata di Lina Peak, è essenziale conoscere il suo ideatore. Heinz Julen (61 anni) è una figura poliedrica e profondamente radicata nel tessuto di Zermatt. Artista, architetto, designer e albergatore, Julen è noto per il suo stile non convenzionale che fonde lusso, arte e design industriale. I suoi lavori, come il Backstage HotelCollegamento esterno e i suoi esclusivi chalet e loft, sono diventati punti di riferimento a Zermatt, caratterizzati da un uso audace di materiali come acciaio, legno e cemento, e da soluzioni spaziali innovative. La sua reputazione di “architetto ribelle” e visionario precede questo progetto, che si inserisce nel suo percorso di costante ricerca di nuove forme espressive per l’abitare in montagna. 

Il progetto Lina Peak in dettaglio

Lina Peak si propone come un “villaggio verticale”, un progettato multifunzionale per integrare diverse necessità della comunità. La torre, che sorgerebbe su un terreno di 6’000 metri quadrati di proprietà dello stesso Julen a nord del centro del villaggio, è molto più di un semplice edificio residenziale. Il progetto prevede una struttura complessa e integrata per rispondere a diverse esigenze della comunità. 

Altezza: 260 metri (65 piani, 50 metri più alto della Roche Tower di Basilea)

Appartamenti: 550 unità abitative per residenti e lavoratori stagionale a prezzi accessibili.

Cultura e sport: Una sala per eventi, concerti e attività sportive.

Benessere: Una piscina coperta pubblica, aperta a tutti i residenti, e un asilo nido.

Logistica : Un centro per parcheggi, trasporti e movimentazione merci per alleggerire il traffico a Zermatt.

Turismo: Un collegamento diretto via gondola all’impianto di risalita Kumme, per una migliore gestione dei flussi turistici

L’obiettivo dichiarato è quello di creare un “polmone” per Zermatt, un intervento che, attraverso la densificazione verticale, possa alleviare la pressione sul suolo e restituire tranquillità al centro del villaggio. 

Una risposta alla crisi abitativa

La visione di Julen affonda le radici in un problema socio-economico tangibile. Zermatt, che gode di un successo turistico senza precedenti (2,6 milioni di pernottamenti e approssimativamente 450 milioni di franchi di valore aggiunto nel 2024), soffre di una gravissima crisi abitativa. Con una popolazione residente di circa 6’000 persone che esplode fino a oltre 40’000 durante l’alta stagione invernale (stima basata sul flusso turistico e sul personale stagionale, ndr.), il tasso di sfitto è sceso a un drammatico 0,4%, come ha raccontato Julen in un’intervistaCollegamento esterno a Stadtfragen. Piattaforme come Airbnb hanno fatto lievitare i prezzi degli affitti, rendendo quasi impossibile per chi vi risiede o vi lavora durante la stagione i residenti e i lavoratori stagionali trovare alloggi a prezzi sostenibili. Lina Peak si propone come una soluzione radicale a questo problema, offrendo centinaia di appartamenti a prezzi calmierati, con un modello di finanziamento misto che coinvolge privati, autorità comunali e altri fornitori di servizi. 

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Julen ha concepito una struttura sociale verticale: appartamenti economici nei piani bassi, loft di lusso nei piani alti. Una famiglia di Zermatt dovrebbe poter acquistare 100 metri quadrati per un milione di franchi, considerato “economico” per gli standard locali. I loft di lusso ai piani superiori, venduti a prezzi molto più elevati, finanzierebbero così gli appartamenti accessibili, creando un mix sociale senza dipendere da fondi pubblici. 

Un castello in aria? I precedenti svizzeri

L’audacia di Lina Peak evoca inevitabilmente il ricordo di altri grandiosi progetti architettonici svizzeri che, tuttavia, non hanno mai visto la luce. La storia recente della Confederazione è costellata di “castelli in aria” che fungono da monito per chiunque sogni di rivoluzionare il paesaggio alpino. Questi progetti falliti condividono un destino comune: visioni ambiziose che si sono infrante contro il muro del consenso pubblico, delle opposizioni ambientaliste e delle difficoltà finanziarie. 

La torre in un disegno.
Lina Peak

La torre di Vals: un gigante di vetro nel cuore delle alpi

Il caso più emblematico e recente è certamente quello della torre di ValsCollegamento esterno, nel Canton Grigioni. Nel 2015, gli investitori Remo StoffelCollegamento esterno e Pius Truffer presentarono a New York un progetto che avrebbe dovuto diventare l’edificio più alto d’Europa: una torre di 381 metri e 80 piani, progettata dallo studio Morphosis del premio Pritzker Thom Mayne. Il grattacielo, destinato a sorgere accanto alle celebri Terme di Vals di Peter Zumthor, avrebbe ospitato 107 suite di lusso con prezzi compresi tra 1’000 e 25’000 franchi a notte, oltre a spa, ristoranti, sky bar e persino una galleria d’arte. Il costo stimato era di 300 milioni di franchi. 

La proposta fu accolta con indignazione. Vittorio Lampugnani, professore emerito di architettura al Politecnico federale di Zurigo, dichiarò allora senza mezzi termini che “i grattacieli nelle Alpi sono un’assurdità”. Il progetto non ottenne mai l’approvazione urbanistica e rimase quello che i locali chiamano un Luftschloss, un castello in aria.  

Davos e la torre della Montagna incantata

Ancora più longevo nel suo limbo progettuale è il caso della SchatzalpCollegamento esterno di Davos, sempre nei Grigioni. Nel 2003, le archistar elvetiche Jacques Herzog e Pierre de Meuron presentarono un piano per una torre residenziale di lusso alta 105 metri, esattamente quanto la lunghezza dello storico Hotel Schatzalp. Questo edificio art nouveau, ex sanatorio per tubercolosi e ambientazione del romanzo La montagna incantata di Thomas Mann, avrebbe dovuto essere affiancato da un “Living Tower” finanziato con 100 milioni di euro dall’investitore Pius AppCollegamento esterno

Gli architetti difesero il progetto sostenendo che “la torre tocca appena il suolo e non disturba il paesaggio”, ma le associazioni ambientaliste non furono d’accordo. Sebbene la popolazione di Davos avesse approvato di misura il cambio di destinazione d’uso in una votazione, l’opposizione delle associazioni ambientaliste bloccò definitivamente il progetto.  

Sfide e prospettive future

Questi precedenti dimostrano come la strada per progetti così impattanti sia irta di ostacoli pressoché insormontabili: dalla raccolta dei fondi all’ottenimento del consenso pubblico, dalla resistenza ambientalista alle complessità burocratiche. La domanda che aleggia su Lina Peak è inevitabile: sarà diverso questa volta? 

Le sfide sono notevoli. L’impatto visivo di una torre di 260 metri in un paesaggio alpino protetto è destinato a generare un acceso dibattito. La stessa destinazione turistica Zermatt-Cervino ha già espresso critiche sulla comunicazione del progetto e la necessità di una modifica del piano regolatore per convertire il terreno agricolo in edificabile rappresenta un ostacolo burocratico significativo. Anche se i responsabili della pianificazione cantonale hanno già segnalato che la riconversione del terreno agricolo sarebbe possibile, a condizione che il progetto sia considerato “necessario”. 

Il successo di Lina Peak dipenderà dalla capacità di Heinz Julen di convincere non solo gli investitori, ma soprattutto la comunità di Zermatt, che la sua visione verticale è l’unica via per garantire un futuro prospero e sostenibile al villaggio.  

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