In Svizzera le case si allargano, le famiglie si restringono

Le abitazioni diventano sempre più grandi, ma sono occupate da sempre meno persone. È questa la tendenza che emerge dall’analisi dei dati sul patrimonio abitativo in Svizzera, dove la superficie media a disposizione di ogni persona è in costante aumento, riflettendo profondi cambiamenti demografici, economici e sociali. Anche l’Italia segue la stessa tendenza elvetica.
Nel 2024, la Svizzera contava 1,8 milioni di edifici a uso abitativo e 4,84 milioni di abitazioni, con una superficie abitativa media per persona che ha raggiunto i 46,6 metri quadrati. Come evidenziato dai dati dell’Ufficio federale di statistica (USTCollegamento esterno),questo valore si è stabilizzato dal 2021 dopo anni di crescita costante, che ha visto un incremento del 12% in poco più di vent’anni, passando dai circa 41,5 metri quadrati del 2000 agli attuali valori.
Questa abbondanza di spazio è strettamente legata alla struttura delle famiglie elvetiche: più della metà degli edifici abitati (55%) ospita solo una o due persone. Le abitazioni stesse sono sempre più grandi, con una superficie media di 102 metri quadrati, mentre quelle di tre o quattro locali rappresentano il 54% del patrimonio abitativo nazionale. Le nuove costruzioni sono ancora più spaziose: gli immobili costruiti negli ultimi dieci anni coprono mediamente 230 metri quadrati di superficie al suolo, ben oltre la media generale di 174 metri.
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Le differenze regionali sono significative: nella regione del Lemano, in Svizzera francese, la superficie pro capite è di 42,5 metri quadrati, mentre nella Svizzera orientale e in Ticino si superano i 49 metri quadrati.
Il confronto con l’Italia
L’Italia presenta un quadro diverso ma altrettanto interessante. Secondo i datiCollegamento esterno dell’Osservatorio del mercato immobiliare e dell’Agenzia delle Entrate, al 31 dicembre 2023 il Paese contava 35,6 milioni di abitazioni per circa 59 milioni di abitanti, con un rapporto di una casa ogni 1,6 abitanti (circa due abitazioni ogni tre persone).
Le abitazioni italiane sono mediamente più grandi di quelle svizzere in termini assoluti: 118 metri quadrati di superficie media con 5,5 stanze per abitazione. Considerando la superficie per persona, però, l’Italia si attesta sui 40,5 metri quadrati nel 2023, un valore che si è stabilizzato negli ultimi due anni dopo una crescita costante durata oltre due decenni. Dal 2000 al 2023, lo spazio abitativo per persona è aumentato di 6,1 metri quadrati, passando da 34,4 a 40,5 metri quadrati, con un incremento del 17,7%.
Particolarmente interessante è osservare nel grafico come la crescita italiana sia simile a quella svizzera, con un aumento medio di circa 0,27 metri quadrati per anno. Questo trend riflette un processo di graduale miglioramento delle condizioni abitative, pur mantenendo un divario significativo con la Svizzera di circa 6 metri quadrati per persona.
Forti disparità territoriali in Italia
Le differenze regionali italiane sono ancora più marcate di quelle svizzere. Nelle province di Aosta, Sondrio, Verbano, Asti e Belluno, così come in quelle centrali di Rieti, L’Aquila, Isernia e Oristano, la superficie abitativa pro capite supera i 100 metri quadrati. All’estremo opposto, a Milano e Roma i metri quadrati per abitante scendono sotto i 60, evidenziando il peso della densità urbana sulle condizioni abitative.
Uno sguardo all’Europa
Allargando lo sguardo al resto d’Europa, il quadro si fa ancora più eterogeneo. Secondo i dati di EurostatCollegamento esterno e di altre ricerche, il Lussemburgo si conferma il paese con le case più spaziose, con una media di ben 66 metri quadrati a persona, seguito dalla Danimarca con 51,4 metri quadrati. La Svizzera si colloca quindi nella fascia alta della classifica, ben al di sopra della media europea.
Germania: spazi generosi ma con forti disparità sociali
La Germania presenta valori simili alla Svizzera, con 46 metri quadrati per persona nel 2018 secondo il DestatisCollegamento esterno (Ufficio federale di statistica tedesco). Il dato tedesco rivela significative disparità legate alla composizione familiare e all’età: i single dispongono di circa 68 metri quadrati per persona, mentre le famiglie con figli minori si attestano sui 32 metri quadrati. Particolarmente interessante è il dato degli over 65, che raggiungono i 59 metri quadrati per persona, evidenziando come l’invecchiamento della popolazione influenzi la distribuzione degli spazi abitativi.
Francia: tra metropoli affollate e campagne spaziose
La Francia mostra un quadro più contenuto, con 40,3 metri quadrati per persona nel 2017 secondo l’INSEE (Collegamento esternoultimo dato consolidato disponibile dell’Istituto nazionale di statistica). Il paese transalpino presenta però le disparità territoriali più marcate d’Europa: a Parigi la media crolla a soli 31 metri quadrati per persona, mentre nei comuni rurali sale a 47 metri quadrati. Anche l’età gioca un ruolo determinante: i giovani sotto i 30 anni dispongono di circa 30 metri quadrati, mentre gli over 65 raggiungono i 60 metri quadrati. La tendenza generale francese è verso un aumento dello spazio disponibile, dovuto alla riduzione del numero medio di abitanti per alloggio, passato da 2,7 nel 1984 a 2,3 nel 2013.
I due estremi europei
All’estremo opposto troviamo paesi come la Romania, con appena 15 metri quadrati a persona, e la Polonia, con 24,9 metri quadrati. L’Italia, con i suoi 40,5 metri quadrati, si posiziona in una fascia intermedia, ma comunque al di sopra di altri paesi del Sud Europa come la Spagna (33 metri quadrati) e la Grecia (30,6 metri quadrati).
Implicazioni e sfide per il futuro
L’aumento della superficie abitativa pro capite, se da un lato testimonia un miglioramento della qualità della vita, dall’altro comporta un maggiore consumo di suolo e un aumento della domanda di energia per il riscaldamento, il raffrescamento e l’illuminazione. In un contesto di transizione energetica, questa tendenza rappresenta una sfida importante.
Mentre la Confederazione elvetica ha raggiunto il 23% di edifici dotati di pompe di calore (questa tecnologia domina nelle nuove costruzioni, rappresentando ben tre quarti dei sistemi di riscaldamento degli immobili edificati nell’ultimo decennio) e sta progressivamente abbandonando i combustibili fossili, ancora presenti nel 52% degli edifici (il 35% utilizzava olio da riscaldamento e il 17% gas naturale), l’Italia presenta un quadro energetico ancora fortemente dipendente dai fossili.
In Italia Nella Penisola il gas naturale domina con il 70% delle abitazioni, concentrato soprattutto nelle aree urbane e del Nord Italia, mentre le pompe di calore coprono appena il 10-12% del parco edilizio secondo i dati ENEA Collegamento esternodel 2022. Questa disparità si riflette anche nella presenza significativa di combustibili fossili liquidi come il gasolio, ancora utilizzati negli edifici più vecchi e nelle zone rurali o montane, e nella peculiare diffusione delle biomasse (legna e pellet) che caratterizza circa il 15% delle abitazioni italiane, soprattutto nelle zone montane e rurali del Centro e Nord Italia.
La crescente diffusione di sistemi di riscaldamento efficienti rappresenta un passo fondamentale verso la decarbonizzazione del settore edilizio, ma la strada verso la neutralità climatica richiede strategie differenziate: accelerazione degli investimenti in tecnologie pulite per la Svizzera, e una vera e propria rivoluzione energetica per l’Italia.

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