In Ticino la riforma fiscale accettata per una manciata di voti
Per sole 193 schede di scarto, la riforma fiscale sostenuta dal governo ticinese e dalla maggioranza del parlamento cantonale è stata accettata domenica dai cittadini recatisi alle urne.
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tvsvizzera.it/mar/ats con RSI (TG del 29.4.2018)
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La revisione, approvata dal 50,1% dei votanti, prevede in particolare di diminuire dal 2020 l’imposta sulle persone morali e sul patrimonio, nonché di aumentare i prelievi sui dividendi.
In Svizzera il sistema tributario è struttura in modo federalistico. Le imposte sul reddito sono prelevate dalla Confederazione, dai cantoni e dai comuni e ogni cantone possiede un sistema tributario proprio.
La maggior parte delle imposte sul reddito finiscono nelle casse di cantoni e comuni. La Confederazione preleva dal canto suo la cosiddetta Imposta federale diretta.
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La nuova legge sulla fiscalità è particolarmente favorevole per i contribuenti facoltosi. Col vecchio sistema, per un patrimonio di 10 milioni di franchi si dovevano pagare 35’000 franchi di imposte. Con quello nuovo, bisognerà sborsare 20’000 franchi.
La riforma prevede però anche dei sostegni per le famiglie meno benestanti: ad esempio, il cantone attribuirà un assegno parentale di 3’000 franchi per ogni neonato e sovvenzioni per le spese di custodia dei bambini.
A lanciare il referendum erano stati, tra gli altri, il Partito socialista, i Verdi, il sindacato Unia e l’Unione sindacale svizzera, che avevano definito la riforma un “racket”. Secondo il governo, questa revisione porterà 38 milioni di franchi in meno nelle casse dello Stato e dei comuni. Per gli oppositori, la cifra è più alta: 50 milioni.
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