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Voci su un possibile test nucleare ai confini dell’Ucraina

Dopo giorni di escalation verbale sulla minaccia atomica della Russia, il presidente russo Vladimir Putin sarebbe pronto ad un inquietante gesto dimostrativo per alzare ancor di più il tiro nello scontro con l'Occidente.

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A lanciare l’allarme, secondo il Times, è stata un’informativa di intelligence inviata dalla Nato agli Stati membri: un rapporto in cui si avverte di possibili prove di forza di Mosca attraverso simulazioni che prevedono l’impiego di testate nucleari.

Accanto al possibile test già ipotizzato del siluro Poseidon, che sarebbe in rampa di lancio dal sommergibile Belgorod di recente intercettato nel mar Artico, il nuovo avvertimento sarebbe rappresentato da un treno militare della divisione nucleare in movimento in direzione dell’Ucraina, anche se le ultime geolocalizzazioni note lo davano ancora nella regione di Mosca, a centinaia di chilometri dalla frontiera.

Secondo l’analista Konrad Muzyka, l’unità è responsabile delle munizioni nucleari, del loro stoccaggio e della manutenzione, e potrebbe essere impiegata in un “esercizio di deterrenza strategica”. Gli spostamenti del convoglio ferroviario erano stati segnalati già domenica dal canale Telegram filorusso Rybar, che descriveva i blindati caricati con nuovi pezzi d’artiglieria equipaggiati con cannoni, mitragliatrici e lanciagranate.

Stando a una fonte di alto livello della difesa occidentale citata dal quotidiano britannico, la dimostrazione di forza più probabile da parte di Putin tramite il ricorso a ordigni atomici avverrebbe nel Mar Nero. Ma “non è impossibile” che il leader del Cremlino possa utilizzare un’arma nucleare tattica in Ucraina. In quel caso, però, i rischi per Mosca sarebbero inevitabilmente più alti. “Potrebbero sbagliare e colpire accidentalmente una città russa vicino al confine ucraino, come Belgorod”, ha spiegato la fonte. Per Andrew Futter, professore dell’Università di Leicester ed esperto di armi atomiche, l’aver mobilitato il treno delle divisione nucleare rappresenta al momento un avvertimento lanciato da Putin all’Occidente.

Sulla preparazione di una provocazione nucleare, però, le intelligence alleate restano caute. “Non abbiamo nessuna indicazione che le forze armate russe stiano mobilitando mezzi o personale connessi al loro arsenale nucleare: tutto al momento è nella norma”, ha spiegato un alto funzionario della difesa occidentale.

Ma la Nato non ha smentito ufficialmente il report del Times e il timore di un gesto sconsiderato dello zar di fronte ai rivolgimenti negativi sul terreno ucraino, da Kharkiv a Kherson, resta forte. “Putin si sente con le spalle al muro e può essere piuttosto pericoloso e sconsiderato”, ha avvertito in un’intervista alla Cbs il direttore della Cia, Bill Burns.

Il presidente russo deve “essere preoccupato, non solo di ciò che sta accadendo sul campo di battaglia in Ucraina ma anche di ciò che sta accadendo in patria e a livello internazionale”, ha sottolineato ancora il numero uno dell’intelligence Usa, ricordando che, nonostante la promessa di “un’amicizia senza limiti”, la Cina ha rifiutato di offrire supporto militare per l’offensiva in Ucraina.

Il Cremlino, invece, glissa. Sollecitato su un eventuale ricorso all’atomica, il portavoce Dmitry Peskov ha replicato che Mosca non intende “prendere parte” alla “retorica nucleare” alimentata “nei media occidentali” da politici e capi di Stato. Più esplicito è stato l’ambasciatore russo in Francia, Alexei Meshkov, che in un’intervista alla tv CNews ha assicurato che “per ora la Russia non ha motivo di utilizzare armi nucleari tattiche”, ricordando che “nella dottrina russa ci sono soltanto due motivi per i quali noi potremmo utilizzare armi nucleari: un attacco con armi nucleari contro la Russia o i suoi alleati, o un attacco con armi convenzionali che metta in pericolo la nostra stessa esistenza”.
 

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