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“Vado in pensione in Svizzera”, ma c’è chi fa il contrario

La Svizzera versa 2 miliardi in pensioni a emigrati rotnati in Italia.
La Svizzera versa 2 miliardi in pensioni a emigrati rotnati in Italia. Keystone / Oliver Lang

Pensionati in fuga dalla Svizzera per vivere con più agio in Italia e loro colleghi che fanno il tragitto inverso per ricongiungersi ai familiari. Nuove tendenze della migrazione della terza età discusse a Roma.  

La Svizzera, terra di emigrazione italiana per antonomasia dagli anni Cinquanta fino alla metà degli anni Settanta del secolo scorso, è tornata ad attrarre manodopera dal Belpaese e addirittura pensionati e pensionate.

È quanto emerso dal recente convegno “L’Italia delle partenze e dei ritorni. Pensionati migranti di ieri e di oggi” organizzato recentemente a Roma dall’INPS che ha messo in luce le nuove tendenze del fenomeno. In primo luogo si è constatato negli ultimi 12 anni, periodo di cui si hanno ora dati precisi, un incremento degli espatri di persone al beneficio di una rendita pensionistica.

Pensionati migranti in aumento

I numeri, è stato rilevato nell’incontro, sono ancora piuttosto contenuti ma la tendenza degli espatri delle persone anziane sembra chiara, anche se non costante (come evidenziatosi durante la pandemia): le partenze sono salite fino al 2019 a 5’600-5’700, per poi arretrare attorno alle 3’600 nel biennio 2020-2021 e poi aumentare di nuovo a 4’600 l’anno scorso.

In Svizzera il fenomeno evidenzia alcune peculiarità. “Quelli che si trasferiscono in Svizzera – ci spiega Toni Ricciardi, deputato a Montecitorio e professore di storia delle migrazioni a Ginevra – sono in genere over 70 che non sono più autosufficienti o che sono rimasti vedovi. Di solito tornano a vivere con i figli che hanno lasciato nel Paese dove precedentemente avevano svolto la loro attività lavorativa”.

Più in generale, l’istituto nazionale della previdenza sociale (INPS) versa 317’254 pensioni in 165 Paesi, cifra che corrisponde al 2,4% del totale erogato (dati 2022), per un importo complessivo di 1,4 miliardi di euro. In totale nel 2022 l’INPS ha pagato, in Italia e all’estero, 17,7 milioni di rendite per un valore di 231 miliardi.

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E proprio la Confederazione elvetica è lo Stato dove si trova il maggior numero di pensionate e pensionati italiani, seguita da Germania, Spagna, USA, Canada, Australia, Francia, Belgio. La classifica degli importi erogati dalle autorità italiane è invece un po’ differente e la Svizzera (110 milioni di euro ricevuti) è preceduta da Portogallo (153 milioni) e Spagna (126 milioni), paesi con una fiscalità privilegiata per questa categoria di persone.

Motivazioni familiari nella scelta di emigrare

Una ricerca illustrata nel corso del convegno conferma quanto indicato dallo storico Toni Ricciardi e sfata alcuni miti che si sono diffusi ultimamente. Le e i pensionati che si trasferiscono in Paesi esotici sono una quota ormai insignificante e in continuo regresso. Sempre dai dati INPS risulta che è statisticamente irrilevante il numero delle partenze per Cuba e in forte diminuzione (-27%) quelle verso Thailandia e Costarica.

Un discorso analogo riguarda la concorrenza fiscale: il Portogallo, che era la mecca degli anziani magari più facoltosi, ha visto ridursi drasticamente le pensionate e pensionati italiani, soprattutto dalla fine nel 2020 dell’esenzione decennale per gli stranieri (e a maggior ragione verosimilmente dal 2024 quando sparirà anche l’attuale flat tax). A resistere sono la Spagna (+460 partenze, +17% nel 2022) e Tunisia (190) che gode di un regime fiscale agevolato per gli ex dipendenti pubblici.

A essere determinanti sono dunque i legami affettivi e i ricongiungimenti familiari che, come osserva Toni Ricciardi, porta a superare condizioni materiali, soprattutto in termini di costo della vita, di Paesi come la Svizzera, per tornare a vivere con figli e figlie (e nipoti), in particolare in caso di peggioramento della situazione personale.

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Nel vortice di flussi generati dagli spostamenti delle persone della terza età è singolare, osserva sempre Toni Ricciardi, il caso della Svizzera, che da sola paga la metà dei 4 miliardi che gli enti previdenziali stranieri versano alle e agli emigrati rientrati in Italia in tarda età.

Svizzera troppo cara

Un fenomeno che per l’accademico ginevrino ha “motivazioni essenzialmente economiche” facilmente individuabili e collegate all’inasprimento delle condizioni materiali. “Il costo della vita nella Confederazione è diventato proibitivo per diverse fasce sociali”, spiega Toni Ricciardi. E oltre al progressivo aumento negli anni di molte voci del bilancio familiare – premi delle assicurazioni sanitarie obbligatorie, affitti (e più recentemente bolletta energetica e inflazione, soprattutto sui prodotti alimentari), ha spesso un ruolo di rilievo nelle scelte individuali l’inadeguata copertura pensionistica.

“La previdenza professionale privata – la quota di rendita pensionistica finanziata congiuntamente da datore di lavoro e dipendente – risulta spesso carente”, osserva lo storico. E la quota pubblica (AVS), versata dalla Confederazione, “non basta certo a una sopravvivenza adeguata in Svizzera.

Un pensionato o una pensionata, esemplifica, che riceve 1’500 franchi dall’AVS e altri 1’500 dal secondo pilastro (previdenza professionale), in molte zone di provincia italiane può avere un tenore di vita assai diverso rispetto a quello che ha a Zurigo e Lugano.

Provincia italiana ridisegnata

Date queste premesse il caso elvetico finisce per avere impatti rilevanti sul tessuto sociale in molte aree di vecchia emigrazione. Gli italiani e le italiani rientrati nel paese d’origine dalla Confederazione sono 293’741 (primo grafico) a cui, come detto, la previdenza elvetica eroga 2 miliardi di euro all’anno. Quasi il doppio di quanto l’INPS versa per pagare tutte le pensioni all’estero. Una cifra che corrisponde, ha aggiunto Toni Ricciardi in occasione del recente convegno romano, a un quinto di una manovra finanziaria “al ribasso”.

Si tratta insomma di somme che concorrono a ridisegnare realtà periferiche, spesso del Meridione, ma anche del Nord produttivo interessato dal fenomeno del frontalierato (Como, Lecco ma persino Bergamo). In provincia di Avellino, ha sottolineato Toni Ricciardi, dei 38 milioni versati in pensioni 22 provengono dalla Svizzera, a ulteriore testimonianza delle diffuse e variegate interconnessioni tra la provincia italiana e la Confederazione.  

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