Era dai tempi della fine della guerra fredda – dal 1989 per la precisione - che le forze armate svizzere non svolgevano un'esercitazione su così ampia scala.
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Keystone-ATS/mar
Nell’operazione “Pilum 22”, conclusasi lunedì, circa 5’000 militari di quattro battaglioni meccanizzati, uno logistico e una compagnia di fanteria di montagna, sono stati impegnati per una settimana in cinque cantoni svizzero tedeschi (Berna, Soletta, Argovia, Lucerna e Zurigo).
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L’esercitazione aveva per obiettivo di valutare il futuro delle forze di terra nei prossimi decenni, che dovranno diventare più flessibili e facili da manovrare, e anche collaborare più strettamente con le autorità civili, ha dichiarato lunedì il divisionario e comandante delle Forze terrestri René Wellinger ai media ad Aarau, al termine dell’operazione. L’impegno e la serietà delle truppe sono stati elevati in tutti i settori per adempiere ai compiti stabiliti, ha sottolineato Wellinger, consapevole che il conflitto in Ucraina ha contribuito a questo risultato.
Per l’esercitazione – che era stata pianificata primo dello scoppio della guerra in Ucraina – è stato usato il materiale attualmente disponibile per fare pratica sul terreno reale. La situazione creata prevedeva un “sistema di nemici ibridi”, con le forze ostili dall’altra parte del confine a nord della regione di Basilea e con gruppi armati ostili che agiscono in Svizzera, ha spiegato il divisionario.
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I soldati hanno anche collaborato su base sussidiaria con la polizia cantonale argoviese ed è stato aperto un nuovo terreno di cooperazione con le forze operative speciali. Per consolidare tale attività è necessaria una maggiore formazione, ha detto Wellinger. La guerra elettronica, tuttavia, sta andando bene.
Secondo il portavoce dell’esercito Daniel Reist, alla hotline appositamente istituita ci sono state solo segnalazioni isolate da parte della popolazione per l’eccessivo rumore e le perturbazioni alla circolazione stradale. I media regionali e il servizio per il traffico Viasuisse hanno informato sui principali movimenti di veicoli blindati.
Il Gruppo per una Svizzera senza esercito (GssE) ha criticato l’esercitazione su larga scala definendola “assurda”: l’esercito – scrive in un comunicato diffuso lunedì nel tardo pomeriggio – si sta preparando ad affrontare le minacce alla sicurezza più improbabili. Ma contemporaneamente è parte del più grande problema di sicurezza dell’umanità, ossia la crisi climatica.
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