Tre tonnellate di cocaina nascoste tra le banane a Gioia Tauro
Il porto di Gioia Tauro, al centro di molti traffici.
Keystone / Adriana Sapone
Sequestro record di droga proveniente dal Sudamerica nel porto calabrese.
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tvsvizzera.it/spal con Keystone-ATS
L’ingente quantitativo di stupefacente, rinvenuto dalla Finanza, si trovava in due container provenienti da Guayaquil (Ecuador), e destinati in Armenia, attraverso il porto di Batumi (Georgia).
Il sequestro è avvenuto nell’ambito di una complessa indagine che si è concentrata sulle rotte commerciali tra Sudamerica e Mar Nero, attraverso lo scalo di Gioia Tauro. Le due tonnellate e 734 chilogrammi di cocaina purissima erano state occultate in un carico di 78 tonnellate di banane contenuto in box refrigerati di 12 metri.
Gli approfondimenti sulla documentazione reperita e i controlli incrociati, effettuati mediante le banche dati, sulle società coinvolte nell’operazione, indica una nota della Finanza, “hanno confermato le ipotesi investigative e la necessità di procedere all’ispezione dei due box refrigerati in cui era nascosta la cocaina”.
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Operazione resa possibile grazie anche all’ausilio di sofisticati scanner in dotazione all’Ufficio dogane e delle unità cinofile della Guardia di Finanza, con il cane antidroga Joel. La sostanza stupefacente sequestrata, risultata di qualità purissima e in perfetto stato di conservazione, avrebbe fruttato ai trafficanti un introito di oltre 800 milioni di euro.
Nei giorni precedenti gli investigatori avevano setacciato migliaia di contenitori provenienti dal Sud America nei quali erano stati sequestrati altri carichi di cocaina per un totale di 600 chilogrammi.
Lo stupefacente era stato nascosto sempre in carichi di frutta esotica proveniente dall’Ecuador ma con modalità differenti: tra la merce, in doppi fondi o, ancora, nelle intercapedini esterne dei box.
Nel porto di Gioia Tauro, dal mese di gennaio del 2021 a oggi, sono state sequestrate complessivamente circa 37 tonnellate di cocaina.
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A quanto pare si tratta di un caso isolato: il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) non è a conoscenza di altri connazionali coinvolti in una situazione simile.
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