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Taglio in vista alla Posta, toccate quasi 4’000 persone

Soppressione di impieghi nella filiale per i recapiti pubblicitari.
Soppressione di impieghi nella filiale per i recapiti pubblicitari. © Keystone / Michael Buholzer

I vertici del Gigante giallo intendono sopprimere Direct Mail Company (DMC), la filiale adibita al recapito degli invii pubblicitari, nel giugno del prossimo anno. Quasi 4’000 persone, per un equivalente di 422 posti a tempo pieno, sono coinvolte dalla progettata ristrutturazione.

La Posta svizzera ha avviato la procedura di consultazione sulla prevista abolizione del servizio autonomo di distribuzione del materiale pubblicitario alla popolazione.

Evoluzione negativa del mercato

La misura, che interessa quasi 4’000 dipendenti, per un totale di 422 posti equivalenti a tempo pieno, è stata ideata per far fronte ai cambiamenti intervenuti nel mercato pubblicitario.

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La rapida trasformazione digitale, indica una nota del Gigante giallo, fa sì che da anni nelle cassette delle lettere arrivi sempre meno pubblicità cartacea (volantini, opuscoli e giornali gratuiti non indirizzati), di cui si occupa proprio il comparto DMC.

+ Aumentano le tariffe della Posta

I vertici dell’azienda pubblica, confrontati con le “notevoli difficoltà economiche” attraversate da DMC, “non vede altra soluzione” se non quella di chiudere la propria organizzazione di recapito del materiale pubblicitario, affidandone il compito al normale servizio di distribuzione di tutti gli invii alla rete capillare sul territorio del Gigante giallo.

A questa specifica attività attualmente sono impiegate 3’855 persone con un salario a ore e un tasso di occupazione piuttosto ridotto, compreso tra le tre e le otto ore a settimana. A queste si aggiungerebbero 72 dipendenti impiegati/e a tempo pieno.

Sindacati contrari

Il piano progettato dalla direzione non vede però d’accordo i sindacati che hanno già espresso le loro critiche. Per Diego Frieden, responsabile del partenariato sociale con DMC, la misura avrà un impatto sociale pesante. Per molte persone l’attività svolta, ha affermato, è “un’importante integrazione al loro magro reddito, spesso pari o inferiore al minimo vitale” e “il fatto che un numero così elevato di persone perda il lavoro avrebbe conseguenze sociali importanti”.

Da parte sua Manuel Wyss, responsabile del settore Logistica di Syndicom, si attende “che la Posta sottoponga a tutti gli interessati un’offerta di lavoro all’interno del Gruppo” o, in alternativa a coloro che non vogliono o non posssono accettare tale offerta, “un piano sociale con una sostanziosa indennità di buonuscita”. 

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