La Fondazione svizzera Konsumentenschutz (SKS) ha presentato un esposto contro Swisscom, Coca-Cola Svizzera e altre sei aziende nel Paese che, a suo dire, diffonderebbero informazioni non accurate sul loro impegno per la protezione dell'ambiente.
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Keystone-ATS/tins
L’organizzazione ritiene che le affermazioni pubblicitarie di queste aziende sulla neutralità climatica siano ingannevoli e ha presentato un reclamo alla Segreteria di Stato per gli affari economici (SECO) in base alle legge federale sulla concorrenza.
“I consumatori sono stati ingannati”, ha dichiarato venerdì in un comunicato la direttrice della SKS Sara Stalder.
Oltre a Swisscom e Coca-Cola Svizzera, le denunce riguardano anche lo Zoo di Zurigo, la società di autonoleggio Avis, l’agenzia di viaggi Elite, il distributore di gasolio per riscaldamento Kübler Heizöl e l’agente Selly, una società che vende immobili.
Secondo l’organizzazione per la tutela di consumatori e consumatrici, sempre più prodotti e servizi vengono pubblicizzati con slogan “ecologici”. Ad esempio, gli abbonamenti di telefonia mobile vengono descritti come “neutrali per il clima” e l’olio da riscaldamento come “neutrale per la CO2”.
“In realtà, un’analisi di SKS mostra che molte affermazioni pubblicitarie sono esagerate o addirittura infondate”, afferma l’organizzazione. “Non sono spiegate in modo dettagliato, né sono comprovate”.
Secondo la Fondazione, le affermazioni delle aziende non sono pienamente verificabili perché i dati sulle emissioni di CO2 sono carenti, o incompleti. Per quanto riguarda i numerosi progetti di compensazione citati dalle aziende in questione, la SKS sostiene non abbiano praticamente alcun effetto sulla concentrazione effettiva di CO2 nell’atmosfera.
Interrogate dal quotidiano zurighese Tagesanzeiger, alcune delle aziende coinvolte hanno riconosciuto, almeno in parte, che il concetto di neutralità climatica è opinabile. Altre hanno sostenuto con fermezza di considerarsi neutrali dal punto di vista climatico, o addirittura “positive dal punto di vista climatico”.
La SKS chiede che la Svizzera inasprisca la legge sul greenwashing, sulla falsariga di quanto già fatto da alcuni Paesi vicini. “Non c’è motivo per cui consumatori e consumatrici in Svizzera debbano essere meno protetti di quelli europei da promesse ingannevoli sull’impegno per la protezione dell’ambiente”, ha dichiarato Stalder.
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