Dopo l'affossamento dell'accordo quadro istituzionale, Berna e Bruxelles scelgono una strategia passo dopo passo per risolvere le vertenze.
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Keystone-ATS/mar
Dal maggio 2021, quando il Governo svizzero ha deciso unilateralmente di non concludere l’accordo quadro istituzionale con l’Unione europea, le relazioni tra Berna e Bruxelles si trovano a un punto morto.
Per rilanciare i negoziati e cercare di trovare una soluzione ai numerosi dossier ancora in sospeso (ripresa del diritto europeo, meccanismo di risoluzione delle controversie, mercato dell’elettricità, accordi nell’ambito della ricerca, della sanità…), Svizzera e UE hanno deciso venerdì di seguire un approccio per pacchetti.
Questa strategia un maggiore spazio per compromessi e soluzioni, ha affermato la Segretaria di Stato svizzera Livia Leu dopo un incontro con la Commissione europea a Bruxelles.
Questa pista ha un chiaro vantaggio rispetto all’accordo quadro istituzionale, dato che “offre maggiori possibilità di compromesso e di soluzioni”, ha sottolineato Livia Leu. “Ancora una volta, abbiamo avuto una discussione aperta e orientata alla soluzione”, ha aggiunto.
Anche l’UE ha definito l’incontro costruttivo. Ma le differenze permangono, secondo la segretaria di Stato. La questione della libera circolazione delle persone, ad esempio, deve essere ancora chiarita.
Leu ha sottolineato ancora una volta lo stretto legame tra Berna e Bruxelles. La guerra in Ucraina ha evidenziato l’importanza di una relazione regolata, che costituisce la base per una crescita economica a vantaggio di entrambe le parti, ha rilevato.
L’incontro rappresentava la sesta tornata di colloqui esplorativi tra Leu e Juraj Nociar, capo di gabinetto del vicepresidente della Commissione europea Maros Sefcovic, responsabile del dossier svizzero. La data della prossima riunione non è ancora stata fissata.
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