L'organizzazione sostiene che nella Confederazione c'è disparità di trattamento tra richiedenti asilo, il razzismo è sistemico e le misure per combattere il cambiamento climatico sono insufficienti.
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tvsvizzera.it/MaMi con Keystone-ATS
Il razzismo è sistemico, il diritto all’aborto è minacciato e le misure adottate contro il riscaldamento globale sono insufficienti: queste sono alcune delle critiche mosse da Amnesty International (AI) alla Svizzera nel suo rapporto annualeCollegamento esterno pubblicato oggi.
Il servizio odierno del TG:
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Per quanto riguarda il razzismo, il Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulle persone di origine africana, che ha visitato la Svizzera all’inizio del 2022, ha raccomandato, tra le altre cose, il divieto della profilazione razziale e ha sollecitato la creazione di organi di reclamo civili indipendenti che abbiano poteri di supervisione e disciplinari sulla polizia in ogni Cantone, ha dichiarato AI.
In occasione della sua visita in Svizzera, Amnesty ha riscontrato tracce di razzismo sistemico, soprattutto nell’ambito delle forze dell’ordine e del sistema giudiziario. Un caso esemplare è quello di Brian, noto alla stampa svizzera anche con il nome di “Carlos”, detenuto nel penitenziario Pöschwies di Regensdorf (nel canton Zurigo) che in un periodo è stato confinato 23 ore al giorno nella propria cella.
L’intervista del TG della RSI alla portavoce Sarah Rusconi:
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Diritto all’aborto, definizione di “stupro”
Il diritto all’aborto è minacciato. Sono in corso due iniziative popolari lanciate nel dicembre 2021 da membri dell’Unione democratica di centro (UDC, destra sovranista) con l’obiettivo di ostacolare l’accesso all’aborto. Questo è in pieno contrasto con quanto raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), che vorrebbe depenalizzare completamente l’aborto.
Il Parlamento non è ancora riuscito a trovare un’intesa sulla ridefinizione del concetto di “stupro”. A differenza del Consiglio nazionale, quello degli Stati non vuole basarsi sulla nozione del consenso. L’approccio “solo sì è sì” sarebbe quanto auspicato dal Comitato per l’eliminazione della discriminazione contro le donne dell’ONU, osserva Amnesty.
Clima: non si fa abbastanza
Dal rapporto annuale di AI emerge che la Svizzera non sta facendo abbastanza sul fronte del clima. Ad aprile è stato assegnato alla Grande camera della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo il ricorso del comitato “Anziane per il clima Svizzera”, con cui esse denunciano il peggioramento della loro salute imputandone la causa alla mancata adozione delle misure necessarie contro il surriscaldamento globale da parte di Berna. In un primo momento avevano anche indetto una causa che però è stata respinta dal Tribunale federale (TF) svizzero.
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Inoltre, la proposta parlamentare di inserire nella legge l’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050 e di definire nuove misure per i vari settori è sospesa fino al voto popolare del prossimo 18 giugno.
Asilo
In relazione ai richiedenti d’asilo, AI sottolinea che la rapida assistenza fornita alle persone in fuga dal conflitto in Ucraina è in netto contrasto con le lacune normative applicate ai richiedenti asilo di altri Paesi che sono stati ammessi solo provvisoriamente.
A causa dell’arrivo dei rifugiati ucraini, i progetti per migliorare le condizioni di vita nei centri di asilo federali sono stati ritardati. Inoltre alcune persone sono state parzialmente ostacolate anche durante l’allontanamento dal Paese e i diritti dei bambini non sono stati considerati sufficientemente.
Anche i diritti di 1,8 milioni di persone con disabilità in Svizzera non sono sufficientemente rispettati. Come constatato dal relativo Comitato delle Nazioni Unite nel marzo 2022, la Svizzera ha violato tali diritti a causa della mancanza di una “strategia di attuazione esaustiva” della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità.
Legge federale sulle attività informative
Il progetto di revisione della Legge federale sulle attività informative è stato fortemente criticato per l’intenzione di voler estendere i già ampi poteri dei servizi d’intelligence a scapito dei diritti umani fondamentali.
Infine, la Corte europea dei diritti dell’uomo si è pronunciata a favore della Comunità ginevrina d’azione sindacale (CGAS), che ha riscontrato una violazione del diritto alla libertà di riunione pacifica nel divieto per le manifestazioni imposto a causa della pandemia da coronavirus.
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