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Quando il parroco è in burnout

Lo stress non risparmia neanche chi ha deciso di dedicare la propria vita a servire Dio. I casi di burnout fra i pastori e i sacerdoti non sono rari, al punto che la Chiesa riformata ha deciso di affrontare il problema. Nel canton San Gallo, ad esempio, è nato un centro di prevenzione per combattere questo fenomeno.

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Alcune persone quando sono in difficoltà si rivolgono a uno psicologo, altri al proprio sacerdote o al proprio pastore. Ogni tanto però, è proprio il parroco ad aver bisogno di aiuto. Celebrare matrimoni in luoghi tutt’altro che convenzionali, essere circondato da persone che costantemente chiedono sostegno. I fattori che rendono stressante la professione di pastore o sacerdote di una comunità sono molti.

Il burnout è uno stato esaurimento psichico caratterizzato da tre principali fattori:

1) sfinimento emotivo: considerato il fattore principale, si riferisce a una sensazione si spossatezza emotiva, fisica e mentale. Le persone interessate si sentono completamente prive di energia;

2) cinismo o disinteressamento: fattore che designa un atteggiamento di indifferenza o distanza nei confronti del lavoro (clienti, pazienti, parroicchiani, ecc.);

3) calo del rendimento personale: sensazione di essere sempre meno all’altezza della situazione nonostante il grande impegno.

fonte: SECOCollegamento esterno

Secondo gli studi, un parroco su quattro è a rischio di burnout e uno su dieci presenta qualche sintomo.   

“Ci viene chiesto ad esempio di celebrare matrimoni in mongolfiera, o in piccole barche sul lago, o in qualche castello difficile da raggiungere. Ci chiediamo sempre quando dire no, quando dire sì e siamo soli a prendere la decisione. Soli, con l’impressione che ogni volta che diciamo no le persone rinuncino alla Chiesa o la abbandonino”, ha raccontato alla Radiotelevisione svizzera sotto anonimato RS, pastore protestante della Svizzera occidentale.

Il suo caso è emblematico delle difficoltà di una professione che richiede sempre più lavoro amministrativo e soffre a causa un’accettazione sociale della Chiesa in calo.

Per evitare che servire Dio vada a scapito della salute, la Chiesa riformata ha creato a San Gallo un centro di prevenzione per combattere il burnout. Il problema è affrontato anche durante la formazione dei pastori.

“Lavoriamo con un modello di competenze strutturali che mostra ai futuri pastori, uomini e donne, che non devono essere dei superparroci in tutti i campi. Devono pensare a quali sono i loro talenti, i loro punti forti come individui e basarsi su quelli, specializzarsi in alcune cose e rinunciare ad altre. Per molti di loro funziona”, ha spiegato Thomas Schaufelberger responsabile per la formazione dei pastori di 19 Cantoni.

 

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