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La leggendaria batteria di Carl Palmer

Gli Elp Legacy in concerto a Biasca. tvsvizzera


Questo contenuto è stato pubblicato il 09 febbraio 2019 - 10:00
tvsvizzera con RSI e SRF

Carl Palmer, il batterista del supergruppo rock britannico Emerson, Lake & Palmer che ha spopolato nella prima metà degli anni ’70, ha fatto tappa con la sua band a Biasca, in Ticino, sabato scorso, 2 febbraio. Incontriamolo in questo approfondimento della trasmissione Il Quotidiano.

Ad assistere all’evento al Centro sportivo della località della Riviera, unica tappa svizzera della sua tournée europea, c’era un pubblico intergenerazionale con cospicua maggioranza però, come è ovvio, di ultracinquantenni.


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Il trio denominato Elp Legacy ha proposto una rivisitazione originale dei brani degli Emerson, Lake & Palmer. Invece della montagna di tastiere e sintetizzatori con cui Keith Emerson, scomparso nel marzo del 2016 a Santa Monica in California, deliziava le folle con i suoi virtuosismi nell’epoca in cui imperava il progressive rock (Yes, Genesis, King Crimson e per certi versi anche Pink Floyd furono gli altri protagonisti di quella stagione) la chitarra di Paul Bielatowicz che ha connotato in chiave quasi heavy metal i fraseggi dei classici del gruppo britannico.

A fornire la base ritmica delle strutturate composizioni degli Elp (tra cui Tarkus, Living Sin e Knife Edge) la possente batteria di Carl Palmer e il basso di Simon Fitzpatrick.

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Un tuffo nel passato insomma nel quale gli ELP, con i loro virtuosismi e la loro musica contaminata da varie influenze (musica classica, jazz, ragtime), scalavano le classifiche delle vendite di dischi di mezzo mondo e affollavano gli stadi. Come in molti probabilmente si ricordano a Zurigo dove nell'aprile del 1973 il trio fu la prima band a riempire per la prima volta l’Hallenstadion in ogni ordine di posti.

Emerson, Lake & Palmer al loro arrivo all'aeroporto di Zurigo il 14 aprile 1973 in occasione de loro concerto all'Hallenstadion. Keystone

Poi arrivò la decadenza e gli ELP, più di altri loro colleghi, pagarono dopo il 1977 la rivoluzione del Punk che con chitarre scordate e canzoni di due accordi base fece tabula rasa dei tecnicismi e delle complesse architetture del Progressive rock. Ma all’età di 68 anni Carl Palmer sembra volerci riprovare con l’energia di un ventenne.

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