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Riprese le ricerche dei dispersi sulla Marmolada

La ferita sul ghiacciaio della Marmolada
La ferita aperta sul ghiacciaio della Marmolada. Keystone / Soccorso Alpino/ Handout

È di sei morti, otto feriti (di cui due in modo serio) e 13 dispersi il bilancio ufficiale provvisorio stilato lunedì mattina dalle autorità sul crollo avvenuto domenica sulla Marmolada.

Un enorme seracco si è staccato, accompagnato da un boato, dal ghiacciaio sulle Dolomiti, a causa delle elevate temperature, secondo quanto indicano gli esperti, che si susseguono dal mese di maggio anche in quota.

Domenica la colonnina di mercurio aveva registrato un massimo di 10,3 gradi, con la minima che nella notte era rimasta sempre sopra i 5 gradi (lo zero termico è oltre i 4’000 metri).

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Il crollo si è verificato intorno a mezzogiorno nei pressi di Punta Rocca, lungo l’itinerario di salita della via normale, e ha travolto diverse cordate di escursionisti – quattro secondo alcuni testimoni – che stavano raggiungendo la vetta con i ramponi.

A franare è stata una porzione della cima della Marmolada attorno ai 3’000 metri, 300 metri sotto la vetta. In pochi secondi dalla montagna sono caduti giganteschi blocchi di ghiaccio e di roccia che hanno travolto le persone che si trovavano lungo il percorso. I feriti si sono salvati solo perché erano lontani dall’area del crollo, investiti dallo spostamento d’aria e da piccoli detriti. In ragione della dinamica dell’evento i  soccorritori nutrono flebili speranze di trovare ancora persone in vita tra i dispersi.

Si sono attivate tutte le stazioni del soccorso alpino della zona, almeno cinque elicotteri e le unità cinofile, che hanno operato fino a quando anche i soccorritori sono stati evacuati per l’elevato pericolo di ulteriori distacchi. Un pezzo della calotta sommitale di Punta Rocca è rimasto in bilico e centinaia di metri cubi di ghiaccio potrebbero franare da un momento all’altro. Per questo motivo i comuni di Canazei (Trento) e di Rocca Pietore (Belluno) hanno vietato, con apposite ordinanze, l’accesso e la percorrenza dell’area interessata dalla valanga fino a quando non sarà accertata la natura del distacco con gli opportuni rilievi glaciologici e geologici.

I feriti sono stati trasportati negli ospedali di Belluno, di Treviso e di Trento, mentre le salme delle vittime sono state portate allo stadio del ghiaccio di Canazei, paese della Val di Fassa che si trova a pochi chilometri dal passo Fedaia, dove parte la funivia per salire in vetta. Attivato anche un team di psicologi per assistere i parenti delle vittime, che non sono ancora state identificate. Per farlo è probabile che sarà necessario l’esame del dna.

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