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Ricercatori svizzeri osservano un esopianeta su cui soffiano venti a 70’000 km/h

wasp 121b
SImulazione dell'aspetto dell'esopianeta WASP-121b. NASA

Un team internazionale è riuscito a osservare uno dei corpi celesti più estremi della nostra galassia: l'esopianeta WASP-121b, ricoperto da nubi di vapore metallico.

Combinando i quattro telescopi giganti del Very Large Telescope, un team internazionale con la partecipazione di ricercatori svizzeri è riuscito a osservare l’esopianeta WASP-121b con una precisione senza precedenti. Sul corpo celeste regna uno dei climi più estremi della nostra galassia.

WASP-121b è uno degli esopianeti più studiati. Conosciuto per le sue condizioni estreme – in particolare le nubi di vapore metallico – è classificato nella categoria dei cosiddetti Giovi ultracaldi.

Per saperne di più, un team internazionale di astronomi – tra cui figurano il Dipartimento di astronomia dell’università di Ginevra (UNIGE) e il Polo di ricerca nazionale PlanetS – ha sondato diversi strati atmosferici, fornendo i dati più dettagliati finora disponibili sull’atmosfera di un esopianeta. Il lavoro, pubblicato sulla prestigiosa rivista “Nature”, rivela la presenza di potenti venti e mette alla prova i modelli teorici.

WASP-121b, noto anche come Tylos, si trova a 900 anni luce dalla Terra, nella costellazione australe della Poppa. Impiega solo trenta ore per girare intorno alla sua stella. È durante il transito davanti all’astro che gli astronomi hanno puntato contemporaneamente i quattro telescopi giganti che compongono il Very Large Telescope, situato nel deserto di Atacama in Cile.

Rilevando e tracciando i percorsi dei vapori di ferro, sodio e idrogeno a diverse altitudini, i ricercatori hanno potuto determinare la velocità del vento.

Il risultato, una mappa tridimensionale della circolazione atmosferica, ribalta le previsioni teoriche: “È come essere in un film di fantascienza”, afferma Julia Victoria Seidel, ex dottoranda dell’UNIGE, che ha guidato il team di ricerca, citata in un comunicato odierno.

“Persino i venti nettuniani, i più violenti del Sistema solare, che soffiano a 2’000 km/h, sembrano una leggera brezza rispetto alla furia dei venti di WASP-121b, che raggiungono i 70’000 km/h”, conclude la ricercatrice.

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