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Politico gambiano alla sbarra a Bellinzona per crimini contro l’umanità

Alcune vittime di Sonko all entrata del Tribunale penale federale di Bellinzona.
Alcune vittime di Sonko all'entrata del Tribunale penale federale di Bellinzona. © Ti-press

Si è aperto al Tribunale penale federale (TPF) il processo contro l'ex ministro dell'interno del Gambia Ousman Sonko, accusato di diversi reati gravi, tra cui omicidio e stupro.

L’atto d’accusa stilato dal Ministero pubblico della Confederazione (MPC) contempla, a carico del politico africano che aveva chiesto l’asilo in Svizzera, i reati di omicidio intenzionale, lesione grave, esposizione a pericolo della vita altrui e violenza carnale, commessi tra il gennaio del 2000 e il settembre del 2016, quando Sonko è stato destituito dal suo incarico di ministro dell’interno.

In particolare la corte penale del TPF, che giudica in qualità di tribunale di prima istanza, dovrà stabilire se i capi di imputazione sono qualificabili come crimini contro l’umanità, poiché commessi dal 55enne nel quadro di un attacco esteso e sistematico contro la popolazione civile.

Il nodo dei crimini contro l’umanità

La procura federale accusa il politico gambiano di aver commesso la maggior parte di questi crimini in complicità con Yahya Jammeh, allora presidente del paese dell’Africa occidentale, e con dirigenti delle forze di sicurezza e dei servizi carcerari. In totale sono undici le vittime dirette e i discendenti di vittime che si sono costituiti parte civile. 

Da parte sua l’imputato, che si trova in carcere nella Confederazione da sette anni, respinge le accuse. Secondo l’avvocato di Sonko, Philippe Currat, i fatti descritti nell’atto d’accusa non sono responsabilità del suo cliente, ma dei servizi segreti (NIA), e “questa agenzia – ha riferito ai media – non è mai stata sotto l’autorità o il controllo, né di fatto né di diritto, di Ousman Sonko”.

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Sonko è in carcere dal suo arresto il 26 gennaio del 2017, all’indomani di una denuncia penale inoltrata da Trial International, organizzazione non governativa (ong) che si occupa di lottare contro l’impunità per crimini internazionali. Fino ad allora viveva indisturbato nel centro per richiedenti asilo di Kappelen-Lyss (Berna). L’ong era stata informata del fatto che Sonko aveva chiesto asilo in Svizzera dopo essere stato privato del suo incarico ministeriale.

Il principio della giurisdizione universale

In proposito il presidente di Trial International, Leslie Haskell, ha osservato che Sonko è “il più alto responsabile politico mai processato in Europa per crimini internazionali in nome della giurisdizione universale”.

È dal 2011 che la Svizzera, in nome della giurisdizione universale, ha la competenza di giudicare i crimini più gravi (come il genocidio o crimini contro l’umanità) commessi all’estero a condizione che l’autore si trovi sul suo suolo.

Interrogato dalla radio pubblica romanda RTS, Alain Werner, fondatore e direttore dell’ong Civitas maxima, attiva nella promozione del perseguimento di crimini contro l’umanità, fa notare che “la Corte penale internazionale (CPI), per questioni tecniche, non si occuperà probabilmente mai del Gambia”. I processi davanti a giurisdizioni nazionali, ha aggiunto, “sono la sola occasione per le vittime di ottenere giustizia”.

Il processo dovrebbe durare fino alla fine di gennaio. La Corte dei reclami penali del TPF aveva confermato la sua carcerazione di sicurezza fino al passaggio in giudicato della sentenza di primo grado. Per i giudici sussiste un rischio di fuga e una forte presunzione di colpevolezza.

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