Palazzo ducale preso d'assalto dai turisti.
Keystone / Gaetan Bally
L’agenzia culturale dell’ONU non ha inserito la città lagunare nella lista dei siti Patrimonio dell'umanità “in pericolo”.
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tvsvizzera.it/spal con Keystone-ATS
La decisione, presa all’unanimità dai delegati durante la 45esima sessione del World Heritage Committee a Riad, in Arabia Saudita, ha suscitato la soddisfazione delle autorità comunali e del ministro italiano della cultura, Gennaro Sangiuliano, che ha però precisato che per la sua tutela “il lavoro continua”.
La “raccomandazione” degli esperti dell’organizzazione internazionale suggeriva di inserire Venezia nel novero dei siti a rischio, giudicando “insufficienti” le misure messe in campo per lottare contro il deteriorarsi della situazione ambientale ed economica. Numerose sono state le mobilitazioni a sostegno di una decisione del genere, non ultima una petizione online con 4’500 firme.
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Da giorni, nella capitale araba, era presente una delegazione veneziana che ha comunicato l’approvazione recente del regolamento definitivo per il biglietto d’ingresso che sarà sperimentato dalla prossima primavera, allo scopo di gestire e limitare l’afflusso di visitatrici e visitatori giornalieri senza prenotazione.
Per il sindaco Luigi Brugnaro “è la dimostrazione di come siano stati riconosciuti da tutti gli sforzi che stiamo mettendo in campo per la salvaguardia di Venezia e che la proposta di inserimento in danger list era molto politica e poco tecnica”.
Tra gli argomenti portati all’attenzione del Comitato Unesco, il ministro Sangiuliano ha citato “i rilevanti progressi” conseguiti negli ultimi anni per la salvaguardia del sito dalla minaccia dei cambiamenti climatici e dalle sfide poste dal turismo di massa, come il sistema Mose e le barriere alla Basilica di San Marco. A questo proposito il Governo italiano ha fatto sapere che intende proseguire nell’azione di tutela del sito.
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