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Antonio Tajani presidente del Parlamento europeo

L'italiano Antonio Tajani, del Partito popolare europeo (Ppe), è stato eletto ieri sera presidente del Parlamento europeo con 351 voti, contro i 282 ottenuti dal candidato socialista, sempre italiano, Gianni Pittella.

Questo contenuto è stato pubblicato il 18 gennaio 2017 - 08:20
tvsvizzera.it/fra
Il nuovo presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani. Keystone

Un testa a testa come a Strasburgo non si era mai visto, incerto fino all'ultimo. Alla fine a trionfare è stato Tajani, tra i fondatori di Forza Italia nel 1994 con Silvio Berlusconi, nel derby tutto italiano.

L'Italia, dopo quasi quarant'anni, esprime così di nuovo un presidente del Parlamento europeo, il primo da quando l'aula è eletta a suffragio universale. 
Come previsto, la corsa per lo scranno più alto dell'aula di Strasburgo è stata una gara all'ultimo deputato tra il candidato del Ppe e quello socialista, finiti al ballottaggio dopo una giornata di votazioni che li ha sempre visti in testa a testa. Tajani ha mantenuto per tutta la giornata un vantaggio di circa 90 voti, che Pittella non è riuscito a colmare.

A lanciarlo verso la vittoria l'accordo stretto in mattinata con i 68 liberali del gruppo Alde di Guy Verhofstadt, che sono andati a sommarsi ai 217 eurodeputati popolari. Un accordo che ha esposto nuovamente alle critiche il fianco dei liberali, passati nel giro di qualche settimana da una proposta di intesa fatta ai socialisti al patto con il Ppe, passando per un fallimentare tentativo di accordo con Grillo.

Anche con la convergenza di Verdi e sinistra unitaria, la rincorsa di Pittella è apparsa disperata. Alla fine, lo scarto è stato di 69 voti: 351 voti a 282 il risultato finale, con 80 astenuti. In ogni caso, una corsa con una suspense simile l'aula di Strasburgo non la vedeva da decenni. L'ultima volta, e l'unica, in cui si era arrivati al quarto turno di votazioni era stata nel 1982 per l'elezione dell'olandese Piet Dankert. Fu anche l'ultima elezione 'vera', dato che da allora i presidenti sono sempre stati scelti con accordi preventivi tra i gruppi politici, che spesso si sono alternati nella carica nel corso della legislatura.

L'ultimo fu Emilio Colombo

Trentotto anni dopo Emilio Colombo, dunque, l'Italia esprime di nuovo un presidente del Parlamento europeo, un ruolo che negli ultimi anni ha acquisito un peso sempre maggiore, con la presidenza del tedesco Martin Schulz e dopo le riforme del Trattato di Lisbona che hanno aumentato le competenze dell'aula di Strasburgo. 

A prescindere dal vincitore, un'occasione per l'Italia per pesare di più in Europa nel momento della sua crisi più forte, in cui non mancano le frizioni tra Roma e Bruxelles su vari fronti, dalla flessibilità nei bilanci alla crisi migratoria.


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