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Orgoglio e delusione in Svizzera per l’avventura a Euro 2020

La delusione dei tifosi svizzeri in centro a Chiasso dopo l esito dei calci di rigore con la Spagna..
La delusione dei tifosi svizzeri in centro a Chiasso dopo l'esito dei calci di rigore con la Spagna. Keystone / Pablo Gianinazzi

L'orgoglio sembra prevalere sulla delusione nei commenti del giorno dopo sull'uscita di scena della Svizzera ai campionati europei di calcio.

L’impressione di essere stati a un passo dalle semifinali in un torneo continentale, traguardo mai raggiunto, ha offerto sensazioni inedite a un popolo che si è stretto attorno all’undici rossocrociato.

La stampa, non troppo tenera all’esordio con l’undici multiculturale che difendeva i colori elvetici, ha riconosciuto come gli uomini di Vladimir Pektovic abbiano dato prova di tenacia e, se si vuole, eroismo, riuscendo nell’impresa di eliminare i campioni del mondo in carica francesi e a portare ai rigori i forti iberici.

Alla fine a far svanire i sogni di gloria nell’avveniristico stadio di San Pietroburgo sono stati una sfortunata autorete, una dubbia espulsione e l’imprecisione dal dischetto.

Lo stesso presidente della Confederazione Guy Parmelin ha sottolineato su Twitter che “i valori di coesione, di volontà e di spirito di squadra condivisi da giocatori e staff resteranno nella memoria” e ha ringraziato Xhaka e compagni “per averci fatto sognare”.

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I media elvetici rendono onore alla nazionale

In proposito il quotidiano popolare Blick ha titolato “I nostri cuori sono più grandi di undici metri” mentre il caporedattore Christian Dorer ha voluto far risaltare il valore dell’avventura svizzera a Euro 2020: “Il nostro paese è leader mondiale in molti campi eppure nulla come questi ultimi giorni ci ha emozionato così tanto”.

Di “eroica battaglia contro la Spagna” ha parlato la solitamente compassata Neue Zürcher Zeitung, il Tages Anzeiger si è soffermato sul “finale brutale” dei rigori che ha condannato l’undici elvetico mentre la Berner Zeitung ha evidenziato come la Svizzera abbia mancato la semifinale “per un pelo”.

“In una settimana il calcio svizzero ha vissuto due dei più gradi momenti della sua storia, dei quali solo i nostri anziani conservano un’analoga traccia nei ricordi di gioventù”, annota Laurent Favre sul romando Le Temps, riferendosi ai mondiali del 1954 in cui la Svizzera giunse ai quarti (sconfitta dall’Austria).

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A sud delle Alpi la Regione Ticino ha titolato “Prima le lacrime poi l’orgoglio”, concetti ripresi nel commento di Marzio Mellini : “La fierezza prevale sulla delusione, l’orgoglio sullo sconforto”. Massimo Solari sul Corriere del Ticino ha invece sostenuto che “questa settimana è accaduta una cosa, l’osmosi tra i giocatori e il paese, tra Svizzera e Svizzera”.

Echi sulla stampa estera

Il percorso dei rossocrociati ha avuto eco anche sui media internazionali. La Svizzera “è stata superiore tranne che nei rigori finali dove è stata tradita dall’emozione – sì gli svizzeri sanno emozionarsi e persino essere imprecisi –”, ha scritto, non senza una certa ironia, la Repubblica mentre il basco El Correo ha a sua volta titolato “La epica svizzera” che viene paragonata addirittura agli eroici spartani che fermarono i persiani alle Termopili.

Poco comprensibile invece l’intervento dell’Equipe nella sua edizione online: “La Spagna vendica la Francia”, a testimonianza del fatto che i transalpini faticano ancora a digerire la bruciante sconfitta di Bucarest.

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