Niki de Saint Phalle e Jean Tinguely in mostra al Grand Palais di Parigi
EPA/CHRISTOPHE PETIT TESSON
Qualcuno li ha ribattezzati gli "enfants terribles" dell'arte moderna: si apre venerdì al Grand Palais di Parigi una retrospettiva consacrata all'universo di Niki de Saint Phalle (1930 - 2002) e del suo compagno, lo scultore svizzero Jean Tinguely (1925 - 1991).
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Keystone-ATS
Il tutto attraverso lo sguardo visionario di un “terzo uomo”, Pontus Hulten (1924 – 2006), primo direttore al Musée d’art moderne del Centre Pompidou che all’epoca condivise con i due artisti una concezione radicale di un’arte libera, pluridisciplinare e partecipativa.
Nata dalle collezioni del Centre Pompidou e da prestiti di istituzioni francesi ed internazionali, “Niki de Saint Phalle, Jean Tinguely, Pontus Hulten” – questo il titolo dell’esposizione in programma fino al 4 gennaio 2026 – è un invito a scoprire o riscoprire le opere emblematiche di Saint Phalle e Tinguely, che Hulten promosse con forza, in un fortunato sodalizio, tra arte, amore, amicizia ed impegno condiviso.
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In mostra lungo le rive della Senna circa 200 opere tra sculture, macchine automatiche, installazioni, dipinti, come anche foto, filmati d’archivio, lettere, disegni, presentati nei rinnovati spazi di oltre 2’000 metri quadri del GrandPalaisRmn.
La mostra inaugura, tra l’altro, la collaborazione tra l’emblematico edificio parigino, la cui immensa volta di cristallo continua ad affascinare generazioni di parigini e turisti, e il Centre Pompidou, che chiuderà a sua volta i battenti per cinque anni di lavori dal 22 settembre e le cui collezioni stanno già cominciando a viaggiare in giro per il mondo.
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