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Bimbi ucraini deportati, mandato di cattura per Putin

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La Corte penale internazionale (Cpi) dell'Aia ha emesso un mandato di arresto per il presidente russo Vladimir Putin, ritenuto responsabile del crimine di guerra di deportazione illegale di popolazione e di trasferimento illegale di popolazione (minori) dalle zone occupate dell'Ucraina alla Russia.

Questo contenuto è stato pubblicato il 17 marzo 2023 - 18:52

Oltre al presidente russo, un altro mandato di arresto è stato spiccato nei confronti di Maria Alekseyevna Lvova-Belova, commissaria per i diritti dei bambini presso il Cremlino. I reati citati dal comunicato della corte internazionale sarebbero stati commessi nel territorio occupato ucraino almeno a partire dal 24 febbraio 2022.

"Vi sono fondati motivi per ritenere che Putin abbia la responsabilità penale individuale per i suddetti crimini, per averli commessi direttamente, insieme ad altri e/o per interposta persona, e per il suo mancato controllo sui subordinati civili e militari che hanno commesso quegli atti", recita la nota.

La Corte sottolinea che i mandati di cattura sono stati emessi dalla II Camera preliminare dopo le istanze di accusa presentate il 22 febbraio 2023, a un anno esatto dall'inizio dell'invasione russa in Ucraina, e di averli fin qui tenuti "segreti al fine di proteggere vittime e testimoni e anche per salvaguardare le indagini".

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha giudicato "inaccettabile" sul piano legale il mandato d'arresto per Vladimir Putin da parte della Corte penale internazionale. "Non riconosciamo la giurisdizione della Corte e ogni sua decisione è priva di base legale", ha affermato il funzionario citato dall'agenzia Ria Novosti.

Di segno opposto le reazioni a Kiev. Il procuratore generale dell'Ucraina, Andrij Kostin, scritto su Twitter che si tratta di una “decisione storica”. Continuiamo, ha aggiunto il magistrato ucraino, la stretta collaborazione con la Cpi sui casi di deportazione forzata di bambini ucraini, per i quali sono già stati condivisi con l’Aia oltre 40 volumi di fascicoli e più di 1’000 pagine di prove.

In Ucraina, ha scritto sul social Andrij Kostin, sono indagati oltre 16’000 casi di deportazione forzata di bambini ma “temiamo che i numeri reali possano essere più alti. La Russia sta letteralmente facendo a pezzi il nostro futuro”, ha continuato il procuratore di Kiev.

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