La vivacità dei rapporti culturali italo-svizzeri
Il 19 e 20 novembre si è tenuto, presso l’Università di Zurigo, il convegno "Espatrie lettere" che si proponeva di indagare il dialogo transnazionale tra alcuni degli attori dell’industria culturale italiana e svizzera dall’avvento del Fascismo in Italia fino agli anni del boom economico.
I rapporti culturali, e in particolare letterari, tra Svizzera e Italia sono stati già esplorati abbondantemente nel passato dalla ricerca. Gli studi si sono concentrati però soprattutto sulla presenza e l’attività di intellettuali italiani esuli in territorio svizzero. Personalità come Francesco De SanctisCollegamento esterno, Ignazio Silone, Franco FortiniCollegamento esterno, soltanto per citarne alcune, hanno vissuto anni molto importanti in Svizzera.
Anche il contributo letterario e culturale dell’emigrazione italiana del dopoguerra è stato analizzato in molti suoi aspetti. Quello che mancava finora era uno studio sistematico dei rapporti di scambio culturale che andasse nelle due direzioni, ovvero dall’Italia alla Svizzera e viceversa, e coinvolgesse figure al di fuori del canone letterario oppure attori dell’industria culturale poco studiati come le case editrici, le riviste, le librerie e operatori culturali che hanno fatto da ponte tra i due paesi.
Il convegno
Il convegno “Espatrie lettere” ha cercato di colmare queste lacune della ricerca e lo ha fatto andando oltre i rigidi steccati accademici. Il primo degli intervenuti è stato infatti Carlo Feltrinelli, a capo dell’omonima casa editrice italiana, che ha parlato del mercato editoriale odierno in rapporto a digitalizzazione e globalizzazione.
L’editore, tra i molti punti toccati, ha anche ricordato il ruolo della casa editrice Feltrinelli come operatore culturale tra Italia e Svizzera durante gli anni Sessanta e Settanta. Sono noti infatti i contatti tra Giangiacomo e Inge Feltrinelli, fotoreporter tedesca e moglie dell’editore, e diverse personalità svizzere, nonché l’impegno della casa editrice nella traduzione e divulgazione di letteratura svizzera in Italia.
Letteratura svizzera in Italia
È proprio l’editore Feltrinelli, grazie a una delle figure più importanti nell’ambito dei rapporti culturali tra Svizzera e Italia del periodo, ovvero il ticinese Enrico Filippini, che portò, ad esempio, il teatro di Max Frisch in Italia, più precisamente nel 1962. Prima di allora, la letteratura drammatica dell’autore svizzero aveva ottenuto poca attenzione dal punto di vista editoriale e della pratica teatrale.
Su questo tema si è concentrata la relazione di Alessandro Bosco (Università di Zurigo), dedicata proprio alla sfortuna critica del teatro di Max Frisch in Italia nell’immediato dopoguerra. Anche Michele Sisto (Università di Chieti e Pescara) ha ripercorso la storia editoriale di Gottfried Keller in Italia, concentrandosi soprattutto sulla rete di mediatori culturali che contribuirono nel tempo alla graduale affermazione dell’opera kelleriana nel belpaese.
Anna Antonello (Istituto Italiano di Studi Germanici) ha ricostruito, invece, sulla base di materiale d’archivio conservato presso la Biblioteca Centrale di Zurigo e la Fondazione Mondadori di Milano, la travagliata storia editoriale della “Italienische Reihe” pubblicata tra il 1946 e il 1951 dall’Artemis Verlag di Zurigo e diretta dalla nota germanista e consulente editoriale della Mondadori Lavinia Mazzucchetti.
Tutte le relazioni del convegno hanno contribuito a delineare i contorni di uno spazio letterario e culturale tra Svizzera e Italia molto vivace e dal carattere multiforme. Durante la due giorni si è parlato infatti non tanto di letteratura in termini critici ed estetici, ma dei modi di circolazione della letteratura in un contesto transnazionale e transculturale.
La Gita a Chiasso
Il convegno è stato organizzato nell’ambito del progetto di ricerca La gita a Chiasso. Trent’anni di sconfinamenti culturali tra Svizzera e Italia (1935-1965)Collegamento esterno, diretto dalla Prof. Tatiana Crivelli (Università di Zurigo).
Il titolo del progetto fa riferimento esplicito a un celebre articolo dello scrittore italiano Alberto Arbasino che, nel 1963, accusava l’editoria italiana di non essersi mai veramente ripresa dal ventennio fascista. Per questo lo scrittore invitava gli intellettuali a fare una gita oltre il confine italiano per sprovincializzarsiCollegamento esterno.
Le ricerche
Felicity Brunner e Stefano Bragato, giovani ricercatori impegnati nel progetto insieme ad Alessandro Bosco, hanno illustrato i contenuti e i primi risultati del progetto che nel settembre dell’anno prossimo porterà alla pubblicazione, insieme ad articoli di carattere scientifico, di un sito web omonimo, utile alla ricerca e, allo stesso tempo, con funzioni didattiche e divulgative innovative.
Come il convegno, il progetto intende analizzare il flusso di persone, dibattiti e idee tra Svizzera e Italia, in entrambe le direzioni. I ricercatori stanno portando a termine l’operazione di mappatura delle personalità attive tra i due paesi e, nel contempo, stanno cercando di delineare “la complessa rete di relazioni entro cui prendono forma dibattiti importanti sul tema dell’identità nazionale, sui confini, sull’emigrazione, sullo scambio culturale fra Stati, mettendo a fuoco una Svizzera intesa come spazio di scambio e di contatto culturale”.
Di particolare interesse è la varietà di archivi consultati (fondi personali, archivi editoriali, archivi di quotidiani di entrambe i paesi, archivi di associazioni, archivi RSI, SRF e RAI …) che ha già portato alla scoperta di documenti di sicuro interesse, di personalità finora poco conosciute e di spazi culturali di incontro tra la cultura italiana e quella svizzera.
Felicity Brunner, ad esempio, che lavora nello specifico sul rapporto tra letteratura italofona e contesto zurighese nel periodo che va dal 1940 al 1945, ha portato alla luce recentemente l’attività della sezione italiana della libreria zurighese “Zum Elsässer”. Questa parte della sua ricerca è già stata presentata durante una conferenza internazionaleCollegamento esterno e arricchirà anche il sito web di prossima pubblicazione, disponibile da settembre dell’anno prossimo sul sito dell’Istituto di Romanistica dell’Università di Zurigo: www.rose.uzh.chCollegamento esterno.
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