Legge anti-LGBTQ: botta e risposta tra Bruxelles e Budapest
La nuova norma approvata dal Governo ungherese che discrimina gli omosessuali è stata definita "vergognosa" dalla Commissione europea. Una critica rispedita al mittente da Budapest.
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tvsvizzera.it/mar con agenzie
“La legge ungherese è una vergogna, discrimina persone sulla base dell’orientamento sessuale va contro i valori fondamentali della Ue. Noi non faremo compromessi su questi principi”, ha dichiarato mercoledì la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.
“Ho dato istruzione ai miei commissari responsabili di scrivere una lettera alle autorità ungheresi nella quale esprimiamo le nostre preoccupazioni legali prima che la legge entri in vigore”, ha poi proseguito.
Dopo l’entrata in vigore della nuova legislazione il primo luglio, Bruxelles potrebbe prendere dei provvedimenti contro l’Ungheria. La nuova norma adottata il 15 giugno stipula che “la pornografia e i contenuti che rappresentano la sessualità o promuovono la devianza dell’identità di genere, il cambiamento di sesso e l’omosessualità non devono essere accessibili ai minori di 18 anni”.
La reazione di Budapest non si è fatta attendere. Il Governo ungherese, per replicare, ha usato le stesse parole di Ursula von der Leyen: “La dichiarazione della presidente della commissione europea è una vergogna perché basata su asserzioni false” sottolinea il Governo di Viktor Orban in una nota, aggiungendo che ciò dimostra “un’opinione politica di parte senza che sia stata condotta prima una imparziale valutazione”.
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Fra le varie voci di condanna alla legge ungherese anti Lgbt anche quella della cancelliera tedesca Angela Merkel: “Considero questa legge sbagliata e incompatibile con la mia concezione della politica”, ha sottolineato.
Intanto salgono a 17 i Paesi Ue che si sono uniti all’iniziativa del Belgio a difesa dei diritti LGBT+ in Europa, ha precisato la ministra degli esteri belga, Sophie Wilmes su Twitter. I Paesi sono Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, Lettonia, Italia, Grecia, Austria e Cipro.
Nella dichiarazione congiunta i Paesi si dicono “fortemente preoccupati” per la legge anti LGBT1 approvata dall’Ungheria e chiedono alla Commissione europea di intervenire.
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L’Uefa ha però opposto il suo veto, ritenendo che lo sport non debba essere mischiato alla politica. Un veto che ha suscitato un coro di proteste non solo in Germania.
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