L'inviato della Radiotelevisione svizzera Rts Sébastien Faure, giunto nella cittadina a poche decine di chilometri da Kiev, teatro negli scorsi giorni del massacro di civili, ha documentato gli orrori di questa guerra.
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Sulle responsabilità della strage si stanno scontrando le diplomazie russa e occidentali. Per Mosca le decine di cadaveri di cui sono disseminate le strade e le fosse comuni della zona sono solo una messa in scena e una macchinazione della propaganda ucraina.
Di tutt’altra opinione Kiev e le cancellerie occidentali, che attribuiscono tutta la responsabilità alle truppe russe in ritirata dalla regione e minacciano una stretta ulteriore delle sanzioni contro la Russia.
Il resoconto di Sébastien Faure, che ha visto con i propri occhi i corpi di uomini in abiti civili con i polsi legati, freddati con un colpo in testa e che ha raccolto le testimonianze della gente locale sulla mattanza.
“Quando sono arrivato lungo la strada Yabulanka, era piena di cadaveri, le auto facevano lo slalom tra i corpi, c’era un pedone sul marciapiede, un ciclista sotto la sua bicicletta, una scena agghiacciante”, dice il reporter elvetico.
“Sono arrivato anche in una casa colonica, ero con la mia troupe. Nello scantinato c’erano cinque uomini vestiti in abiti civili: erano stati uccisi, tutti e cinque avevano le mani legate dietro la schiena”, dice Sébastien Faure.
Delle responsabilità del massacro che è costato la vita a circa 400 persone dovranno occuparsi ora le corti di giustizia e le organizzazioni internazionali, chiamate a fare completa luce su questo sconcertante episodio.
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